Continuiamo a parlare di Olio diatermico nelle centraline di termoregolazione. Come già detto, l’olio diatermico presenta un’elevata stabilità termica, fino a temperature tra 320 e 350°C. Superata questa soglia, nell’olio si avvia un processo di cracking, o piroscissione, con rottura delle catene molecolari del fluido diatermico e formazione di residui carboniosi e particelle leggere a base di idrogeno.
Servono quindi particolari attenzioni costruttive e di progettazione affinché l’olio non sia esposto al rischio di cracking. L’installazione di una pompa di circolazione è necessaria per assicurare lo scambio termico tra i terminali, e per tenere controllata la trasmissione del calore nei generatori. La temperatura del film d’olio a diretto contatto con le pareti calde di trasferimento deve infatti essere mantenuta al di sotto della soglia limite di stabilità chimica, e in particolare non deve superare di oltre 25-30°C quella media dell’olio in uscita dalla caldaia, e deve essere più bassa di 30-40°C rispetto a quella di cracking del tipo di fluido diatermico usato.
La velocità di circolazione è un altro fattore da curare, non deve infatti essere troppo bassa per non incorrere in surriscaldamenti locali, che pure portano a decomposizione termica dell’olio dei processi di cracking o piroscissione. Anche in caso di arresto dell’impianto, per lo stesso motivo la circolazione dell’olio non deve essere fermata, altrimenti si va velocemente incontro al surriscaldamento del fluido. L’olio diatermico in caso di arresto dell’impianto deve essere mantenuto in circolazione al suo interno, almeno per il tempo necessario a far scendere la temperatura dell’olio al di sotto di 200°C.
Qualora in fase progettuale e di dimensionamento non si prendano i dovuti accorgimenti per ridurre al minimo il rischio di cracking, il formarsi di depositi carboniosi e il loro depositarsi sulle pareti interne dell’impianto hanno due conseguenze negative: riduzione del volume interno disponibile per il flusso e abbassamento della conducibilità e dell’efficienza di trasferimento termico. In aggiunta, aumentano in proporzione i rischi di surriscaldamento locale, accelerando il processo di decadimento dell’olio stesso.
In tema di surriscaldamento dell’olio, riportiamo infine uno stralcio dal nostro Manuale Tempco sull’Energia termica sulla scelta delle resistenze elettriche:
“A condizioni di alta temperatura, poco incide a livelli di costo e selezione dei componenti la voce resistenze elettriche, ma è importante che queste abbiano carichi specifici bassi per non deteriorare l’olio diatermico, ed è opportuna la presenza di un tronchetto inerte, per non trasmettere calore alla scatola delle connessioni elettriche. Indispensabile anche un termostato di sicurezza di alta temperatura”.