Calcolo di uno scambiatore di calore

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Il calcolo di uno scambiatore di calore è un esercizio piuttosto semplice tutto sommato, in pratica si tratta di applicare una formula matematica con una serie di dati e di coefficienti, che la bibliografia ci rende abbastanza facilmente.

Ovviamente questo se ci limitiamo al calcolo della superficie di scambio necessaria per un certo tipo di lavoro termico.

Per l’effettivo dimensionamento di uno scambiatore di calore intervengono poi una serie di fattori

  • tipologia costruttiva
  • condizioni limite di progetto
  • flussi termici interni
  • turbolenze
  • ecc…

Questi fattori determinano il dimensionamento vero e proprio dello scambiatore, diventando così la vera e propria essenza della progettazione.

Non voglio in questa sede dilungarmi in un trattato complesso, ma volevo riassumere alcuni concetti fondamentali relativi al calore, alla sua trasmissione e al dimensionamento basilare di uno scambiatore di calore.

Di seguito alcuni estratti del documento che potete tranquillamente scaricare.

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LA TRASMISSIONE DEL CALORE

GENERALITÀ

Allorché si abbiano due corpi a differenti temperature, la temperatura del corpo più caldo diminuisce, mentre la temperatura di quello più freddo aumenta. La progressiva riduzione della differenza di temperatura deve essere ricondotta a uno scambio di energia, scambio che persiste finché esiste la differenza di tem-peratura, ovvero quando si raggiunge l’equilibrio termico. Quando il trasferi-mento di energia avviene solo a causa di una differenza di temperatura e non viene fatto nessun lavoro dalla oppure sulla sostanza, esso è trattato da una scienza che prende il nome di trasmissione del calore. La trasmissione del calo-re è in sostanza energia che viene trasmessa in conseguenza di una differenza(gradiente) di temperatura ∆T. Questo trasferimento di energia viene espresso come quantità di calore q tra-smessa nell’unità di tempo t; è un flusso di calore e prende il nome di flusso ter-mico Q = q/t e si misura in W, dal momento che 1 J/s equivale ad 1 W; Q è per-ciò una potenza termica. Il trasferimento di energia si realizza in tre modi:
• conduzione: quando il trasferimento di calore, prodotto dal gradiente di temperatura, avviene in un corpo solido oppure in un fluido in quiete;
• convezione: si tratta invece del trasferimento di calore che avviene tra una superficie ed un fluido in movimento dotati di temperature diverse;
• irraggiamento: tutte le superfici che si trovano ad una data temperatura emettono energia sotto forma di onde elettromagnetiche. Perciò, in assenza di un mezzo situato tra di esse, il calore tra le due superfici, a diversa temperatura viene trasferito per solo irraggiamento.
Quasi sempre queste forme di trasmissione coesistono.


QUANTITÀ DI CALORE

La quantità di calore, contenuto in un gas liquido, o in un corpo, in genere è:

q = cp• m •∆T

dove si indica con:

• q= la quantità di calore, in J
• cp= la capacità termica massica a pressione costante,in J/(kg •K)
• m= la massa del corpo, in kg∆T= la differenza di temperatura, in K

…………………………………………………….

PROGETTO DELLO SCAMBIATORE

Per progettare uno scambiatore bisogna correlare la quantità di calore trasmesso nell’unità di tempo Q con le temperature di ingresso e di uscita dei due fluidi l’area A della superficie totale richiesta per quel dato scambio termico.

Tramite l’equazione di bilancio energetico di sistemi aperti al fluido caldo (pedice c) e al fluido freddo (pedice f), caratterizzati dalla portata in massa m c ed mf si possono ottenere due di queste espressioni.
L’equazione del bilancio energetico, scritta in termini di flusso termico e tramite le entalpie in uscita ( pedice 2) e in ingresso ( pedice 1) dei due fluidi è:
Q = m ( h2 – h1)
Ricordando che, per un gas perfetto l’entalpia espressa in funzione della temperatura è:
h = c p • T

