Scambiatori di calore a piastre…faq

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faq…frequently asked question

Quali sono le comande che ci vengono poste da svariati anni sugli scambiatori di calore a piastre, abbiamo fatto una bella analisi al nostro interno, parlando con:
-servizio commerciale

-service

-post vendita

ed è scaturito il seguente interessante risultato:

Di seguito riportiamo le domande più frequenti in relazione agli scambiatori di calore a piastre ed alla loro applicazione nei processi industriali.
Non esitate a contattarci per ulteriori delucidazioni potessero necessitarvi.

1. Si possono invertire primario con secondario?
l’esecuzione controcorrente (maggioranza dei casi) o equicorrente come da progetto, ovvero se il primario entra in alto il secondario dovrà entrare dal basso (in caso di controcorrente). Se si tratta di scambiatori equicorrente, entrambi i fluidi dovranno avere ingressi in alto ed uscite in basso o viceversa. E’ consigliabile in ogni caso chiedere di volta in volta all’ufficio tecnico l’effettiva possibilità di invertire i circuiti, infatti potrebbero venir modificati i dati di progetto. In ogni caso è possibile determinare a priori direzione dei fluidi, per specifiche necessità di piping.

scambiatori 1 

 

2. Si possono avere connessioni di diametro differente tra primario e secondario?
Eccettuati alcuni modelli particolari di scambiatori a piastre, solitamente gli scambiatori a piastre hanno tutti gli attacchi dello stesso diametro.

3. Posizione degli attacchi
Siccome gli scambiatori potrebbero presentare attacchi incrociati o paralleli, è consigliabile in caso di dubbi, chiedere di volta in volta all’ufficio tecnico l’effettiva posizione degli attacchi, se si è sprovvisti della specifica di calcolo. Per tutti gli scambiatori bisogna sempre e comunque rispettare la direzione del flusso (controcorrente oppure equicorrente, vedere punto 1).

4. Guarnizioni, incollate/non incollate
Ormai le guarnizioni cosiddette CLIP, hanno preso il sopravvento: rapidità di montaggio/smontaggio, minori costi di manutenzione e tempi di intervento ridotto, portano all’utilizzo sempre più diffuso di queste ultime.

Le guarnizioni incollate si utilizzano solamente su qualche tipologia di scambiatore di piccola taglia.

Detto ciò, va precisato che le guarnizioni di uno scambiatore non devono essere sostituite tutte le volte che lo si apre per pulirlo o per fare manutenzione, partendo da questo assunto possiamo definire quanto segue: le guarnizioni incollate presentano una sostituzione più laboriosa in quanto si deve staccare la guarnizione, pulire accuratamente la sede, mettere la colla su sede e guarnizione e procedere all’incollaggio.
Le guarnizioni senza colla, una volta smontate e pulita la sede, vanno montate negli appositi incastri, molto rapidamente.

5. SPORCAMENTO/FILTRAZIONE
Il passaggio idraulico negli scambiatori a piastre per applicazioni standard varia da 2,5 a 4 mm. Si consiglia una filtrazione meccanica con grado 0,5/1 mm.

6. Coefficiente di scambio: che tipo di rapporto esiste tra la superficie di scambio di un fascio tubiero ed un piastre?
Grosso modo si può parlare di un rapporto 1:4 – 1:5. Infatti per una applicazione HO/H2O per un tubiero si usa di solito un coefficiente di 1000-1500 Kcal/m2 h °C e per un piastre di 4000-6000 Kcal/h m2 h °C. In prima battuta quindi si può affermare che per un tubiero da 100 m2 l’equivalente a piastre sarà di 25-30 m2.

7. Posso utilizzare il calcolo fatto per piastre in AISI 316 anche per piastre in Titanio?
Certamente, anzi il delta/lambda (spessore/coefficiente di conducibilità del metallo) e’ a favore del Titanio.

8. In specifica viene indicato il 316L (low carbon). Perche’ mi offrite il 316 normale?
Il 316 L veniva indicato come materiale per i fasci tubieri in quanto garantiva una migliore saldatura. Essendo la piastra stampata a freddo ed esente da saldature, il 316 low carbon non e’ necessario.

