Il binomio elettronica ed acqua sicuramente non va d’accordo, provate a mettere un personal computer nell’acqua e il risultato è garantito.
Esistono però delle applicazioni specifiche che generano parecchio calore, dovuto proprio agli azionamenti e alla componentistica elettronica di potenza.
Sto parlando di
- inverter di potenza
- induttori
- convertitori
Sono tutte apparecchiature che se nell’uso normale di tutti i giorni, gestiscono potenze contenute, con riscaldamenti poco significativi (tanto è vero che sono sufficienti i dissipatori ad alette montati a contatto), su applicazioni industriali pesanti, richiedono sistemi di raffreddamento dedicati.
Spesso infatti questi elementi sono installati in quadri elettrici, che si trovano in zone anguste e poco areate, immaginiamo ad esempio una sala macchine di una nave, oppure in zone con temperature di esercizio molto elevate…pensate ad una fonderia di acciaio, un laminatoio, un tubificio.
Queste condizioni operative, impongono di conseguenza un sistema di raffreddamento che non può più essere semplicemente ad aria.
In questi casi specifici si utilizza per il raffreddamento l’acqua, che passa direttamente all’interno di circuitazioni dedicate nei componenti elettronici di potenza.
L’acqua che viene utilizzata è solitamente acqua deionizzata o demineralizzata, in ogni caso deve essere perfettamente filtrata, allo scopo di non sporcare/intasare la circuitazione di raffreddamento dei componenti.
Di conseguenza questi sistemi package di raffreddamento, sono realizzati in acciaio inossidabile o in materiale plestico e sono sempre interfacciati da scambiatori a piastre, che cedono il calore al fluido di raffreddamento, che a seconda dei casi e delle applicazioni, può arrivare da:
Il tutto viene gestito da regolatori di temperatura che provvedono a comandare le valvole di ammissione dell’acqua refrigerante in base al set point impostato.