abbiamo una prima equazione relativa al fluido freddo, ovvero il flusso Q che entra nel fluido freddo, facendone aumentare la temperatura, è:
Q = mf • c pf • ( t f2 – t f1) (1)
essendo c pf la capacità termica massica del fluido freddo.
Ma la sottrazione del flusso termico Q, fa diminuire la temperatura del fluido caldo dal valore di ingresso t c1 al valore di uscita tc 2 e quindi l’equazione per il flusso caldo è:
Q = mc • c pc• ( t c1 – t c 2)
essendo c pc la capacità termica massica del fluido caldo.
Noto il gradiente termico, oppure calcolato in base alle equazioni di bilancio sopra citate, si procede al dimensionamento dell’area A della superficie di scambio, con un’equazione che lega il calore trasmesso nell’unità di tempo Q tra i due
fluidi con l’area A e la differenza media di temperatura ΔTm dei due fluidi.

Q =U ·A ·ΔTm
Il legame tra il flusso termico Q ed il prodotto dell’area A per la differenza media di temperatura è espresso dal coefficiente globale di scambio U, che viene determinato empiricamente.

Calcolo di uno scambiatore di calore

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Scambiatori di calore

414 commenti su a “Calcolo di uno scambiatore di calore

  1. Alessandro dice:

    Buongiorno signor Biolchi,io sono appena entrato nel mondo degli scambiatori,sono in un’azienda che produce serpentine in acciao e ferro, volevo chiederle se esiste una tabella per coefficienti di scambio globale tra liquidi diversi di uso comune per diversi materiale di cui è fatto il tubo.
    Cordiali saluti
    Alessandro

  2. In pratica si sposta il problema.
    La potenza termica è sempre la stessa.
    Sicuramente è meno difficile e più fattibile, ma in ogni caso stiamo parlando di circa 3.000.000 kcal/h di calore di condensazione.
    I numeri sono quelli.

    Cordiali saluti,
    valter

  3. Buonasera Sig. Biolchi.
    In effetti diventerebbe un mostro, soprattutto x la quantità e la pressione di aria richiesta.
    Lasciando allora che il fascio tubiero che funge da condensatore, circoli acqua, ma volendo sempre sostituire l’acqua di pozzo con un circuito chiuso, le volevo domandare come (se) sarebbe possibile, utilizzare come fonte di freddo l’aria ambiente. Ossia abbattere i 90 kg/minuto di acqua a 23°C in uscita dal condensatore, fino a 4°C, utilizzando aria ambiente che si trovi a temperatura massima di 2-4°C. Se è possibile farlo direttamente con una batteria di scambio acqua/aria. Oppure procedendo in questa maniera sposto il medesimo problema con la medesima soluzione (43.000 mc di aria a 10 bar)dal condensatore ad una ipotetica batteria di scambio aria/acqua.
    Grazie ancora x la disponibilità e forse anche la pazienza.

  4. Buongiorno Carlo,
    ho provato ad inserire dei dati nel programma di calcolo, simulando il funzionamento di uno scambiatore a piastre in condizioni similari.
    Fingendo di non avere problemi di portata e pressione lato aria, mi risultano necessari 43000 mc/h di aria a 10 bar, per una superficie di scambio di circa 30 mq.
    Un mostro!!!

    valter

  5. Buonasera.
    Il fascio tubiero è composto da n. 52 tubi diametro 28 mm, con percorso obbligato diviso in 4 sezioni x 13 tubi(4 spicchi) e lunghezza tubo 2600 mm. La condensazione dei vapori (55°C ) avviene lato mantello. Le bocche in e out sono del fluido refrigerante sono da 2 1/2″. L’arrivo dei vapori da condensare è con il sistema attuale di 150 kg/ora alla pressione assoluta di 80 mbar (circa). Se ha bisogno di altri dati non esiti a chiedermeli. La ringrazio di nuovo x il gentile interesse.

  6. Buonasera Carlo,
    domanda complicata, consideri che l’aria ha dei coefficienti di scambio completamente differenti da quelli dell’acqua.
    Comprenderne il comportamento dentro dei tubi, anche con turbolatori, mi prende in castagna! non saprei darle una valutazione.
    posso provare a fare delle simulazioni con i software che abbiamo, ma non le prometto risultati attendibili.
    Mi ricorda qualche dato in più? grazie

    valter

  7. Buongiorno e di nuovo grazie x la sua disponibilità e professionalità.
    Un’idea che mi sta frullando x la testa è di andare a sostituire nel suddetto fascio tubiero (11,4 mq di scambio) il fluido refrigerante acqua di pozzo (12°C) con aria a 2°C. Oltre all’inserimento dei turbolatori per migliorare l’efficienza dello scambio, volevo chiederle come faccio a calcolare la quantità di aria da spingere con una turbina dentro al fascio tubiero, partendo dal dato sperimentale che nel mio processo necessitavo di 90 kg/minuto di acqua a 12°C, che usciva dal condensatore a 23°C.

  8. Buongiorno Carlo,
    sicuramente aumentare la turbolenza dell’acqua in circolo, incrementa il coefficiente di scambio termico, non le so dire in quale misura.

    Cordialmente
    valter biolchi

  9. Buonasera Sig. Biolchi,

    desideravo sapere se in uno scambiatore di calore a fascio tubiero vapori-lato mantello/acqua gelida (che corre dentro ai tubi diametro 28 mm), l’inserimento di turbolatori possa migliorare l’efficienza di scambio termico.
    Grazie x la riposta e
    Cordiali Saluti
    Carlo

  10. Buongiorno Michele,
    Esistono sicuramente queste tipologie di scambiatori, che vengono utilizzate normalmente per applicazioni in doppio circuito.
    Se le servono maggiori informazioni al riguardo mi contatti senza problemi.

    cordiali saluti,

    valter biolchi

  11. Buonasera Sig. Biolchi,
    vista la Sua disponibilità a rispondere ai quesiti posti, volevo porle una domanda riguardante gli scambiatori di calore: esistono in commercio scambiatori in cui si ha trasferimento di calore da un circuito primario a due circuiti secondari separati? In questo modo, ad esempio, sarebbe possibile utilizzare il calore di un circuito primario sia per il circuito dell’acqua calda sanitaria, che deve essere prodotta tutto l’anno, sia per il sistema idronico per il riscaldamento degli ambienti che, al contrario, è richiesto solo in alcuni periodi dell’anno?
    La ringrazio anticipatamente per la cortesia.

    Cordiali Saluti
    Michele

  12. Buongiorno Raffaele,
    grazie per averci contattati.
    Il comportamento che lei descrive è anomalo.
    solitamente dopo un intervento di manutenzione, il tutto dovrebbe tornare alle condizioni originarie…salvo imprevisti.
    Sembrerebbe che la pulizia non abbia sortito l’effetto voluto.
    Il fatto che ci sia meno portata di aria, porta ad avere perdite di carico invariate (meno portata=meno turbolenza=meno perdite di pressione).
    Questo porta anche ad un salto termico differente, solitamente più alto.

    Spero di essere stato di aiuto.

    cordiali saluti, valter biolchi

  13. Buongiorno Valter,
    chiedo se è possibile che uno scambiatore a fascio tubiero acqua-aria con stelle alettate di alluminio all’interno dei tubi,montato sui compressori d’aria possa dopo che è stato lavato con acido ridurre la portata del’aria che passa nei tubi e aumentando la temperatura dell’aria stessa , il delta di pressione ingresso e uscita aria va beneè solo la temperatura che è piu’ alta,dovrebbe essere circa 180°C invece raggiunge i 210°C
    Grazie

  14. Buonasera Giovanni,
    ha compreso perfettamente il concetto, complimenti.
    Quello che succede nella realtà è che le temperature tenderanno ad uniformarsi nella parte finale di scambio, non potendo fisicamente “incrociarsi”.