9. PORTATA/DIAMETRO BOCCHELLI. Aumentando la portata dell’acqua di raffreddamento per diminuire la superficie di scambio necessaria si e’ ottenuto uno scambiatore a piastre più costoso. Come mai?
Poiché il sistema di calcolo utilizza come test condizionale il valore di 5.5 m/sec di velocità nelle connessioni, aumentando la portata si e’ dovuti passare ad una taglia superiore di bocchelli e quindi di conseguenza ad uno scambiatore con piastra più grande, per cui l’incidenza del costo del fusto e’ pi elevata. Il piastre a differenza del tubiero non necessita di elevate portate dell’acqua di raffreddamento, anzi il range ottimale tra i due fluidi e’ tra 1:1 e 3:1.

10. Perdite di carico: Come mai ho in mano offerte di piastre con superfici a volte il doppio rispetto ad altri fornitori?
Bisogna verificare se le perdite di carico sono comparabili… Utilizzare 1 bar anziché 0.5 bar può drasticamente ridurre la superficie di scambio necessaria.

11. Utilizzo orizzontale
Posso installare un piastre in posizione orizzontale? In linea di massima si e’ possibile.

 

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Pubblicato in Energia Termica, Scambiatori di calore

51 commenti su a “Scambiatori di calore a piastre…faq

  1. buongiorno , secondo la sua esperienza , quale è la perdita di prevalenza minima che un piastre deve creare per avere sufficiente turbolamento ? vorrei subire il salto temperatura più basso possibile .

  2. Buongiorno Tommaso, grazie per averci contattati.
    solitamente per questa applicazioni è sufficiente un nostro saldobrasato della serie TCB900, con un numoro di piastre variabile da 30 a 50, dipende dalle perdite di carico massime ammissibili.
    se mi comunica qualche dato ulteriore vedo di fare un dimensionamento di massima.
    cordialmente
    valter

  3. Salve. È possibile che uno scambiatore a piastre se sottodimensionato , possa mandare in cavitazione l’ acqua ? Siamo sull’ ordine di 860 l/h lo scambiatore vs 2000 l/h la pompa del secondario . Grazie . riscaldamento

  4. Buongiorno, indicativamente quali sono le dimensioni giuste per uno scambiatore a piastre installato a protezione di una caldaia a condensazione da 35 kW? Vorrei massimizzare la condensazione

  5. Buongiorno Claudio,
    purtroppo non riesco a comprendere la natura del quo quesito.
    se l’acqua calda che entra a 75°C esce a 60°C, significa che cede il calore all’acqua sul secondario (acqua del riscaldamento o sanitaria), che si riscalderà.
    Il salto termico di progetto solitamente è di 10/15°C circa, dipende dal progetto della caldaia.
    Mi ricontatti se non sono stato chiaro.
    Cordiali saluti,
    valter

  6. Buonasera Filippo,
    per quanto riguarda il promo quesito, come ha correttamente commentato, lo scambiatore è sicuramente sovradimensionato. In questi dimensionamenti è abbastanza normale.
    L’idea di abbassare a step la temperatura del primario, per verificare quella ideale, mi pare decisamente sensata ed attuabile.
    Una coibentazione ha un impatto economico trascurabile, ma immagino sia complicato inserirla in un impianto esistente.

    Per la sua seconda proposta, le ho inviato una email
    Cordiali saluti e grazie per il contatto.
    valter

  7. Attualmente all’Interno di una piscina è installato uno scambiatore a piastre con fluido caldo a temperatura 70 in entrata e 60 in uscita. Fluido freddo con temperature rispettivamente 30 e 35. Il sistema funziona correttamente. Mi sono accorto tuttavia che l’ambiente tecnico ove è lo scambiatore e la serie di tubi è eccessivamente caldo segno che avvengono alte dispersioni termiche verso l’esterno dell’impianto. È per questo che vorrei far abbassare a step la temperatura di ingresso allo scambiatore del fluido caldo. In tal modo si ridurrebbe il delta T tra impianto e ambiente esterno ipotizzando ragionevolmente che lo scambiatore sia sovradimensionato dunque senza necessità di incrementare la superficie di scambio cioè senza incrementare la dimensione dello scambiatore. Non sarà necessario ritoccare le coibentazione del groviglio di tubi, il gestore non vorrebbe accollarsi tale spesa.
    Ciò a mio avviso porterebbe a vantaggi economici per risparmio energetico. Cosa ne pensa? Come possono quantificarsi tali vantaggi? C’è qualche controindicazione?

