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Trattamento delle acque di torre

Trattamento delle acque di torre
1. Depositi di sali insolubili
2. Formazioni biologiche
3. Corrosione
4. Fanghi
5. Formazione di schiuma
Sintomi della formazione di depositi
Rimedi preventivi
Bilancio di concentrazione
Conclusioni

Generalità
Il funzionamento e la resa di un circuito di raffreddamento per evaporazione, possono essere gravemente compromessi da taluni fenomeni, principalmente:
– Depositi o incrostazioni
– Fanghi
– Corrosione
La comparsa di questi fenomeni viene impedita o limitata controllando le condizioni chimico-fisiche dell’acqua, mediante opportuni trattamenti generalmente chimici.

Circuiti di raffreddamento
Come abbiamo già visto, se ne distinguono tre tipi:
1. con acqua a perdere, utilizzando acque sotterranee o superficiali;
2. aperti, in cui l’acqua di raffreddamento ad ogni ciclo viene in contatto con l’aria;
3. chiusi, nei quali l’acqua di raffreddamento non viene in contatto con l’aria ma trasmette il proprio calore a un altro fluido in uno scambiatore.

Noi ci occuperemo solo dei circuiti aperti, ossia del caso 2.

Circuiti di raffreddamento ad evaporazione
I circuiti di raffreddamento ad evaporazione (con torre o condensatore evaporativo),  sono circuiti aperti in quanto l’acqua viene a contatto dell’aria nell’apparecchio di raffreddamento.

In essi si verificano gli inconvenienti già accennati, dovuti a:
1. depositi di sali insolubili
2. formazioni biologiche
3. corrosioni delle parti metalliche ed alterazioni delle parti in legno
4. formazione di fanghi
5. formazione di schiuma

Energia dai rifiuti e syngas

Stiamo lavorando su parecchi progetti legati alla cogenerazione o comunque alla produzione di energia da rifiuti.

Molti di questi progetti prevedono la produzione di un gas di sintesi o syngas.

E’ interessante il modello di impianto, legato ai dissociatori molecolari, messo a punto da alcune aziende.

Su questi impianti c’è ovviamente anche una parte (modesta), legata allo smaltimento dell’energia termica in eccesso tramite dissipatori o elettroradiatori oppure al recupero termico.

nonochè per la deumidificazione del gas che viene poi utilizzato per la generazione di energia.

Freddo dal caldo nell’abbattimento dei solventi

Ne avevamo già parlato in tante occasioni, esistono sistemi di produzione del freddo, che sfruttano il calore come energia.

Sto parlando degli impianti ad assorbimento.

In questo ambito esistono diverse esperienze e tante possibili applicazioni…leggendo su alcune riviste tecniche, ho notato un interessante articolo, che permette di sfruttare energeticamente dei processi che hanno un fine ecologico e quindi tipicamente non sono produttivi, gli impianti di abbattimento solventi.

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Fouling factor nelle applicazioni termiche

Gia altre volte abbiamo chiacchierato sul fouling factor in queste pagine…

Abbiamo linkato anche delle tabelle che danno dei valori attendibili…

Per applicazioni specifiche con tipologie particolari di scambiatori, esiste poi parecchia letteratura che dispensa consigli e valori tipici:

Typical heat transfer coefficients of plate heat exchangers are around 6000 W/m²K compared with this are the heat transfer coefficients of shell and tube heat exchangers around 1500 W/m²K. Caused by these different heat transfer coefficients it is not advisable to calculate plate heat exchangers with the fouling resistance of shell and tube heat exchangers. With an exemplary fouling resistance of 0,15m²K/kW is the surface margin of a shell and tube heat exchanger around 22%. For the same example the surface margin of a plate heat exchanger will be 90%.

There are different recommendations for the fouling resistance of plate heat exchangers. In general the choice of the fouling resistance should result an over sizing of the plate heat exchanger below 25%.

Girovagando per il web mi sono imbattuto in alcuni siti interessanti che danno ulteriori indicazioni.

Uno su tutti ed onestamente il mio preferito per le tante preziose informazioni tecniche contenute è ENGINEERING PAGE.

…a voi la palla…

Termoregolazione industriale

Un impianto termico deve essere regolato e controllato da centraline di termoregolazione o regolatori climatici: l’utilizzo di questi apparecchi per la termoregolazione offre anche la possibilità di contenere i consumi, promuovendo nel contempo il risparmio energetico. La regolazione termica industriale consiste in un controllo automatico continuo della temperatura in base ad alcuni parametri fisici rilevati da appositi sensori o sonde.
termoregolatore PID abbinato a PLC e sistema di gestione digitale

Scambiatori a piastre e teleriscaldamento

Negli impianti di teleriscaldamento è generalizzato l’utilizzo degli scambiatori di calore a piastre.

Questo per diversi motivi:

  • dimensioni compatte
  • elevate capacità di scambio termico
  • resistenza meccanica
  • incrocio delle temperature

Gli scambiatori a piastre vengono utilizzati sia nelle centrali di produzione dell’energia o di cogenerazione, che nelle sottostazioni locali dove viene utilizzata l’energia prodotta.

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Torri di raffreddamento anti intasamento

Come ripetuto in altre occasioni, ci sono particolari processi produttivi, che immettono nell’acqua di raffreddamento una quantità di solidi sospesi decisamente importante:

  • produzione della carta
  • acciaierie
  • trattamenti termici
  • concentrazione prodotti alimentari

L’acqua di raffreddamento in questi processi non deve essere necessariamente freddissima, quindi va più che bene una soluzione con torri evaporative, ma le torri con il pacco di riempimento classico, si intaserebbero in tempi molto brevi, compromettendo l’efficacia con costi manutentivi non sostenibili.

In questi casi si utilizzano quindi torri come quelle raffigurate, con pacchi di riempimento anti intasamento, che riducono sensibilmente i bisogni di manutenzione e sono appunto  indicate per le installazioni di refrigerazione industriali nelle quali le acque sono sature di particelle in sospensione.

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Resistenza alla corrosione da cloruri

E’ interessante conoscere la resistenza alla corrosione dei materiali. Infatti siamo spesso convinti che l’acciaio inox sia inattaccabile…è inossidabile…già inossidabile ma non in assoluto.

Infatti nonostante la sua elevata reesistenza alla corrosione ed all’ossidazione, ovvero all’azione ossidante dell’ossigeno, che non lo fa arrugginire, ci sono delle particelle che lo attaccano senza problemi, soprattutto in condizioni di concentrazione e di temperatura elevate.

Sto parlando dei cloruri.

piastre-in-titanio-forate-da-pitting

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Scambiatori di calore: durata delle guarnizioni

E’ bene sapere che la durata delle guarnizioni degli scambiatori di calore, di qualsiasi genere di elastomero, non può essere sicura e garantita nel tempo, in quanto ci sono molti fattori che la influenzano.

Temperatura: questo è il problema principale dell’elastomero, in base alla temperatura più calda o più fredda, cambierà il tempo di durata della guarnizione.

guarnizioni deteriorate in uno scambiatore a piastre

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KLIMAENERGY 09

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