Spesso mi viene rivolta la domanda relativamente al criterio per scegliere quale fluido mandare e dove negli scambiatore di calore, ovvero come scegliere il circuito primario ed il circuito secondario.
Non esistono regole generali, ma esiste sempre il buon senso che ci fornisce delle seguenti linee guida per risolvere questo problema, in funzione soprattutto del tipo di scambiatore di calore che stiamo affrontando.
Nel caso specifico di scambiatori di calore a fascio tubiero, con tubi diritti scovolabili, la regola da seguire è:
– il fluido più sporcante passa nei tubi (si puliscono più facilmente)
– assicurare un corretta velocità ad entrambi i fluidi garantendo una buona turbolenza e contemporaneamente perdite di carico nel limite spesso indicato. (velocità media di un liquido si aggira intorno a 1-3 m/s mentre per un gas si ha una velocità dai 10 ai 40 m/s)
Nel caso ci trovassimo di fronte ad uno scambiatore a fascio tubiero ad U estraibile, il discorso diventa esattamente l’opposto. Ovviamente diventa più facile pulire i tubi all’esterno, una volta smontato il fascio.
Nel caso di scambiatori a piastre, salvo particolari dimensionamenti, non esiste una regola fissa, i circuiti essendo il più delle volte simmetrici (questo è l’unico dato da verificare), possono essere invertiti, l’importante è ovviamente mantenere il flusso controcorrente o equicorrente, come da progetto.
Se vogliamo esiste una regola di buona installazione, che nel caso di fluidi a temperature estreme (calde o fredde), il fluido più caldo o più freddo (ripeto in caso di temperature estreme), passi nei canali più interni, ovvero non investa le piastre più esterne, minimizzando così le (già basse) dispersioni verso i fusti dello scambiatore e quindi verso l’ambiente esterno.