    Altra cosa…lavoro presso il dipartimento tecnico di una importante multinazionale del Lazio. Mi sto occupando di efficientemente energetico e sto valutando la possibilità di recuperare calore da alcuni forni per produrre freddo con macchine ad assorbimento e per produrre acqua calda per impianti di teleriscaldamento. Mi piacerebbe scambiare due chiacchiere magari inviarle alcuni dati e magari proporle una visita presso di noi. Qualora le interessasse può richiedermi i contatti lavorativi sulla mail personale da me indicata.
    Distinti saluti

  8. Buongiorno Giancarlo,
    considerando che si devono fare i conti inevitabilmente con le temperature, progetterei scambiatori molto spinti, con differenze medie logaritmiche fra primario e secondario ridotte. In questo modo si sfrutterebbe tutta la potenzialità della caldaia (salvo una trascurabile perdita legata all’efficienza dello scambiatore), la si preserverebbe da sporcamenti ed intasamenti derivanti da vecchie tubazioni, concentrando le eventuali manutenzioni sui più “accessibili” scambiatori a piastre.
    Probabilmente lo scambiatore avrebbe un valore importante, ma è un investimento che fatto una volta…rimane.
    Cordialmente

    valter

  9. giancarlo da soghe dice:

    Nella mia zona esistonoimpianti centrali condominiali tradizionali a colonne( anni 60 ) . Come si deve dimensionare uno scambiatore a piastre tra primario e secondario ( installato al fine di preservare le delicate caldaie a condensazione da intasamenti e calcale ) per Non perdere il beneficio energetico della Condensazione

  10. Buongiorno Sig. Ghiara, abbiamo già realizzato parecchie installazioni funzionanti su questo tipo di applicazione.
    Mi contatti senza problemi che le posso dare qualche “dritta”.

  11. buondi’! sto facendo alcune considerazioni generali su un progetto che mi appassiona da molto, ovvero un piccolo generatore ORC a biomassa. Avrei bisogno di alcune “dritte” su due componenti, evaporatore e condensatore. (in realta’ son tre perche’ c’e un pre riscaldatore intermedio.
    per ordine:
    Dispongo di un fluido (olio diatermico) a 300 gradi. vorrei scambiare con un fluido organico ( R134a, HW R245fa, ecc..) che dovrei portare a 140 gradi e a questa condizione la pressione dovrebbe essere di circa 30 bar. la potenza traferita dovrebbe essere 200KWh
    a valle della turbina dovrei condensare il fluido a 20 gradi per farlo tornare in fase liquida e poterlo re inviare nel’evaporatore e ripartire con il ciclo.
    a 20 gradi la pressione del fluido e’ di circa 4 bar.

    Per l’evaporatore : a piaste?
    per il condensatore a fascio tubiero?

    grazie dei consigli..

  12. Buongiorno Marco,
    mi pare di capire che si tratti di un impianto “once trough”, ovvero una produzione istantanea di acqua calda, da acqua di rete.
    In questo caso onestamente c’è poco da fare, anche un dosaggio di chemicals, sarebbe poco efficace, oltre a comportare un inquinamento dell’acqua che magari non può essere accettato del processo stesso che la utilizza.
    Purtroppo in un caso come questo, l’acqua presa dalla rete, passa inevitabilmente per la temperatura di precipitazione dei carbonati.
    Esistono sistemi che permettono di limitare la formazione di calcare, tramite dispositivi elettronici/magnetici, ma non ne ho mai testati e non sono in grado di confermarne l’efficacia.
    Potrei consigliarle di pensare ad uno scambiatore a piastre sicuramente, ispezionabile, con guarnizioni clip, in modo da ridurre il più possibile l’impatto della manutenzione ordinaria.