    un cordiale saluto con l’augurio di un buon w.e.
    valter biolchi

  15. Buongiorno, sono sempre Giovanni, lo studente alle prese con la comprensione del funzionamento degli scambiatori di calore. Stando alla teoria, so che uno scambiatore in controcorrente (a parità delle 4 temperature di ingresso e di uscita) ha un DeltaT medio logaritmico maggiore rispetto ad un corrispettivo scambiatore in equicorrente. Dall’equazione Q/t=K*S*DeltaTlogaritmico si avrà quindi che dovendo progettare due scambiatori (uno in controcorrente e uno in equicorrente) che scambino la stessa quantità di calore, potrò assegnare una superficie di scambio inferiore a quello in controcorrente. Supponiamo allora di prendere uno scambiatore già esistente e funzionante in equicorrente e di invertire il flusso del secondario in modo tale da ottenere uno scambiatore in controcorrente. A seguito di questa modifica lo scambiatore trasferirebbe tra i due fluidi la stessa quantità di calore di prima? In caso affermativo, questo dovrebbe comportare una diminuzione della superficie di scambio, ma essendo rimasta inalterata la geometria dello scambiatore si avrebbe dunque una diminuzione solo della superficie effettiva di scambio? Nel senso: se nel tratto finale dello scambiatore i due fluidi si trovano quasi alla stessa temperatura, quel tratto dello scambiatore è di fatto “inutile”, e in questo senso la superficie effettiva complessiva di scambio si è appunto ridotta. Le cose stanno così oppure non ho capito il concetto espresso dalla teoria? Grazie infinite per l’aiuto!
    Cordialmente, Giovanni B.

  16. Buongiorno Giovanni,
    Solitamente la turbolenza comporta un incremento dello scambio termico.
    Se poi il fluido arriva a velocità “esagerate” subentrano altri problemi, legati soprattutto alle perdite di carico che variano con il quadrato della velocità, ma sto andando fuori dal seminato.

    Spero che il blog possa esserle utile.

    Un cordiale saluto e grazie
    valter biolchi

  17. Buongiorno, sono ancora Giovanni, lo studente che il 9 ottobre le ha chiesto delucidazioni in merito allo strano comportamento dello scambiatore di calore (a piastre) utilizzato in laboratorio. Lei ha citato alcuni possibili “casi specifici” come potenziali cause dell’abbassamento di efficienza verificato nella nostra prova a seguito dell’aumento di velocità del fluido freddo. Volevo chiederle se tra questi casi può esserci anche l’incremento della turbolenza. In altre parole, è possibile che una volta raggiunto un certo grado di turbolenza del fluido freddo, un ulteriore aumento della sua portata determini un peggioramento dello scambio termico?
    Ne approfitto per ringraziarla sinceramente per la sua disponibilità e le faccio i miei complimenti per il blog, veramente utile e ben fatto

    Cordialmente, Giovanni B.

  18. Buongiorno Alessandro,
    la ringrazio per averci contattati.
    Non sono in grado di giudicare, in quanto non sono al corrente degli accordi che avete con il vostro cliente.
    Sicuramente, se si unisce il fatto di non avere “volano termico”, a quello di avere poco serpentino interessato allo scambio, questo genera una serie di conseguenze, che non consentono di ottenere i risultati previsti.
    Ovviamente il chiller per poter dissipare tutta la potenzialità di cui dispone, ha bisogno di una superficie di scambio adeguata, diversamente non potrà lavorare al massimo della sua potenzialità.
    Spero di essere stato chiaro.

    cordialmente,
    valter

  19. Buonasera Riccardo,
    avere uno scambiatore più grande comporta una serie di conseguenze:
    -diminuzione del DTM, quindi minore differenza di temperatura fra primario e secondario
    -possibilità di far passare più acqua e quindi minori salti termici
    tutto questo dovrebbe in teoria favorire una migliore resa del sistema, a vantaggio del tempo di messa a regime.
    Tutto questo a livello teorico…

  20. Alessandro Pizzeghello dice:

    Sono amministratore di una azienda che produce impianti per la diluizione dell’acido nel settore della produzione di batterie. Senza entrare troppo nello specifico, ho ricevuto una contestazione dal responsabile tecnico di uno stabilimento ove abbiamo appena fatto una installazione. Praticamente il sistema di raffreddamento venduto deve raffreddare acido diluito con acqua (50%). Questo processo tende a scaldare molto ovviamente. Il serbatoio da 23.000 litri sfrutta il principio di raffreddamento a serpentine collegate ad un chiller. La questione è che noi abbiamo garantito una certa produzione di questa soluzione (circa 2,1 m3/h) in situazione di normale attività. Secondo noi la normale attività prevede che il serbatoio sia pieno al 70% così che la temperatura della nuova soluzione venga prontamente attenuata dalla massa presente (assestata sui 12 gradi C). Secondo il tecnico della controparte deve essere in grado di mantenere una temperatura bassa anche in fase di presenza minima di prodotto (per esempio 1/5 della capacità del serbatoio). Cosa ne pensate?
    Per completezza di informazione le serpentine si sviluppano su tutta la superficie del serbatoio stesso. Grazie

