Applicazioni in criogenia
I normali scambiatori per questo tipo di utilizzo, sono di tipo plate-fin o in alluminio saldobrasato con struttura a nido d’ape. Gli scambiatori a piastre solitamente non possono essere considerati adattabili per applicazioni in criogenia, ma in alcune particolari applicazioni è possibile utilizzare speciali scambiatori a piastre che abbiamo sviluppato in modo specifico per le bassissime temperature (T CRIO).
Condensazione di vapore
In assenza di condizioni corrosive, la scelta di uno scambiatore in acciaio al carbonio è quella più conveniente. Per applicazioni con vapore a bassa pressione (25 kPa), lo scambiatore a piastre può risultare vantaggioso soprattutto se richieste particolari condizioni igieniche, possibilità di pulizia manuale, di ampliamento, oppure in presenza di acqua salmastra (in questo caso le piastre dovranno essere in titanio). Lo scambiatore a piastre risulta particolarmente compatto ed efficiente, consentendo oltre alla condensazione del vapore, anche notevoli livelli di sottoraffreddamento del condensato, utilissimi nel caso di recuperi energetici (Steampack)
Scambiatori di calore per impianti di distillazione
Gli impianti di distillazione sono sempre composti da un condensatore posto in cima alla colonna, da un ribollitore, e spesso un sistema di preriscaldamento e/o di raffreddamento della parte bassa della colonna. In genere viene anche previsto un sottoraffreddamento delle condense. Scambiatori tipicamente utilizzati in questi impieghi, sono quelli a fascio tubiero, ma ultimamente si sono sviluppati particolari design di piastra, che permettono a questi ultimi di ottenere ottimi rendimenti, facendoli diventare una scelta preferenziale in talune applicazioni. (T WELD)
Recupero di calore testa/coda colonna
La distillazione di un fluido è più conveniente se l’alimentazione viene effettuata alla temperatura vicina a quella di ebollizione, uno scambiatore di calore è conseguentemente spesso installato in modo da recuperare calore utilizzando il fluido in uscita per preriscaldare il fluido in alimentazione alla colonna. Il PHE è la soluzione ideale per questo genere di recuperi.
Sottoraffreddamento
La condensa rimanente prodotta dal condensatore, può richiedere un sottoraffreddamento. Ciò può essere ottenuto da un secondo condensatore costruito internamente, o dall’installazione di un condensatore separato esterno. Questa è di nuovo una applicazione ottimale per gli scambiatori a piastre PHE.
Scelta di uno scambiatore di calore
Scelta di uno scambiatore di calore – 2
Scelta di uno scambiatore di calore – 3
Scelta di uno scambiatore di calore – 4
Scelta di uno scambiatore di calore – 5