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Filling film nelle torri evaporative

Ne abbiamo parlato parecchie volte sia per quanto riguarda la manutenzione che la sostituzione, legati entrambi alle variazioni di resa di una torre evaporativa che presenti questi pacchi in efficienza o meno.

In questo brevissimo video si può vedere chiaramento lo stato di un pacco di riempimento nuovo.

Provate a guardare i pacchi che avete dentro le vostre torri…e magari a sollevarli.

Raffreddatore adiabatico

Chi non ha mai sperimentato la sensazione di freschezza che si ottiene in estate, indossando un indumento umido o vaporizzando dell’acqua sulla pelle?
In entrambi i casi sopradescritti, questa sensazione è dovuta al repentino abbassamento della temperatura del bulbo asciutto causato dall’evaporazione dell’acqua.
La temperatura di bulbo asciutto è quella misurata da un termometro, ma c’è un altro parametro che definisce lo stato dell’aria: la temperatura del bulbo umido, di cui abbiamo ampiamente parlato per le torri evaporative.
Mi ripeto, la temperatura del bulbo umido è quella misurata dallo stesso termometro, avvolto però in uno straccio bagnato ed esposto all’aria. Vedremo che la temperatura diminuisce. Questo simula l’effetto di evaporazione e saturazione dell’aria con vapore acqueo.

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Fenomeni di corrosione negli scambiatori a piastre saldobrasati con rame

Durante il ciclo lavorativo di uno scambiatore a piastre saldobrasato, si possono verificare diversi tipi i corrosione.

Corrosione localizzata
Negli scambiatori di calore si possono formare cricche per causa di depositi o incrostazioni localizzate nei punti di contatto delle piastre.

Corrosione diffusa
La corrosione diffusa solitamente interessa il rame e non l’acciaio inossidabile, con una conseguente perdita delle caratteristiche meccaniche dello scambiatore stesso.

Corrosione galvanizzata
Il contatto metallico fra rame ed acciaio inossidabile con l’acqua di scambio,  può causare una corrosione del metallo più “elettronegativo”, in questo caso il  rame.

Corrosione da sforzo (stress)
La corrosione da sforzo può interessare l’acciaio inossidabile se sono presenti sforzi di tensione o pressioni pulsanti ad elevata frequenza, in assenza di sistemi di smorzamento.

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Evoluzione negli scambiatori di calore a piastre

Spesso mi capita di sentire banalmente che tutti gli scambiatori di calore sono uguali, in fin dei conti ci sono

  • un certo numero di piastre
  • un frame (struttura) di contenimento
  • una determinata superficie di scambio

ecc…

Se a grandi linee queste affermazioni mi possono trovare daccordo, la cosa non è così vera, quando cominciamo ad entrare nei dettagli costruttivi, facendo una analisi più attenta.

E’ a questo punto che possiamo notare delle differenze, soprattutto, quando paragoniamo piastre di nuova progettazione con piastre di generazioni precedenti.

Piastre di scambiattore di calore

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Guarnizioni e scambiatori di calore a piastre ispezionabili

Nel seguente video, si vedono chiaramente i drenaggi e la doppia guarnizione nella zona del bocchello, negli scambiatori di calore a piastre ispezionabili.

Come potete vedere la miscelazione tra i due fluidi (primario e secondario) è una possibilità veramente remota se non impossibile, nel caso di rottura di una guarnizione. Sempre e comunque si avrà una perdita visibile verso l’esterno dello scambiatore.

A meno che non ci sia una piastra bucata…ma questo è un altro paio di maniche.

Innevamento artificiale e torri evaporative

Inserisco di seguito il link ad un articolo che ho trovato molto interessante.

Onestamente parla poco di energia termica, ma sicuramente è interessante in quanto si parla fra l’altro dell’applicazione delle torri evaporative negli impianti di innevamento artificiale, ed ancora una volta si “tira in ballo” la pulizia e la manutenzione delle torri come causa di alcuni problemi di inquinamento batterico.

