Nei processi produttivi, che siano industriali o alimentari o di qualsiasi genere, capita spesso di avere del materiale stoccato in serbatoi, che va mantenuto ad una temperatura controllata.
Questa necessità sorge per differenti motivi, alcuni dei quali possono essere semplicemente:
- conservazione
- approntamento all’uso
- preparazione per successive lavorazioni
- cambiamento di stato (fermentazione, maturazione)
Per mantenere costante la temperatura, si utilizzano centraline di termostatazione o di termoregolazione, con fluidi di servizio di tipo diverso a seconda dei livelli di temperatura che vanno mantenuti.
In questa sede non intendo analizzare le apparecchiature che effettuano la regolazione della temperatura, ma uno dei vari modi che si mettono in pratica per ottenere questo risultato.
Infatti mediamente si possono utilizzare due sistemi:
- termoregolare direttamente il fluido interno al serbatoio, facendolo scorrere in uno scambiatore o in una centralina di termoregolazione
- termoregolare la temperatura di una camicia o di uno scambiatore immerso nel serbatoio.
Il primo sistema, molto efficiente, non è sempre percorribile, sia per la natura del fluido, che per praticità, soprattutto quando ci si trova di fronte a grandi quantità di prodotto, con caratteristiche fisiche, “non proprio semplici” (viscosità elevata…)
Il secondo sistema, se da un lato paga una efficienza termica inferiore, risulta molto più facile da applicare.
Una soluzione abbastanza consueta è quella di creare serbatoi con intercapedini, dove far scorrere il fluido caldo o freddo, per ottenere la temperatura richiesta. Tali intercapedini vengono solitamente realizzate con semitubo saldato sulla virola del serbatoio, oppure realizzando un serbatoio a doppia incamiciatura.
Entrambe sono soluzioni piuttosto costose, che possono essere sostituite dalla realizzazione della virola e del fondo, con scambiatori della serie TCOIL.
Nelle fotografie che seguono, si può facilmente capire cosa intendo:
