Davanti alla scelta tra uno scambiatore di calore, la prima macro-domanda è: quale tipo di scambiatore? Argomento che abbiamo già trattato, e su cui non ci stancheremo mai di tornare. Due sono infatti le alternative possibili, optare per uno scambiatore a fascio tubiero, oppure scegliere uno scambiatore a piastre.
Con il progredire delle tecnologie costruttive, oggi la bilancia pende sempre più a favore della tipologia a piastre, come dimostrano le moltissime applicazioni e soluzioni di termoregolazione industriale di processo che in Tempco abbiamo sviluppato per clienti nei più svariati settori applicativi. Se infatti fino a qualche anno fa alcune applicazioni poca scelta lasciavano, in ragione delle condizioni estreme di temperatura e pressioni di lavoro che le macchine termiche dovevano sopportare, oggi le nuove tipologie costruttive di scambiatori di calore a piastre hanno allargato in maniera sorprendente il raggio del loro impiego.
Scambiatori di calore a piastre saldobrasati, o completamente saldati, consentono oggi infatti di impiegare gli scambiatori a piastre fino a temperature di 900°C e con pressioni di 100 bar. Limiti applicativi al di fuori dei quali restano in realtà ben poche applicazioni estreme, ad esempio il recupero di fumi di raffinerie, o su aria a bassa pressione, laddove per ragioni di perdite di carico e di velocità è d’obbligo ricorrere a scambiatori a fascio tubiero.
Ma per tutte le altre possibili esigenze di raffreddamento e riscaldamento di fluidi di processo, è oggi possibile ricorrere con sicurezza a uno scambiatore a piastre, sfruttando tutti gli enormi vantaggi offerti da questa tipologia:
– superiore efficienza di scambio termico
– estrema flessibilità
– minore ingombro, fattore importante poiché lo spazio è risorsa sempre più preziosa
– possibilità di potenziare lo scambiatore con semplice aggiunta di nuove piastre
– Facilità di manutenzione e verifica di eventuali perdite o guasti
– posizione dei tubi fissa, anche in caso di sostituzione di uno scambiatore a piastre saldato con maggiore numero di piastre, l’interfaccia delle connessioni rimane invariata.
La grande flessibilità degli scambiatori di calore a piastre è in particolare una caratteristica che nel contesto globale odierno dell’industria può rappresentare un fattore competitivo non indifferente, consentendo ottimi ritorni dell’investimento iniziale: la possibilità di diminuire o aumentare la superficie di scambio termico semplicemente aggiungendo o togliendo piastre, senza dover intervenire sul piping né variare le connessioni, permette infatti in maniera molto semplice e veloce di variare la potenza termica dello scambiatore, adattando l’investimento al variare delle esigenze e del volume produttivo.
Fattore che, come in altri articoli pubblicati in passato sul nostro blog, abbiamo già avuto modo di definire come standard custom flexibility, facendo degli scambiatori di calore a piastre la soluzione più efficiente e versatile per una varietà sempre più vasta di applicazioni, con richieste e referenze sempre in aumento.
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