Scambiatori a piastre

Titolo generico per argomento dedicato.

Ho parlato molto spesso di scambiatori a piastre, questo perchè onestamente è una apparecchiatura che mi piacque dal primo momento in cui mi venne presentata ormai più di 25 anni fa.

Modulare, flessibile, versatile, efficiente…e mi fermo qui.

Volevo in questo post dedicare un po’ di spazio a quelle nozioni specifiche, relative all’impiego degli scambiatori a piastre con le relative “faq” che arrivano quando se ne parla in modo approfondito, nell’ambito degli impieghi su impianti industriali.

Solidi in sospensione

  • Velocità del fluido nei bocchelli.

i valori considerati accettabili in fase di calcolo di uno scambiatore a piastre variano da 0,5 fino a 5,5 m/sec.
in alcuni casi e per taluni fluidi questi valori possono variare anche sensibilmente (vapore, resine molto viscose, giusto per citarne un paio).

  • Grado di filtrazione

Gli scambiatori a piastre accettano particelle in sospensione fino ad 1 mm. di diametro (circa), considerando che i canali hanno un diametro che varia da 2,5 mm a 4 mm. (dipende molto dalla tipologia, standard, alta efficienza, freeflow ecc…)

In ogni caso per gli scambiatori a piastre standard, escludendo quindi tutti i vari freeflow, widegap ecc… , nel caso di piastre ad elevata efficienza il peso del solido in sospensione non dovrebbe superare il 5%, mentre nel caso di piastre a bassa efficienza questo valore può arrivare al 10%.

Potendo è sempre consigliabile far entrare il fluido sporco o contenente particelle in sospensione, da un bocchello posto in basso.

  • Controcorrente o equicorrente

Diciamo che dipende dal processo che si deve termostatare (raffreddare o riscaldare). Per sua natura, lo scambiatore a piastre nasce per lavorare in controcorrente alla massima efficienza, ma in certi casi specifici, viene utilizzato in equicorrente, dove ad esempio serve la certezza di non far subire al prodotto shock termici ad esempio.

  • Differenza di temperatura media logaritmica

Lo scambiatore di calore a piastre di per se è votato alla massima efficienza, ma anche la ragione pone dei limiti.

Ci si può spingere fino ad un dtm = 2°C o anche meno, nella realtà si consiglia di rimanere su 3°C…cambia poco dal punto di vista del processo (anche andare a misurare 1°C può diventare complicato), cambia invece molto dal punto di vista economico.

…per il momento mi fermo qui.

scambiatore a piastre

Pubblicato in Energia Termica, Scambiatori a piastre, Scambiatori di calore

2 commenti su a “Scambiatori a piastre

  1. Buongiorno Federico,
    esiste sicuramente, bisogna monitorare la perdita di carico fra ingresso ed uscita.
    Stabilito un dato di progetto, che a scambiatore pulito dovrà essere rispettato (con portata di progetto ovviamente), l’incremento delle perdite di carico, significa un prograssivo sporcamento dello scambiatore, quindi una perdita di efficienza.
    Rilevando le temperature fra ingresso ed uscita, in combinazione con la portata (si può fare un rilievo indiretto, tramite la pressione di lavoro e l’assorbimento della pompa per stabilirne il punto di lavoro), si verifica la potenzialità effettivamente scambiata.

    spero di essere stato chiaro.

  2. Buongiorno
    Esiste una procedura per misurare l’efficienza di uno scambiatore di calore acqua-olio a piastre o a fascio tubiero per capire se i tubi sono sporchi e quindi se perdo in efficienza e in potere di raffreddamento? per esempio misurando portata e pressione all’entrata e all’uscita o la temperatura …
    Grazie
    Distinti Saluti

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