Fino alla prima metà degli anni ottanta circa, l’impiego di acque superficiali, di falda o acquedotto, per il raffreddamento dei processi era pratica diffusa e piuttosto spregiudicata. Il problema dell’impoverimento delle acque, dell’inquinamento termico delle acque di superficie e l’accresciuta attenzione all’ambiente hanno portato all’assunzione di circuiti di raffreddamento chiusi, nei quali l’acqua viene raffreddata da chiller.
Per una questione di risparmio energetico, per il raffreddamento dei condensatori dei chiller si è così cominciato a fare ricorso ad acqua di torre. Questa infatti non produce inquinamento delle acque superf iciali e rappresenta un grande vantaggio economico rispetto al raffreddamento ad aria, più costoso e meno efficiente soprattutto nel caso di impianti di potenzialità elevata. Rispetto a una condensazione ad aria, infatti, le torri evaporative consentono di ottenere una temperatura di condensazione inferiore in media di circa 10° C, il che comporta un risparmio del 20% nel consumo di energia. Ciò è dovuto al fatto che mentre un radiatore per raffreddare dipende dalla temperatura ambiente, una torre evaporativa dissipa calore in base al principio dell’evaporazione, facendo pertanto riferimento alla temperatura di bulbo umido.