Gli scambiatori a piastre risultano estremamente efficaci anche in quelle applicazioni che contemplano una condensazione o una evaporazione di fluidi, tanto è vero che vengono comunemente impiegati come evaporatori e condensatori nei gruppi frigoriferi.
Questa loro caratteristica, li rende particolarmente interessanti anche per impieghi in ambito chimico e farmaceutico, come condensatori o concentratori (evaporatori).
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Il limite che spesso ne preclude l’impiego in questi ambiti è legato alla resistenza chimica delle guarnizioni, rispetto ai fluidi che devono essere condensati o concentrati.
L’unico materiale che spesso è compatibile con i solventi in gioco, risulta essere la gomma fluorurata oppure il teflon.
Mentre la prima ha delle ottime caratteristiche meccaniche di elasticità, il secondo non ha ritorno elastico, di conseguenza può essere utilizzato in modi particolari, ovvero come rivestimento di una guarnizione in materiale elastico (tipo EPDM o simili), in pratica queste guarnizioni prendono il nome di “imbustate in teflon”.
Ricordate che questo genere di guarnizioni, ha una bassa resistenza alla pressione (solitamente 6 bar o poco più), tanto che spesso, quando i fluidi sono puliti, si passa a scambiatori di tipo saldato.