    Buon lavoro.

  13. Buongiorno
    Devo dimensionare uno scambiatore che riscaldi a 90° acqua molto dura che deve poi essere immessa in un impianto di pompaggio/dosaggio industriale.
    Cosa devo fare per evitare/ridurre il deposito di calcare nel circuito?
    Ho pensato anche di mettere lo scambiatore a valle di tutto il circuito idraulico ma vorrei avere un’idea di questo problema e di quanto può incidere sull’efficienza e durata di un impianto idraulico.

    Grazie per la sua disponibilità

    Marco

  14. Buona giornata Simone,
    che io sappia software free non ne esistono.
    Qualche costruttore fornisce dei software per predimensionare gli scambiatori a piastre, ma sono solitamente coperti da licenze di uso o codici di attivazione.
    Noi stessi abbiamo dei software per il calcolo di scambiatori di calore, ad uso professionale.
    Se le servono valutazioni, magari mi invii qualche dato che le fornisco maggiori informazioni.

    Grazie a lei

  15. Buongiorno,

    non so se ha già risposto in precedenti post, ma c’è qualche software free o qualche articolo/libro che spiega al variare dei parametri come varia il comportamento di uno scambiatore a piastre? Per esempio, variando l’area (aumentando le piastre), ma mantenendo inalterate le portate e le temperature d’ingresso come variano le temperature d’uscita, oppure diminuendo una portata sapere variano le temperature d’uscita, ecc.

    grazie.

  16. Buongiorno Kiaretta,
    probabilmente non riesco a capire la domanda, solitamente imposta una potenzialità da scambiare, necessaria per gli utilizzi, le portate del secondario e quindi il salto termico vengono stabiliti come progetto, mentre dal primario, si prende lo schema termico con una conseguente portata da spillare dall’impianto principale.

    Mi contatti pure se lo ritiene utile, posso provare a farle un dimensionamento.

    Un cordiale saluto

  17. Salve,ho effettuato il calcolo dell’area di scambio di uno scambiatore a piastre che si trova come step intermedio tra le pompe di calore ed un sistema di stoccaggio termico (pozzi) in un impianto ATES.Il calcolo è stato effettuato a partire dalla potenza termica richiesta dall’edificio,circa 78 kW per il raffrescamento,e la portata delle pompe di calore,circa 4,8 l/sec.Al primario dello scambiatore ottengo,però una portata maggiore rispetto a quella che dal secondario passa nella pompa di calore.Volevo chiedere se c’è qualche procedura di calcolo alternativa per confrontare i risulatati.

    Grazie mille

    Saluti

  18. Buongiorno Davide,
    solitamente negli scambiatori a piastre non esiste una sostanziale differenza tra i circuiti primario e secondario, sono praticamente simmetrici (salvo alcuni casi con scambiatori “speciali” o a più passaggi).
    Allo stesso modo non c’è differenza tra alto e basso.
    E’ però importante che i fluidi vengano collegati in controcorrente, ovvero se il primario entra in alto ed esce in basso, il secondario deve entrare in basso ed uscire in alto, questo per mantenere l’efficienza di progetto, Uno scambiatore a piastre installato in equicorrente, perde moltissima efficienza.
    La rimando a queste FAQ che possono esserle utili.
    Per la questione del diametro, sicuramente una strozzatura come quella di cui parla, provoca una diminuzione di portata e quindi una diminuzione di resa. Portando tutto a 3/4″ la situazione dovrebbe migliorare.

