Gli scambiatori di calore vengono utilizzati spesso per il raffreddamento di impianti idraulici o di lubrificazione, in quanto qualsiasi macchinario o impianto che utilizza azionamenti idraulici, ha necessità di smaltire il calore ceduto dalle pompe e/o dal movimento meccanico generato, all’olio stesso.
Spesso vengono utilizzati scambiatori ad aria, in quanto le temperature di menteniento dell’olio non sono molto spinte (+45+50°C). Molte volte però il raffreddamento ad aria non è sufficiente, quindi si utilizzano scambiatori olio/acqua.
Nel caso in cui avvenga una rottura meccanica di un tubo o di una piastra, avviene la miscelazione di acqua e olio. Se l’acqua entra nel circuito dell’olio, i danni causati alle macchine asservite ai circuiti idraulici, possono essere molto gravi se non addirittura irrecuperabili. Per evitare questo genere di problemi, si utilizza un metodo molto semplice, ovvero mantenere la pressione del circuito idraulico (dell’olio per intenderci), maggiore di quella del circuito di raffreddamento (acqua), in modo che nella eventualità sopradescritta, ci sia piuttosto un trafilamento di olio nell’acqua, che verrà intercettato da un calo del livello di olio nel serbatoio, monitorato da appositi livellostati.
In questo caso un allarme potrà fermare la produzione, annullando i danni eventuali di cui parlavo sopra.
Un sistema più sofisticato, che viene utilizzato in alcuni specifici casi e su applicazioni con macchinari altrettanto sofisticati e costosi, è quello di ridondare i circuiti, realizzando un doppio circuito olio/olio/acqua, energeticamente è sicuramente penalizzante, ma dal punto di vista “danni” è decisamente imbattibile.