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Scelta di uno scambiatore di calore – 4

Fluidi a media viscosità

Per “bassa viscosità” si intendono fluidi con un valore di viscosità tra 10 cP. E 100 cP.

Tra queste applicazioni molto spesso ricadono gli impieghi con olio idraulico per centraline di lubrificazione o di potenza idrauliche appunto.

In questa gamma di viscosità, negli scambiatori tubolari, si corre il rischio di lavorare in regime laminare, con conseguenti bassi coefficienti di scambio.

Lo scambiatore a piastre per via della sua conformazione dei canali, permette di ottenere un regime turbolento, anche con velocità di flusso molto basse.

Di conseguenza, lo scambiatore a piastre PHE, risulta la scelta ottimale, anche quando il materiale potrebbe essere acciaio al carbonio.

All’atto pratico, uno scambiatore a piastre in acciaio inox, risulterà più conveniente e più efficiente di uno scambiatore di pari capacità termica in acciaio al carbonio.

Nel caso non si potessero utilizzare gli scambiatori PHE, per problemi di compatibilità chimica delle guarnizioni, si potrà sempre ripiegare sugli scambiatori ALL WELDED T PLATE W.

Scelta di uno scambiatore di calore

Scelta di uno scambiatore di calore – 2

Scelta di uno scambiatore di calore – 3

Scelta di uno scambiatore di calore – 3

Bassa viscosità da liquido a vapore


Nei casi in cui lo scambiatore può essere realizzato in acciaio al carbonio, si potrà utilizzare uno scambiatore a fascio tubiero, senza problemi.

Quando invece viene richiesto un materiale più sofisticato oppure bisogna adeguarsi a normative alimentari, diventerà sicuramente più conveniente l’utilizzo di uno scambiatore a piastre PHE.

Il PHE infatti offre molti vantaggi, tra questi il più evidente è la possibilità di espansione della superficie di scambio anche in un secondo tempo, che permette di soddisfare esigenze di domanda termica in crescita.

Scelta di uno scambiatore di calore

Scelta di uno scambiatore di calore – 2

Energia da rifiuti e reflui zootecnici – 2

Nel precedente articolo, avevo accennato ai principi di questo genere di impianti, ora scendiamo nei dettagli.
Digestione anaerobica e produzione di biogas
La miscela organica una volta pretrattata, viene inviata ad una sezione di digestione anaerobica dove avviene la degradazione della sostanza organica e la produzione di biogas, il tutto  con miscelazione e temperatura controllate.
Il processo di digestione anaerobica avviene all’interno di digestori.

Energia da rifiuti e reflui zootecnici

Ne ho già parlato in diverse occasioni, ma l’argomento è sempre interessante e risulta interessante approfondirne meglio il funzionamento.

In pratica questi impianti si basano sul processo di digestione anaerobica ad umido dei materiali in ingresso:

  • rifiuti umidi differenziati
  • raccolta differenziata
  • scarichi di allevamenti animali
  • scarti di produzione alimentare
  • scarti da distribuzione alimentare

biogas digester

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    Potenziamento di una torre evaporativa

    Ci sono applicazioni particolarmente pesanti, dove si utilizzano torri evaporative con pacchi di riempimento splash, in quanto il tipo di acqua in ricircolo è molto sporca.

    Ne ho già fatto alcuni esempi in passato, solitamente ci si ritrova in queste condizioni, quando si lavora su impianti:

    • alimentari di concentrazione (pomodoro)
    • cartiere
    • acciaierie

    solo per fare qualche esempio…

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    Termoregolazione ad alta temperatura

    Vi sono dei processi produttivi legati al settore delle materie plastiche, che necessitano delle temperature di termoregolazione molto elevate, nello specifico parlo di sistemi di riscaldamento e mantenimento della temperatura con olio diatermico fino a 350°C.

    Come si può ben immaginare sono apparecchiature piuttosto sofisticate, in quanto a queste temperature anche la componentistica va selezionata con attenzione, come accennavo in precedenti articoli.

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