I gas frigoriferi che vengono impiegati nei chiller per le applicazioni di refrigerazione e raffreddamento nei processi industriali sono causa di emissioni a effetto serra, una volta che vengono liberati nell’ambiente. Per questa ragione, i costruttori di scambiatori a piastre saldobrasati, componente chiave nella realizzazione di gruppi frigoriferi per il raffreddamento di acqua e soluzioni incongelabili, spingono l’innovazione e la ricerca verso soluzioni che siano in grado di ridurre il carbon footprint della refrigerazione industriale.
Gli scambiatori saldabrasati vengono impiegati nei chiller in funzione di condensatori, in caso di condensazione ad acqua, o come evaporatori, ossia come scambiatori tra il gas frigorigeno che evapora e il fluido da raffreddare, che sia acqua, soluzione glicolata oppure olio.
Ridurre l’impatto ambientale della refrigerazione industriale è quindi possibile grazie allo sviluppo e all’impiego di scambiatori saldobrasati a micro channel, ovvero scambiatori che presentano piastre con una profondità di stampaggio molto ridotta, nell’ordine dei 2 mm, 2,5 o 3 mm circa, a seconda del fluido che si andrà a utilizzare con lo scambiatore.
La sfida è pertanto realizzare macchine che garantiscano la stessa resa termica ma impiegando una ridotta quantità di gas frigoriferi. Ciò per avere volumi di freon o gas frigorifero molto più contenuti in caso di dispersione nell’ambiente. Il fatto di avere canali di passaggio tra le piastre molto piccoli consente quindi di avere meno gas che passa tra di esse, ottenendo la stessa resa termica.
Normalmente, la dimensione di questi canali negli scambiatori deve avere un certo diametro, onde evitare fenomeni di sporcamento e intasamento, in relazione quindi al tipo di applicazione. Nel caso dei chiller, l’acqua circola nello scambiatore a circuito chiuso, venendo perciò filtrata all’inizio, prima di caricare il sistema, ed è poi sempre la stessa che viene continuamente fatta circolare su se stessa. Pertanto difficilmente presenta particelle tali da causare sporcamento o intasamenti. Inoltre, lo scambiatore/evaporatore lavora a temperature molto basse, e sicuramente al di sotto dei livelli di temperatura che provocano la precipitazione dei carbonati, motivo in più per cui questi scambiatori non sono soggetti a sporcamento.
Per queste ragioni, è pertanto possibile impiegare canali di passaggio molto più piccoli, riducendo la quantità di gas frigorifero che circola nell’impianto creando così dei gruppi frigoriferi con un carbon footprint ancora più contenuto.