  19. Buongiorno

    se possibile volevo alcuni chiarimenti riguardo ad uno scambiatore a piastre con guarnizioni. Ho consatato che è ad attacchi incrociati, c’è differenza tra il circuito primario e quello secondario? C’è un alto e un basso o è indifferenteil senso in cui lo montero?
    Nel circuito primario devo fare circolare l’ acqua della caldaia con tubazioni da 1″, nel circuito secondario devo fare entrare l’acqua dell’acquedotto che mi arriva con un tubo da 3/4″ ma prima di entrare nello scambiatore esistente viene ridotta a 1/2″ per poi uscire di nuovo con tubazioni da 3/4″. L’impianto deve asservire a due appartamenti più un bagno posto nel garage. Se uniformo l’ entrata dell’acqua sul secondario(acqua fredda dell ‘acquedotto)a 3/4 porterò miglioramento o meno? (ora quando si aprono più rubinetti contemporaneamente c’è uno spiacevole calo di acqua calda)

  20. Buongiorno Raffaele,
    il problema potrebbe essere legato alla portata di acqua sul secondario, molto elevata.
    Riesce a rilevare le dimensioni dello scambiatore? potrei fare una verifica sommaria.

  21. Buongiorno, volevo alcuni chiarimenti.
    Ho uno scambiatore a piastre saldo brasato, mi è stato dato a corredo della caldaia di potenzialita 240KW.
    Purtroppo non ho i dati dello scambiatore perchè non c’è targhetta.
    Il problema è il seguento; ho la temperatura dell’acqua in igresso dello scambiatore circuito primario a 80°C e l’uscita a 70°C mentre sul circuito secondario ho l’ingresso a 60°C e l’uscita a 62°C.
    Volevo sapere come mai il deltaT del secondario è solo di 2°C, quali potrebbero essere le cause.
    Grazie

  22. Buongiorno Valerio,
    Per utilizzo come termosifone, intendo senza circolazione forzata dell’acqua tramite pompa, ma con circolazione per convezione, ho capito correttamente?
    Gli scambiatori a piastre non si prestano bene a questo tipo di applicazione per via dei piccoli passaggi idraulici all’interno. L’ideale sarebbe installare almeno un circolatore che favorisca lo scambio termico.
    Però lei mi parla di una vasca e forse capisco male io.
    Se riuscisse a spiegarmi meglio l’applicazione posso provare ad aiutarla.

  23. Salve, mi trovo a dover dimensionare uno scambiatore come un termosifone, ma per una vasca. posso utilizzare uno scambiatore a piastre? se si, di che dati ho bisogno per il dimensionamento? grazie

  24. Questa è già più difficile, in quanto dipende da quanto è incrostato lo scambiatore.
    consideri che in linea di massima gli scambiatori installati su sottostazioni di teleriscaldamento non si dovrebbero sporcare, in quanto l’acqua che circola è in circuito chiuso, quindi una volta depositata la quantità di calcare contenuta nell’acqua, lo sporcamento “termina”.
    Per monitorare lo sporcamento di calcare, sui nostri impianti montiamo manometri a monte e valle dello scambiatore, per verificare l’incremento delle perdite di carico, quando raggiungono un valore limite, si interviene con la pulizia.

    cordialità.

  25. Elvio Marchetto dice:

    Gentile Bolchi, grazie per la risposta, è convincente.
    Le pongo ancora un altro quesito: qanto incide sulla resa uno scambiatore con le piastre incrostate di calcare? Grazie . Elvio

  26. Buongiorno Elvio,
    La sua domanda è lecita, la risposta semplice.
    Lei paga per il calore che utilizza, ovvero per l’energia che consuma:
    potenza termica (energia consumata) = portata di acqua (costante basata su suo impianto e fornita da una pompa di riciclo) * differenza di temperatura dell’acqua in ingresso e quella in uscita ( i suoi 30°C)

    Diciamo che a parità di “salto termico” lei consuma sempre la stessa quantità di energia.
    Il fatto di avere acqua calda “meno calda”, probabilmente le farà avere una temperatura in casa un po più bassa, ma onestamente dipende da come è stato progettato l’impianto.
    Solitamente gli impianti recenti vengono progettati per funzionare con caldaie a condensazione (nel caso di riscaldamento autonomo), quindi con temperature di caldaia più basse, proprio per sfruttare meglio l’energia (ovvero maggiori recuperi).
    Anche nel caso del teleriscaldamento si tende a progettare gli impianti per lavorare con temperature più basse…

