Dedichiamo un ultimo articolo al tema Olio diatermico nelle centraline di termoregolazione, per affrontare due importanti questioni: la cavitazione e la coibentazione del sistema.
Per il buon funzionamento di un impianto a olio diatermico è necessario escludere la presenza di bolle d’aria nel circuito dell’olio nell’impianto. In caso contrario, le attrezzature sono esposte al rischio di cavitazione, fenomeno che danneggia le pompe e i componenti del sistema, compromettendo inoltre seriamente l’efficienza di termoregolazione.
In fase di avviamento della centralina è quindi opportuno effettuare cicli di sfiato dell’aria facendo girare a vuoto la pompa di circolazione, aumentando la temperatura fino a 100°C e continuando con cicli a vuoto incrementando la temperatura a step successivi.
Per quanto riguarda coibentazione e perdite, ricordiamo sempre che l’Olio diatermico è infiammabile, e presenta un punto di autoaccensione oltre il quale a contatto con l’aria porta allo sviluppo immediato di incendi. Nella coibentazione di una centralina a olio diatermico è quindi consigliabile evitare l’impiego di isolanti in grado di assorbire eventuali perdite o trafilamenti di olio, lasciando piuttosto che l’olio sia libero di scaricarsi in vasche di raccolta. Nel caso in cui infatti l’olio ad alta temperatura finisca nei pori del materiale isolante, il contatto con l’aria innesca il processo di ossidazione, portando ulteriore calore che si aggiunge a quello dell’olio, con rischio di superare il punto di autoaccensione del fluido diatermico.
In generale, infine, onde ridurre al minimo il rischio di perdite ecco alcuni accorgimenti nella scelta dei componenti. Per piccole e medie portate, e per temperature dell’olio oltre i 200 gradi, è opportuno ricorrere a pompe di circolazione a trascinamento magnetico, senza problemi di tenuta meccanica. Per portate elevate, la scelta cade invece su pompe speciali flussate con tenute meccaniche per alte temperature.
Nella scelta degli scambiatori di calore in centraline a olio diatermico, è invece meglio evitare raccordi filettati, esposti al rischio certo di perdite di olio a causa delle dilatazioni termiche nell’impianto. Meglio ricorrere eslcusivamente a saldature o flangiature, con guarnizioni in grafite rinforzata o spirometalliche.