I processi produttivi farmaceutici e chimici per la preparazione/produzione dei principi attivi o dei prodotti primari, prevedono delle lavorazioni che vengono effettuate all’interno di macchine chiamate reattori, ma che non hanno nulla a che vedere con i reattori nucleari. Si tratta di apparecchiature, spesso in pressione e dotate di mescolatori interni (mixer), all’interno delle quali vengono “mescolati” i vari componenti della ricetta che compongono il prodotto finale, che tramite reazioni chimiche consentono la realizzazione della produzione richiesta.
Macchine simili, anche se meno sofisticate vengono impiegate anche nell’industria cosmetica, per la preparazione di creme o prodotti di bellezza.
Tali reazioni avvengono a temperature controllate, tanto è vero che queste apparecchiature, sono dotate di camicie termostatiche, all’interno delle quali viene fatto scorrere un fluido, caldo o freddo a seconda del momento della reazione, che ne consenta la perfetta termoregolazione, secondo le richieste della ricetta di produzione.
La termoregolazione di questi apparecchi un tempo veniva realizzata facendo scorrere nelle camicie o nei semitubi, alternativamente il fluido di riscaldamento (olio diatermico, acqua, vapore) ed il fluido di raffreddamento (acqua, soluzione incongelabile).
Questo sistema sebbene efficace comportava alcune controindicazioni:
- inquinamenti dei circuiti dei fluidi di servizio, in quanto risultava difficile drenare completamente i circuiti dei reattori dal fluido alternativamente caldo o freddo
- lungaggini di tempo inaccettabili, legate alle operazioni di drenaggio e caricamento dei differenti fluidi
- regolazione della temperatura poco precisa
- range di temperatura ristretti