Spesso mi capita di sentire banalmente che tutti gli scambiatori di calore sono uguali, in fin dei conti ci sono
- un certo numero di piastre
- un frame (struttura) di contenimento
- una determinata superficie di scambio
ecc…
Se a grandi linee queste affermazioni mi possono trovare daccordo, la cosa non è così vera, quando cominciamo ad entrare nei dettagli costruttivi, facendo una analisi più attenta.
E’ a questo punto che possiamo notare delle differenze, soprattutto, quando paragoniamo piastre di nuova progettazione con piastre di generazioni precedenti.
Voglio portare un esempio piuttosto significativo, che riguarda la distribuzione del fluido.
Le piastre di vecchia generazione, venivano stampate con un disegno nella zona dei bocchelli molto semplice, ovvero avevano i canali di distribuzione del fluido tutti di uguale sezione. Guardando attentamenteo una piastra, ci si rende conto che i canali che portano il fluido alla vera e propria area di scambio, hanno lunghezze differenti.
Continuando nell’analisi, risulta evidentemente che l’acqua che deve percorrere il canale più lungo avrà maggiori perdite di carico, di conseguenza, si avrà inevitabilmente una distribuzione del fluido sulla superficie della piastra non uniforme.
Le piastre di moderna concezione, hanno una zona di distribuzione del fluido (chiamata in gergo chocolate pattern), molto più “tecnologica“, presentando infatti sezioni di passaggio variabili in funzione della loro lunghezza:
- canali più corti sezione più piccola
- canali più lunghi sezione più grande
il tutto studiato attentamente per poter avere una corretta distribuzione del fluido su tutta la superficie della piastra.
…la prossima volta che vi dicono che gli scambiatori sono tutti uguali meditate…tante volte la differenza non la fa solo il colore del fusto.