  21. Buonasera Valter,
    grazie per la risposta.
    Volevo chiedere inoltre se condivide il fatto che avere uno scambiatore più grande, a parità di potenza termica, comporta anche DT più alti e portate più basse che come nel mio caso possono essere un fattore negativo in quanto dovendo riscaldare una massa di 2500 kg di acqua, comporta un tempo di messa a regime più alto degli accumulatore termici. E’ daccordo ?

  22. Buongiorno Giovanni, quanto mi dice è anomalo. In effetti quanto lei afferma è corretto, ovvero all’aumentare della portata, si ha un incremento della turbolenza, che si traduce in un incremento del coefficiente globale di scambio termico.
    Ci sono caso specifici dove questo non accade, per una serie di fattori che vanno valutati di volta in volta.
    Che tipo di scambiatore è quello sul quale avete effettuato il test?

    Cordialmente la saluto, valter

  23. Buonasera Riccardo,
    Grazie per averci consultati, in primo luogo.
    La sua valutazione è corretta e si lo scambiatore deve avere la stessa potenza della caldaia.
    Avere uno scambiatore di potenza superiore non le comporta benefici, in quanto alla fine lo scambiatore è un apparecchio statico, e serve a trasferire l’energia termica.
    Se avesse uno scambiatore in grado di scambiare una maggiore potenzialità, avrebbe semplicemente un sovradimensionamento che le può tornare utile per compensare un certo sporcamento.
    Se le interessa un dimensiona mento di massima, me lo faccia sapere che le invio una scheda tecnica e le dimensioni.
    Cordialmente,
    Valter

  24. Buongiorno,
    sono uno studente ai primi anni di Ingegneria e vorrei esporle un dubbio che riguarda una recente prova di laboratorio in cui abbiamo assistito al funzionamento di uno scambiatore di calore. Durante questo test abbiamo potuto verificare che all’aumentare della velocità del flusso di acqua fredda si aveva una diminuzione dell’efficienza dello scambio termico (ossia un aumento della temperatura dell’acqua calda in uscita). Ma non dovrebbe avvenire il contrario?
    Grazie per l’attenzione

  25. buongiorno,
    devo dimensionare uno scambiatore di calore a piastra: sul lato primario ho una caldaia murale (da 35 kW), da far funzionare al max (Ting=80°C Tout=60°C m=1500 l/h) e sul secondario devo riscaldare un accumulo da 2500 l a temperatura di 80 °C. Nel secondario naturalmente metterò un circolatore. In questo caso come scelgo lo scambiatore di calore ? In prima approssimazione avevo pensato di impostare stesso DT e stessa portata anche sul secondario, ossia lo scambiatore di calore dovrebbe avere una potenza termica pari alla caldaia. E’ giusto questo discorso ? O è necessario scegliere uno scambiatore di calore che abbia una potenza termica più alta ? Se si, perchè ?

  26. Buongiorno Giovanni,
    la ringrazio per i complimenti.
    con Mean Metal Temperature si intende la temperature media dei metalli.
    a questo link trova un piccolo modello xls con il quale calcolarla.
    Per la pressione e la temperatura di progetto, dipendono dal contecto dell’impianto nel quale viene installato lo scambiatore. In pratica se lo scambiatore viene inserito in un impianto avente una pressione di progetto PN16, anch’esso dovrà rispettare questa peculiarità.
    Lo stesso dicasi per le temperature.
    Spesso ci si ritrova inspiegabilmente con valori di temperatura e pressione di progetto più elevati rispetto alle temperature/pressioni di lavoro effettive dello scambiatore, semplicemente perchè questo è inserito in un impianto che ha dei valori più elevati.

