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E’ tornato il gelo…

E’ arrivato nuovamente il freddo, quello “sottozero!!!”.

Ne ho parlato spesso su queste pagine, ma forse giova ricordarlo, prima di ritrovarsi con delle sgradite sorprese natalizie.

https://www.tempco.it/blog/2279/antigelo-a-lunga-durata-long-life/

https://www.tempco.it/blog/2166/riparare-gli-scambiatori-di-calore/

https://www.tempco.it/blog/2058/lungo-lunghissimo-inverno/

https://www.tempco.it/blog/1989/freddo-ghiaccio-e-circuiti-idraulici/

https://www.tempco.it/blog/786/gelo-e-danni-negli-scambiatori-di-calore-ariaacqua/

Valvole di regolazione: miscelatrici o deviatrici

Negli impianti di termoregolazione/termostatazione, vengono spesso utilizzate valvole a tre vie per poter effettuare una regolazione fine della temperatura, andando ad agire sulla portata del fluido di servizio.

Le valvole a tre vie possono essere utilizzate in due modi distinti:

  • deviazione
  • miscelazione

Quale scegliere? vediamo di esporre qualche chiarimento al proposito.

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Scelta di uno scambiatore di calore – 5

Fluidi ad alta viscosità (viscosità sopra i 100 cP).

Con fluidi aventi viscosità di questo livello, il moto è quasi sempre di tipo laminare. Nel caso specifico, il fattore determinante ai fini dello scambio termico, è la corretta distribuzione del flusso di fluido. Infatti nel caso di raffreddamento il fluido a maggiore viscosità, a contatto con le pareti fredde provocherà delle inevitabili maldistribuzioni, con conseguente decadimento prestazionale. In questi casi gli scambiatori a piastre PHE, possono essere ancora la scelta corretta, a condizione che si ottimizzi la distribuzione del fluido viscoso, facendolo entrare dalla parte bassa dello scambiatore stesso.

Per viscosità estreme (>50000 cp), è preferibile l’impiego di scambiatori a spirale monocanale, in quanto negli scambiatori multicanale, sarebbe praticamente impossibile ottenere una corretta distribuzione del fluido. Lo spirale inoltre offre il vantaggio di avere una maggiore resistenza alla pressione e minori condizionamenti legati alla compatibilità chimica delle guarnizioni con i fluidi di processo eventualmente impiegati.

Una alternativa percorribile, per potenzialità limitate e portate altrettanto piccole, è rappresentata dagli scambiatori tubo in tubo, che permettono di gestire facilmente fluidi a viscosità elevata, ma hanno coefficienti di scambio contenuti, e richiedono dimensioni ingombranti.

Scelta di uno scambiatore di calore

Scelta di uno scambiatore di calore – 2

Scelta di uno scambiatore di calore – 3

Scelta di uno scambiatore di calore – 4

Materie plastiche ed alta temperatura

I processi produttivi legati alle materie plastiche, necessitano sempre sia di calore che raffreddamento.

In questo caso vorrei parlare della parte legata al riscaldamento.

In pratica la parte dove avviene l’estrusione delle materie plastiche, implica un riscaldamento che a seconda del tipo di materiale da produrre, può essere a temperature più o meno elevate, con un grado di precisione e termoregolazione piuttosto raffinato, che implica l’impiego a seconda dei casi di:

  • acqua fino a 90°C
  • acqua pressurizzata fino a 140°C
  • olio diatermico fino a 180°C
  • olio diatermico oltre i 200°C fino ad un massimo di 300°C

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    Scelta di uno scambiatore di calore – 4

    Fluidi a media viscosità

    Per “bassa viscosità” si intendono fluidi con un valore di viscosità tra 10 cP. E 100 cP.

    Tra queste applicazioni molto spesso ricadono gli impieghi con olio idraulico per centraline di lubrificazione o di potenza idrauliche appunto.

    In questa gamma di viscosità, negli scambiatori tubolari, si corre il rischio di lavorare in regime laminare, con conseguenti bassi coefficienti di scambio.

    Lo scambiatore a piastre per via della sua conformazione dei canali, permette di ottenere un regime turbolento, anche con velocità di flusso molto basse.

    Di conseguenza, lo scambiatore a piastre PHE, risulta la scelta ottimale, anche quando il materiale potrebbe essere acciaio al carbonio.

    All’atto pratico, uno scambiatore a piastre in acciaio inox, risulterà più conveniente e più efficiente di uno scambiatore di pari capacità termica in acciaio al carbonio.

    Nel caso non si potessero utilizzare gli scambiatori PHE, per problemi di compatibilità chimica delle guarnizioni, si potrà sempre ripiegare sugli scambiatori ALL WELDED T PLATE W.

    Scelta di uno scambiatore di calore

    Scelta di uno scambiatore di calore – 2

    Scelta di uno scambiatore di calore – 3

    Scelta di uno scambiatore di calore – 3

    Bassa viscosità da liquido a vapore


    Nei casi in cui lo scambiatore può essere realizzato in acciaio al carbonio, si potrà utilizzare uno scambiatore a fascio tubiero, senza problemi.

    Quando invece viene richiesto un materiale più sofisticato oppure bisogna adeguarsi a normative alimentari, diventerà sicuramente più conveniente l’utilizzo di uno scambiatore a piastre PHE.

    Il PHE infatti offre molti vantaggi, tra questi il più evidente è la possibilità di espansione della superficie di scambio anche in un secondo tempo, che permette di soddisfare esigenze di domanda termica in crescita.

    Scelta di uno scambiatore di calore

    Scelta di uno scambiatore di calore – 2

    Energia da rifiuti e reflui zootecnici – 2

    Nel precedente articolo, avevo accennato ai principi di questo genere di impianti, ora scendiamo nei dettagli.
    Digestione anaerobica e produzione di biogas
    La miscela organica una volta pretrattata, viene inviata ad una sezione di digestione anaerobica dove avviene la degradazione della sostanza organica e la produzione di biogas, il tutto  con miscelazione e temperatura controllate.
    Il processo di digestione anaerobica avviene all’interno di digestori.