Si tratta di un argomento relativo agli scambiatori di calore, che ogni tanto torniamo ad affrontare e lo facciamo volentieri, in quanto merita di essere riproposto.
Già in passato avevamo approfondito la questione con un articolo dedicato.
La convinzione piuttosto generalizzata è che con acqua di mare possa andare bene l’acciaio inossidabile, in quanto lo si trova largamente impiegato nelle costruzioni di imbarcazioni, a livello di accessori ed infrastrutture.
In effetti l’acciaio inossidabile, ha una discreta resistenza, soprattutto se impiegato con spessori adeguati e per impieghi in atmosfera salmastra o salina.
Nel caso di scambiatori di calore, vi è intimo contatto con l’acqua mare, in modo continuativo.
L’acqua mare ha un contenuto di cloruri molto elevato, che determina una corrosione veloce ed inarrestabile dell’acciaio inox, rendendolo di conseguenza NON IDONEO al suo impiego.
Le alternative a seconda della tipologia di scambiatore considerato, sono in pratica due:
- titanio per gli scambiatori a piastre
- cupro-nickel per gli scambiatori a fascio tubiero.
Il nome titanio, potrebbe generare il timore di costi molto elevati.
In effetti il titanio ha un costo più alto rispetto all’acciaio inossidabile, ma rapportando uno scambiatore in titanio a piastre ad un pari caratteristiche termodinamiche, fascio tubiero in cupro-nickel, il risultato economico è sorprendente.