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Termoregolazione ad alta temperatura

Vi sono dei processi produttivi legati al settore delle materie plastiche, che necessitano delle temperature di termoregolazione molto elevate, nello specifico parlo di sistemi di riscaldamento e mantenimento della temperatura con olio diatermico fino a 350°C.

Come si può ben immaginare sono apparecchiature piuttosto sofisticate, in quanto a queste temperature anche la componentistica va selezionata con attenzione, come accennavo in precedenti articoli.

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Power vs silence, dry cooler con motori EC

Ovvero devo smaltire un carico termico elevato, ma devo farlo silenziosamente…come posso fare?

Dipende come sempre dal livello termico che devo raggiungere:

  1. temperature inferiori ai 25°C -> chiller
  2. temperature superiori ai 25°C ma inferiori ai 35°C -> torri evaporative
  3. temperature superiori ai 35°C -> dry cooler

con le debite eccezioni e valutazioni ambientali per i punti 2 e 3.

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Scelta di uno scambiatore di calore

Di seguito cercheremo di dare delle indicazioni di carattere generale per la scelta della tipologia di scambiatore di calore, in base alle diverse applicazioni per le quali verrà utilizzato. I paragrafi sotto riportati, contengono le istruzioni generali per la scelta di uno scambiatore di calore a seconda dei  diversi tipi di applicazione per cui sarà utilizzato.

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Explosion proof e termostatazione

In ambiente chimico, farmaceutico, petrolchimico, oil & gas, ci si ritrova molto spesso a dover fare i conti con ambienti aventi atmosfera potenzialmente esplosiva, quindi a dover operare in zone classificate ATEX.

Non voglio in questa sede entrare nel merito delle varie categorie e zone, che rispondono a normative ben precise, che ne sanciscono i diversi gradi di “esplosività” o meglio “rischio di esplosività”, ma semplicemente sottolineare come la costruzione di apparecchiature che devono essere installate in queste zone, devono essere realizzate in modo particolare.

Nello specifico essendo il nostro mestiere, mi riferisco a centraline di termostatazione/termoregolazione

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Cogenerazione e biodiesel

Si stanno diffondendo in modo prepotente gli impianti di cogenerazione con motori endotermici, alimentati a biocarburante, tipicamente olio di palma (o similari).

Uno dei problemi tipici di questi impianti, ma più precisamente di questi combustibili è rappresentato dalle proprietà fisiche, che  ne determinano una viscosità ed una consistenza alle basse temperature, per certi versi problematica.

Parlando di problematica, intendo proprio dire che il combustibile non può essere utilizzato, in quanto già a 20°C si presenta in forma gelatinosa, quindi veicolabile con pompe volumetriche, ma sicuramente non gestibile dagli impianti di iniezione presenti sui motori. Per poterlo utilizzare bisogna arrivare ad almeno una temperatura di 40°C.

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Cogenerazione e fumi

Negli impianti di cogenerazione realizzati con motori endotermici, una parte di calore che viene recuperato per la produzione di acqua calda, proviene dai fumi di scarico del motore stesso.

Si tratta di un recupero intelligente, infatti, come spesso ripeto, ci troviamo con un fluido a temperatura molto elevata, quindi anche se con portate basse (in massa), possiamo ottenere un ottimo recupero termico. Tutto questo con un “semplice” scambiatore a fascio tubiero.

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Raffreddamento olio nelle turbine

Gli impianti di produzione di energia e di cogenerazione di elevata potenzialità, fanno utilizzo normalmente di turbine, siano esse

  • vapore
  • gas
  • idrauliche.

Si tratta ovviamente di macchine molto delicate e di elevato valore economico.

I supporti di queste turbine, sono realizzati con cuscinetti ad alta velocità, che ovviamente generano calore.

Il calore generato dai supporti viene smaltito tramite l’olio.

Cosa si utilizza per raffreddare questo olio?

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Scambio termico ad hoc

Sebbene il mercato ci sottoponga prodotti di sempre più largo consumo, ovvero standardizzati, in qualsiasi campo si cerca l’alternativa più adatta alle nostre esigenze.

Nel settore dello scambio termico, ci sono applicazioni dove degli scambiatori di calore standard vanno più che bene, anzi sono stati progettati appositamente per questa applicazioni standard, tipo:

  • teleriscaldamento
  • caldaie
  • refrigerazione

solo per citare tre casi più eclatanti.

ci sono però tutta una serie di applicazioni che richiedono degli scambiatori di calore e delle apparecchiature appositamente studiate e realizzate per adattarsi al meglio alle caratteristiche richieste dal processo o semplicemente dal prodotto.

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Termostatazione di prodotti chimici

Alcuni materiali, sia in fase di produzione che di utilizzazione, devono essere termostatati ad una determinata temperatura, vuoi per favorire determinate reazioni, vuoi perchè a quelle temperature hanno il loro range di applicazione o di utilizzo.

Spesso non si tratta di una termoregolazione molto fine, per la quale esistono delle centraline dedicate, ma proprio di una termostatazione, con una tolleranza magari di +/- 1°C, quindi nulla di estremo, ma il livello di temperatura potrebbe essere tale da richiedere delle macchine particolari, che consentano di avere freddo e caldo rapidamente.

E’ il caso ad esempio dell’etanolo, che in questi periodi di “green energy” è di moda.

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