    Spero di essere stato di aiuto.

    cordialmente
    valter

  27. Buongiorno Sig Biolchi,

    Inanzitutto complimenti per il blog,mi chiamo Giovanni e sono uno studente di ingegneria meccanica. Dovrei dimensionare uno scambiatore di calore a fascio tubiero; avrei bisogno di alcuni chiarimenti sui parametri di progetto, le faccio un elenco:

    1)Che significato ha la ‘MEAN METAL TEMPERATURE’ lato mantello e lato tubi?

    2) Che criteri devo seguire per determinare le temperature e le pressioni di progetto di uno scambiatore?

    3)Le temperature di progetto sono correlate con la ‘MEAN METAL TEMPERATURE’?

    La ringrazio

    Saluti

    Giovanni.

  28. Buongiorno Matteo,
    grazie per averci contattati.
    Devo confessarle che spesso veniamo interpellati per richieste di questo tipo.
    Purtroppo il fatto che vengano pensate come retrofit, non da loro molto spazio di realizzazione, in quanto come da lei correttamente intuito nella sua ultima frase, una installazione del genere modifica il tiraggio del camino e quindi il regolare funzionamento.
    Una soluzione studiata in fase di progettazione, a mio avviso potrebbe essere interessante, sicuramente a monte dell’abbattitore, in modo da sfruttare le temperature elevate dei fumi.
    Lo sporcamento è sicuramente un fattore da tenere in considerazione, realizzare lo scambiatore a tubi lisci, consentirebbe una manutenzione semplificata, altrimenti si potrebbe pensare ad una canna fumaria incamiciata, ma dubito che con la poca superficie disponibile si riesca ad ottenere un recupero consistente.

    Spero di essere stato di aiuto, cordialmente
    valter biolchi

  29. Buongiorno, sono un laureando in Ingegneria dell’energia e per la tesi mi stavo accingendo a progettare uno scambiatore di calore per il recupero di calore dai fumi del forno a legna di una pizzeria per il riscaldamento dell’acqua ed eventualmente del locale nelle stagioni invernali. Volvevo sapere se era una cosa del tutto fantasiosa o se si può effettivamente realizzare. Il forno lavora sulle 4,5 ore al giorno (serali)(cosi come la richiesta di acqua calda si limita a quelle ore) e quindi da un’apporto sufficiente di energia? inoltre: il problema dello sporcamento dei tubi può precluderne il regolare funzionamento per lo sporcamento o conviene lasciare i tubi con l’acqua esterni alla canna fumaria? (è presente un’abbattitore di fumi ma credo che lo scambiatore sarebbe opportuno metterlo a monte di quest’ultimo)
    Il tiraggio del camino e il regolare funzionamento del forno potrebbero modificarsi?
    Qualsiasi informazione a riguardo sarebbe utilissima!

    Grazie

  30. Buongiorno Antonella,
    per poter progettare uno scambiatore di calore serve sicuramente stabilire qualche dato ulteriore.
    Immagino che abbia già una idea precisa della potenzialità termica che deve trasferire, tramite questo scambiatore.
    Ritengo anche che abbia una temperatura del fluido da raffreddare, dalla quale partire ed una temperatura che deve raggiungere.
    Le scrivo qualche numero per semplificare quello che sto scrivendo:
    immaginiamo che deve fornire al suo processo dell’acqua refrigerata a 10°C per una potenzialità termica di “X” KW.
    Tipicamente i gruppi frigoriferi lavorano con un salto termico di circa 5°C, di conseguenza se ha bisogno di acqua a 10°C al suo processo, possiamo ipotizzare che dovrà ritornare allo scambiatore a 15°C (in questo modo abbiamo bloccato un altro dato).
    Definito il salto termico sul lato acqua, conoscendo la potenzialità “X” KW, possiamo determinare la portata dell’acqua che attraverserà lo scambiatore, tramite formula inversa convertendo i KW in Kcal/h e considerando come calore specifico dell’acqua 1 (per semplicità):
    kg/h = (kcal/h) / (DT°C * (kcal/kg*°C))

    Ora consideriamo il lato ammoniaca, anche per questo assumiamo valori tipici, ovvero il fluido refrigerante, viene fatto espandere ad una temperatura mediamente inferiore di 5/7°C rispetto alla temperatura di uscita dell’acqua dallo scambiatore, quindi volendo acqua a 10°C dovrò considerare ammoniaca evaporante a +3/+5°C.

