Nelle centraline di termoregolazione è meglio evitare il ricorso a isolanti capaci di assorbire eventuali perdite e trafilamenti di olio, che è invece opportuno siano liberi di scaricarsi in vasche di raccolta. Meglio piuttosto fare a meno dell’isolamento nelle zone a rischio. Qualora l’olio ad alta temperatura finisca nei pori del materiale isolante, si innesca infatti il processo di ossidazione, che aggiungendo calore a quello già presente nell’isolamento contribuisce ad aumentare la temperatura dell’olio. Il rischio conseguente è che venga superato il punto di autoaccensione dell’olio diatermico, con sviluppo immediato di incendi.
Il punto di flash e di fiamma di un olio diatermico sono rispettivamente i valori di temperatura ai quali i vapori prodotti da un olio si incendiano o producono una fiamma continua a contatto con una fonte di accensione (fiamma di gas o arco elettrico). Il punto di autoaccensione è quel valore al quale un fluido di scambio termico si incendia spontaneamente a contatto con l’aria, senza altre fonti di accensione.
Il vaso di espansione in centraline a vaso aperto deve essere inoltre posto a debita distanza dalle tubazioni di utilizzo (o in alternativa è bene che il tubo di collegamento sia opportunamente raffreddato). Questo serve affinché l’olio nel vaso sia a temperature inferiori a 65/70° C, evitando fenomeni di ossidazione a contatto con l’aria e cracking dell’olio, con perdita delle sue caratteristiche e possibile intasamento degli impianti.
Sistemi misti di raffreddamento sono inoltre auspicabili per rendere affidabili cicli di raffreddamento piuttosto importanti.
E’ importante infine, per il buon funzionamento e l’affidabilità a lungo termine di un impianto di termoregolazione a olio diatermico, che non vi siano bolle d’aria nel circuito dell’olio ad alta temperatura. La loro eventuale presenza porta infatti a fenomeni di cavitazione che danneggiano le pompe e i componenti dell’impianto, causando oltre tutto una pessima regolazione della temperatura. E’ pertanto opportuno, prima di far partire la centralina a pieno regime, effettuare cicli di sfiato dell’aria facendo girare a vuoto la pompa di circolazione, facendo salire la temperatura fino a 100° C e continuando con cicli a vuoto incrementando la temperatura a step successivi, fino ad assicurarsi che non vi sia più aria presente nell’impianto. Come visto in anni di esperienza sul campo, il 90% dei problemi riscontrati in fase di avviamento di impianti a olio diatermico sono infatti sempre dovuti a una scorretta gestione degli sfiati d’aria.