Prendendo spunto da un bellissimo e interessante video pubblicato sul canale Youtube di Kaori, nostro storico partner per gli scambiatori a piastre saldobrasati, parliamo di scambiatori di calore a doppia parete.
Gli scambiatori di calore a doppia parete sono degli scambiatori di sicurezza, che hanno la peculiarità di avere una doppia piastra, da cui la denominazione ‘double wall’, doppia parete. Ciò fa sì che anche in caso di rottura di una piastra, per foratura, per corrosione o altro, non ci può essere miscelazione tra il fluido primario e quello secondario.
Questo tipo di costruzione è applicabile sia su scambiatori a piastre saldobrasati che su scambiatori a piastre con guarnizioni, ma anche negli scambiatori a fascio tubiero. Vengono applicati laddove è assolutamente necessario garantire che in nessun caso vi possa essere miscelazione tra i due fluidi. Esempi sono l’industria alimentare, dove bisogna scongiurare che il prodotto da raffreddare prima di essere imbottigliato, ad esempio acqua minerale, bibite, latte o vino, possa mischiarsi con l’acqua di raffreddamento, magari nemmeno potabile.
Altre applicazioni degli scambiatori di calore a doppia parete sono con olio idraulico e olio diatermico, dove la presenza di acqua all’interno dell’olio sarebbe dannosa se non estremamente pericolosa. Ancora, il raffreddamento dell’olio nei trasformatori di potenza, dove la miscelazione di acqua e olio potrebbe portare danni molto costosi.
Negli scambiatori con guarnizioni, la rottura di una guarnizione non comporta la miscelazione dei fluidi, in quanto in tal caso questi fuoriescono dallo scambiatore. La miscelazione può avvenire solo in caso di rottura di una piastra. Con gli scambiatori a doppia parete, in caso di rottura di una piastra la perdita va verso l’esterno, e quindi è immediatamente visibile. Questa visibilità non è invece così immediata in uno scambiatore a fascio tubiero. In tal caso, si ha una camera di raccolta dove finiscono le eventuali perdite, e al cui interno possono essere installati dei sensori che allertano il personale di manutenzione della perdita e quindi della rottura di un tubo.
Ovviamente si tratta di una tipologia costruttiva molto più costosa, in quanto come minimo viene raddoppiato il materiale. Inoltre, il raddoppio delle piastre, con una intercamera d’aria che si crea tra fluido primario e secondario, diminuisce i coefficienti di scambio termico. Ciò richiede di conseguenza che venga aumentata la superficie di scambio. Effetto che è ancora più evidente negli scambiatori a fascio tubiero, dove già in partenza si lavora con coefficienti di scambio termico molto bassi, che diminuiscono ulteriormente a causa dell’inserimento di un tubo nel tubo e di una camera d’aria addizionale.
D’altra parte gli scambiatori a doppia parete sono inevitabili in tutte quelle applicazioni dove è necessario scongiurare a tutti i costi la miscelazione tra i fluidi.
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