In merito al funzionamento ed alle rese degli scambiatori di calore a piastre, ho parlato spesso da queste pagine, illustrandone i vantaggi in termini di efficienza e compattezza, rispetto ad altre soluzioni legate allo scambio termico.
In tante occasioni ho sottolineato come la resa migliore si ottenga in condizioni di massima efficienza dello scambiatore stesso, condizioni che si verificano tramite una costante e precisa manutenzione preventiva, in modo da mantenere inalterati nel tempo i vantaggi che si ottengono installando questo tipo di apparecchiatura.
Ritengo fondamentale questo argomento, in quanto spesso ci si dimentica che anche uno strato sottile di incrostazione, può avere effetti importanti sulle scambio termico, in quanto va a influire su una serie di fattori che moltiplicano i loro effetti:
- diminuzione del coefficiente di scambio
- diminuzione della portata di fluido
- diminuzione della velocità dei fluidi attraverso i canali
- aumento delle perdite di carico
per citare i primi che mi vengono in mente.
Tutti questi fattori provocano un calo netto delle prestazioni nello scambiatore di calore a piastre, come potete ritrovare andando a leggere i capitoli relativi nel libro “Energia Termica e Processi Industriali”.
In queste settimane abbiamo chiuso un contratto di manutenzione programmata, con una importante società chimico farmaceutica, dove dopo una serie di registrazioni, durate quasi un anno, abbiamo effettuato una analisi sui costi indotti dalla cattiva manutenzione legata allo scambio termico e dall’energia consumata in misura maggiore a causa dello stesso motivo.
Contiamo di far risparmiare al cliente una cifra importante che consentirà di ripagare l’investimento legato alla manutenzione, consentendogli di generare valore dalla maggiore efficienza dei sistemi di scambio, entro lo stesso anno di esercizio.