Gli scambiatori di calore in futuro potrebbero costare meno e raggiungere livelli di efficienza di scambio termico oggi impensabili, grazie a…. scambiatori di calore di plastica!
Questo apparentemente incredibile risultato potrebbe essere presto realtà grazie agli studi di Alberto Fina, ricercatore presso il Politecnico di Torino, che da anni lavora allo sviluppo di materiali nanocompositi polimerici termicamente conduttivi a base di grafene: un progetto di ricerca tanto promettente da essersi appena aggiudicato il finanziamento dell’Erc – European Research Council, istituito dalla Commissione Europea a supporto di progetti di eccellenza nella Ricerca.
Si tratta del progetto Intherm – Design, manufacturing and control of interfaces in thermally conductive polymer nanocomposites – che mira a realizzare polimeri a elevata conducibilità termica, aprendo eccezionali prospettive nel mondo delle macchine termiche e delle applicazioni di gestione dell’energia termica, del raffreddamento e del recupero di calore, anche da fonti di scarto a basse temperature, ampliando il raggio di possibili applicazioni di recupero termico ed efficienza energetica in una grandissima varietà di processi industriali. Questi nuovi materiali plastici consentirebbero infatti di realizzare scambiatori di calore compatti con costi inferiori fino al 50%, rispetto all’impiego dei tradizionali metalli impiegati per le superfici di scambio, acciaio inox o leghe di rame.