Innevamento artificiale.

Cogenerazione e raffreddatori evaporativi

Per un importante impianto di cogenerazione realizzato in Spagna, abbiamo fornito dei raffreddatori evaporativi a circuito chiuso.

L’utilizzo è dedicato al raffreddamento dell’acqua asservita ai condensatori.

Il cliente ha preferito la soluzione in circuito chiuso, in quanto non voleva inquinamenti o sporcamenti nelle tubazioni dei condensatori, parte delicata e strategica per la produzione di energia.

E’ importante sapere che per ogni grado di temperatura in più ai condensatori, si ha una diminuzione del grado di vuoto e quindi una conseguente dimninuzione della produzione di energia.

Sintomi della formazione di depositi

Trattamento delle acque di torre
1. Depositi di sali insolubili
2. Formazioni biologiche
3. Corrosione
4. Fanghi
5. Formazione di schiuma
Sintomi della formazione di depositi
Rimedi preventivi
Bilancio di concentrazione
Conclusioni


Lo spessore delle incrostazioni in uno scambiatore di calore si può valutare sia dall’aumento della perdita di carico nel circuito, che dalla diminuzione notevole della trasmissione del calore. La formazione di incrostazioni sullo scambio termico può essere esaminata attraverso diagrammi del tipo in figura.

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Sistemi di pulizia chimica
Esistono disincrostanti a base organica impiegati specialmente per la dissoluzione dei depositi di calcare.
Altri prodotti contengono anche dei passivanti e possono essere adoperati per la disincrostazione di calcare in impianti costituiti da parti zincate.
Altri prodotti ancora attaccano depositi vecchi o pietrificati anche se contengono ruggine o inquinanti organici come alghe, fanghi, ecc.
Per combattere le alghe, in impianti nei quali si raffredda l’acqua per evaporazione, si usano prodotti specifici che non hanno un effetto corrosivo e non sono pericolosi all’uso.
Per la pulizia in circuito chiuso delle tubazioni o delle macchine è preferibile usare pompe speciali, compatibili con i prodotti disincrostanti, evitando così la perdita di tempo necessaria allo smontaggio degli impianti da pulire.

Trattamento preventivo dell’ acqua
Per la stabilizzazione della durezza e, allo stesso tempo, per la protezione dalla corrosione degli impianti, si possono aggiungere all’acqua vari prodotti specializzati.
Vi sono prodotti utilizzabili fino a temperature superficiali di 250°C senza pregiudizio delle loro qualità.
Con sovradosaggio si possono staccare depositi di ossidi o di calcare già esistenti sugli impianti; con sottodosaggio si evita la formazione del calcare in forma cristallina ma si formano dei fiocchi eliminabili dal circuito mediante uno spurgo.
E’ necessario impiegare prodotti chimici non contenenti fosfati umidi, per non sollecitare lo sviluppo delle alghe e non disturbare la vita biologica negli scarichi.

Conclusioni

Trattamento delle acque di torre
1. Depositi di sali insolubili
2. Formazioni biologiche
3. Corrosione
4. Fanghi
5. Formazione di schiuma
Sintomi della formazione di depositi
Rimedi preventivi
Bilancio di concentrazione
Conclusioni

 

Tutto quanto abbiamo esposto serve all’installatore o all’utente per formarsi un giudizio circa gli inconvenienti e per evitare di creare situazioni non favorevoli al buon funzionamento degli impianti.
Al presentarsi di inconvenienti è bene rivolgersi ad una ditta specializzata, perchè consigli le opportune misure per prevenirli e fornisca i prodotti necessari agli interventi.

E’ bene, almeno una volta all’anno, far analizzare l’acqua del circuito e quella di reintegro per determinare almeno i seguenti valori:
– pH
– durezza totale (in ppm CaCO3)
– durezza temporanea
– solidi sospesi
– alcalinità totale

 

Testo tratto dal “Manuale del termotecnico” autore Nicola Rossi, editore Hoepli.