  27. Elvio Marchetto dice:

    Buon giorno. Sono un utente di teleriscaldamento e premetto che sono completamente digiuno di nozioni tecniche in materia,per cui mi scuso fin d’ora se porrò delle domante ….. ovvie.
    Mi è stato spiegato che l’addebito del consumo viene calcolato sulla diffetrenza della temperatura dell’acqua in entrata e quella in uscita, esempio: entrata 90° uscita 60°= addebito su 30. Ne consegue che i miei radiatorisi sono riscaldati in quella fascia di calore cioè fra 90 e 60. Però se l’entrata dell’acqua è ad esempio di 75° e l’uscita è a 45° la differenza resta sempre di 30° ma i miei radiatori si saranno riscaldati solo in quella fascia di temperatura e io pago sempre su 30. Sono stato poco chiaro? Ho sbagliato tutto?Mi scuso e ringrazio. Elvio

  28. Buongiorno Marco,
    per darle dei valori attendibili, servirebbe conoscere il tipo di scambiatore che sta dimensionando:
    a piastre
    a fascio tubiero

    In attesa di un suo gentile riscontro, le auguro Buone Feste

  29. Salve a tutti, io sto eseguendo un dimensionamento di uno scambiatore di calore in controcorrente.
    Sarebbe in grado di segnalarmi alcuni coeff liminare di scambio tra fluido caldo(acqua 120°C) e parete, fluido freddo (acqua 80°C)e parete, fluido caldo (olio 90°C) e parete, gas caldo (fumi a 500°C)e parete, fluido freddo (aria ambiente) e parete?
    Inoltre avrei bisogno un valore per una resistenza termica di sporcamento dello scambiatore.

  30. Buongiorno Lorenzo,
    ho fatto una simulazione con uno scambiatore avente piastre simili, non dovrebbe avere problemi a scambiare tutti i 25 KW con lo schema termico che mi aveva comunicato:
    80/70
    60/70
    2000/2200 l/h
    con perdite di carico nell’ordine di 0,2-0,3 bar

  31. Buonasera, lo scambiatore ha 20 piastre da 0,039mq l’una ed in base alle caratteristiche sopra riportate nelle condizioni di progetto sembrerebbe poter scambiare 32000 Kcal/h. Ora ci vado a collegare una caldaia da 25Kw, e lo alimento con un aportata di 2000 l/h anziché 3200 l/h vorrei capire nelle nuove condizioni quanta potenza riesce a scambiare.

    Come potrei fare?

    Grazie in anticipo

  32. Buongiorno Lorenzo,
    mi pare di capire che debba verificare la massima performance che ottiene dallo scambiatore già installato, ma con nuove e diverse condizioni di utilizzo.
    Software di calcolo alla mano basta inserire i dati geometrici dello scambiatore e lanciare un calcolo di massima performance.
    A parità di carico termico, variando solamente le portate, cambiano i salti termici, che passano (teoricamente) da 10°C a 16°C…
    ripeto teoricamente.
    Ho infatti provato a simulare un calcolo con il nostro software: lo scambiatore che soddisfa con margine le condizioni di progetto iniziali, non riesce a dare la stessa potenzialità termica nel secondo caso (le temperature sono troppo incrociate ed il salto termico medio logaritmico troppo spinto). In definitiva si ha un derating del 20% circa.
    Non so però come sia stato dimensionato il suo scambiatore (con quali margini di sovradimensionamento e soprattutto quale design di piastra).
    Se mi comunica maggiori dati, cercherò di essere più preciso.

    Buona serata

  33. Buongiorno, mi trovo nella seguente situazione, sto analizzando uno scambiatore a piastre a flusso incrociato avente i seguenti dati (da scheda tecnica):

    Portata primario 3200 l/h
    Portata secondario 3197 l/h
    Temperature primario 80°/70°
    Temperature secondario 60°/70°

    Ora mi trovo a dover alimentare questo scambiatore con 2000 l/h su entrambi i lati, note le temperature di ingresso primario 80° e di ingresso secondario 60° come determino le temperature in uscita da entrambi i lati.

