Uno degli argomenti a favore degli scambiatori di calore a piastre è relativo al fatto che possono essere facilmente potenziati in opera, per adeguarne le caratteristiche alle mutate condizioni di progetto.
Si tratta effettivamente di una prerogativa di sicuro interesse, che permette facilmente di adeguare uno scambiatore progettato per determinate condizioni, a condizioni di lavoro più onerose, senza stravolgere l’impianto e soprattutto senza modificare tubazioni, valvole ed accessori vari.
Ovviamente è una operazione che presenta dei limiti, infatti se il livello di potenziamento richiesto è molto elevato e comporta un incremento di portata dei fluidi più che doppio, potrebbe essere il caso che i diametri delle connessioni di progetto, non siano più adeguati, causa eccessive velocità, richiedendo di conseguenza interventi ben più impegnativi.
Proprio la scorsa settimana, abbiamo ultimato un intervento di raddoppio di potenzialità, per un sistema di raffreddamento di un forno elettrico, che ha interessato:
- scambiatore di calore a piastre
- pompe di processo
- pompe utilities
- tubazioni in/out pompe di processo (eliminazione riduzioni)
Il cliente ha dovuto incrementare la potenzialità produttiva di alcuni forni ad induzione, richiedendo di conseguenza una maggiore capacità di raffreddamento (praticamente un raddoppio).
Il sistema asservito da torri evaporative, prevede un doppio circuito per evitare lo sporcamento/inquinamento del circuito del forno da parte dell’acqua di torre, che viene separata quindi da uno scambiatore di calore a piastre.
Dopo una attenta analisi del caso, abbiamo pianificato l’approvvigionamento dei materiali ed i tempi di intervento, che ha richiesto un fermo macchina/produzione di un solo giorno lavorativo, infatti il sistema era nato con doppie pompe su entrambi i circuiti (una in stand by), permettendo di lavorare alla sostituzione in campo di una pompa alla volta mentre la seconda lavorara.
L’unico tempo di fermo impianto richiesto è stato quello fisico di:
- apertura dello scambiatore esistente
- pulizia/controllo delle piastre già montate
- verifica dell’integrità delle guarnizioni
- installazione delle piastre aggiuntive
- chiusura e collaudo in pressione
- inserimento a livello di comando elettrico di soft-start sulle nuove pompe di potenza elettrica maggiore
a questo punto si è proceduto allo spurgo dell’aria inevitabilmente entrata nell’impianto, quindi il giorno successivo il cliente era operativo con l’impianto nuovo di potenzialità doppia.