Gli impianti di raffreddamento di grossa potenzialità, che lavorano soprattutto a condizioni di bassa temperatura, per processi che devono garantire tassativamente delle prestazioni costanti ed affidabili, utilizzano come fluido refrigerante ammoniaca (NH3) e sono nella quasi totalità dei casi condensati ad acqua.
Essendo l’acqua un bene prezioso e costoso, quasi sempre si utilizzano torri evaporative, per ricircolare l’acqua che raffredda i condensatori dell’ammoniaca.
Esistono però anche delle macchine che uniscono i due apparecchi:
- il condensatore
- la torre evaporativa
in un unico macchinario
In pratica i condensatori evaporativi, sono delle torri evaporative, con all’interno al posto del classico pacco di riempimento, uno scambiatore a serpentina, sul quale viene fatta cadere a pioggia l’acqua, ricircolata da una pompa.
Sfruttando il principio delle torri evaporative, ovvero il calore latente di evaporazione dell’acqua, si ottiene un ottimo effetto raffreddante, raggiungendo quindi la condensazione dell’ammoniaca, in spazi ridotti, con efficienza elevata.
Questa scelta è ormai obbligata, quando si parla di impianti di refrigerazione che superano i 500/700 KW, dove le potenzialità termiche da smaltire, diventano rapidamente superiori ai 1000 KW.
Soluzioni di questo tipo sono ormai adottate come standard, nei grandi impianti di refrigerazione quali:
- produzione di ghiaccio
- conservazione alimentare
- maturazione frutta e vegetali
- stagionatura salumi
- produzione insaccati e carni
- piste di ghiaccio
questo per citare solo alcuni esempi di impianti tipici.