Gli scambiatori di calore a piastre hanno molte peculiarità che ne fanno apprezzare l’impiego in differenti campi.
Una applicazione che abbiamo sviluppato costantemente nel corso degli anni, è legata all’ambiente chimico/farmaceutico, e vede l’impiego degli scambiatori a piastre come condensatori di solventi sugli sfiati di tali impianti.
Si tratta di una applicazione piuttosto “complicata” ed “impegnativa”, sotto diversi aspetti.
A livello di progettazione dello scambiatore, si devono tenere in considerazione molteplici fattori:
- potenza termica
- portata effluenti
- pressione effluenti
- velocità del fluido nelle piastre e nei bocchelli
Se a livello di progettazione termica (punto 1) il compito appare semplice ed il dimensionamento quasi banale, con carichi termici spesso di bassa entità, gli scambiatori diventano necessariamente molto grandi, proprio per soddisfare i successivi 3 punti, che diventano critici e vitali per il corretto funzionamento del condensatore.
Un altro aspetto da tenere in considerazione, è quello relativo alla compatibilità dei materiali dello scambiatore con i fluidi che lo percorreranno.
Proprio su una commessa consegnata in questo inizio anno, dopo un confronto con il cliente, abbiamo selezionato una serie di scambiatori a piastre, dove una parte presentava piastre in titanio, altri erano realizzati con piastre in acciaio inossidabile AISI 316 e tutti avevano guarnizioni in PTFE.