Ho scritto ormai diverse volte a proposito di free cooling, solitamente di impianti che nascono con un sistema integrato nel progetto di base.
Esistono diversi sistemi di free cooling integrato, tutti i costruttori di chiller annoverano nella loro gamma, gruppi frigoriferi con il sistema di raffreddamento in free-cooling completamente inserito nelle dimensioni della macchina stessa. Si tratta di soluzioni compatte, ma che a mio avviso mal si sposano con il concetto di recupero energetico.
Infatti personalmente intendo il free-cooling non come una appendice commerciale da dare ad un impianto per vendere di più, ma come un vero e proprio sistema di raffreddamento a risparmio energetico, che venga progettato ad hoc per le esigenze del cliente.
Quindi un sistema integrato a livello di progetto, ma che preveda l’installazione di un vero e proprio free-cooler adeguato alla potenzialità termica da dissipare.
In questo caso infatti non ci si deve limitare alle sempre più risicate dimensioni dei chiller, ma si deve dimensionare la batteria di scambio termico aria-acqua/glicolata, in funzione di un risparmio energetico interessante ed economicamente remunerativo.
E’ evidente che se esistono problemi irrisolvibili di spazio a disposizione bisognerà forzatamente analizzare soluzioni differenti, ma rimango in ogni caso della mia opinione.
In questo ambito, risulta a mio avviso interessante quello che chiamo il free cooling retrofit, ovvero l’applicazione di un sistema di recupero energetico con raffreddamento in free cooling durante la stagione invernale, di processi tecnologici produttivi, già dotati di chiller, dove non è stato previsto in fase di progetto e di realizzazione il recupero energetico.
Con i sistemi da noi adottati risulta estremamente facile implementare un efficiente free cooling su impianti esistenti, in pratica si tratta di inserire:
- free cooler, adeguatamente progettato
- valvola motorizzata deviatrice
- sistema di controllo della temperatura differenziale
- sistema di controllo e di parzializzazione della ventilazione del free cooler
- eventuale pompa booster
- eventuale polmone di accumulo acqua refrigerata (se non già presente)
Il tutto può essere ulteriormente affinato con l’implementazione di un PLC che si occupa di monitorare il tutto, con eventuale controllo remoto via tcp/ip (ovvero via internet) del funzionamento e log del sistema.