    Ringrazio anticipatamente

  34. Buongiorno,
    per i dati sul secondario (avendo fissi i dati sul primario), dipende dall’utenza che si deve asservire, faccio un esempio:
    immagino di avere uno scambiatore con sul primario acqua di caldaia, ingresso 80°C uscita 70°C.
    Sul secondario se devo asservire utenze “sanitarie”, avrò tipicamente acqua da acquedotto a 15°C in ingresso con una necessità in uscita di circa 45°C “once trough” ovvero che viene riscaldata istantaneamente, invece se dovessi asservire un sistema di riscaldamento avrò acqua in ricircolo, con una temperatura iin uscita che dipende dal tipo di impioanto da asservire (a pavimento, a radiatori, a fan coils).
    Lo stesso discorso si può applicare al raffreddamento o ai processi industriali.
    Se ha maggiori dettagli le posso dare dei suggerimenti.
    Se invece vuole cimentarsi con qualche formula, può guardare questo link

  35. buongiorno, ho un problema analogo a quello di giovanni. Mi trova a definire delle temperature e portate sul lato secondario di uno scambiatore dati i “dati” del primario.
    Vorrei sapere se è possibile aver qualche testo di riferimento/esempi o formule di calcolo.
    Ringrazio in anticipo per l’attenzione.

  36. scusa se ti disturbo ancora ma ho scaricato il programma ma al momento dell’apertura mi dice….

  37. inanzi tutto voglio ringraziarla per la sua cortesia e disponibilita. comunque i dati forniti erano da esempio,in quanto al momento non ho uno scambiatore da valutare.volevo un po capire come reagisce uno scambiatore cambiando le condizioni di esercizio.
    capisco che non e facile spiegare tutto questo in due parole. le chiedo se può suggerirmi un libro o una rivista che trattano l’argomento con degli esempi e formule

  38. Gentile Giovanni,
    i numeri inseriti non mi quadrano molto, in ogni caso ogni scambiatore viene dimensionato per le condizioni richieste, poi va verificato ad altre condizioni per capire se può rispettare le nuove condizioni o meno.
    Diciamo che se lo scambiatore citato serve per produrre sul secondario acqua calda, abbassando le temperature sul primario, si avrà un abbassamento delle temperature anche sul secondario.
    Inoltre diminuendo la differenza di temperatura media logaritmica fra i due circuiti, inevitabilmente diminuirà anche la resa.
    Se mi manda dei dati, posso fare delle simulazioni.

  39. volevo capire un concetto sul comportamento degli scambiatori :
    uno scambiatore di circa 90000 kcal con ingresso sul
    primario 85°C e uscita 65°C con una portata di circa 6000 litri ora. cambiando l’ingresso a 50°C e uscita a 35°C con la medesima portata cambia la resa sul primario?
    e sul secondario cosa succede?

    vale come principio su tutti i tipi di scambiatori ?

  40. La domanda non è stupida, anzi.
    L’aumento o la diminuzione delle portate, provocano un incremento o una diminuzione della turbolenza, di conseguenza anche dei coefficienti di scambio.
    E’ chiaro che c’è un limite fisico legato alla geometria ed alle sezioni di passaggio all’interno dello scambiatore.
    Moto laminare o turbolento

  41. forse la domanda è stupida ma volevo capire se e come cambia la resa in uno scambiatore qualora variano le portate sul primario o secondario : grazie

  42. Gentile Antonio,
    la scelta dei materiali costruttivi di uno scambiatore a piastre è legata al tipo di fluidi che si devono “trattare”, come dicevo in un precedente post. Solitamente quando si parla di acqua, può andare benissimo AISI 304 o AISI 316 (dipende dalla grandezza dello scambiatore).
    Diversamente, bisogna scegliere il materiale idoneo in funzione della compatibilità dei fluidi come dicevo sopra.
    Per i costi bisogna prima di tutto dimensionare l’apparecchio. Per poterlo fare, servono i classici dati che compongono il bilancio termico su primario e secondario, oltre alle perdite di carico massime ammissibili.

  43. vorrei sapere quali materiali usare per uno scambiatore di calore a piastre ed il relativo costo.
    grazie

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