    Per la portata può fare riferimento al calore latente di evaporazione dell’ammoniaca e ricavare il valore risultate partendo dalla potenzialità.

    Ora il discorso diventa pipù complicato, perchè deve assumere dei valori tpici di progettazione, propri dello scambiatore:
    fattore di sporcamento, lato ammoniaca è ininfluente, lato acqua va verificato il tipo di acqua ed assunto il valore più corretto.
    -coefficiente di scambio termico, dipende da come fa lavorare il suo scambiatore se ad allagamento o ad espansione diretta. Qui non so darle dei valori attendibili, lavoro solitamente con scambiatori a piastre, sui fasci tubieri, in queste applicazioni non ho esperienza sufficiente per supportarla.
    -variazione di pressione (immagino perdite di carico)…è un dato imposto dal progettista, va calcolato idraulicamente. COnsideri che lato acqua si tiene un valore di 50 Kpa circa, lato ammoniaca valori più bassi, ma di solito il dimensionamento è condizionato dall’acqua e l’ammoniaca viene di conseguenza.

    Spero di essere stato di aiuto e di non aver confuso troppo le idee…

    buon lavoro
    valter biolchi

  31. Buongiorno, sono una studentessa di ingegneria gestionale e devo progettare uno scambiatore di calore a fascio tubiero tipo CFU. Il fluido refrigerante è ammoniaca e quello da raffreddare è acqua. Il mio problema è quello di stabilire i dati progettuali dei due fluidi, ovvero:
    -temperatura in ingresso e in uscita dei due fluidi
    -coefficente di scambio termico
    -cp
    -fattore di sporcamento
    -portata massica
    -variazione di pressione
    Siccome non ho idea dei range utilizzabili potete aiutarmi??

  32. Buongiorno Marco,
    quanto lei afferma è corretto.
    Un condensatore dimensionato per lavorare sottovuoto, a parità di fluido, sarà sovradimensionato per condensare a temperature più elevate ed in pressione.
    E’ importante capire se il fluido da condensare non abbia caratteristiche fisiche differenti (calore latente di condensazione, conducibilità, viscosità ecc…) che vadano a condizionare il dimensionamento dello scambiatore.

    Spero di esserle stato di aiuto.

    cordialmente,

    valter

  33. Marco Ulgiati dice:

    Buogiorno Sig.Biolchi

    Chiedo gentilemente se può aiutarmi, abbiamo uno scambiatore di calore nel quale il fluido di raffreddamento si trova a 0 °C ed i vapori da consensare provengono da una apparecchiatura dove si fa una distillazione sotto vuoto. I vapori da condensare escono dall’apparecchiatura a 30 °C.
    Si vuole modificare il processo ed invece di fare la distillazione sotto vuoto si vuole fare a pressione atmosferica per cui i vapori da condensare si troveranno ad una temp superiore = 50 °C. La domanda è, visto che la differenza di temperatura tra fluido caldo e freddo è superiore il calore scambiato è superiore e quindi si può affermare che effettuare la distillazione a pressione atmosferica è migliorativo rispetto alla distillazione sotto vuoto per quanto riguarda la condensazione dei vapori?
    Grazie

  34. Buongiorno Umberto,
    provi a vedere a questo link se trova valori che possano essere interessanti per lei.
    Si tratta in ogni caso di un dato molto variabile in funzione del tipo di olio vegetale, dai trattamenti di filtrazione che vengono applicati.
    Ultimamente per applicazioni di questo genere, abbiamo utilizzato un valore di 0,000300 m2K/W, consideri che si trattava di olio di palma particolarmente “buono” a livello qualitativo e di filtrazione.

  35. Chiedo gentilmente se potete aiutarmi e cioè se potete indicarmi il fattore di sporcamento da utilizzare nel caso di dimensionamento di caldaia a recupero a tubi di fumo avendo a monte un motore che brucia olio di palma.

    grazie

  36. la ringrazio per la risposta!
    Nel modello avevo utilizzato il deltaT condensazione come nel suo suggerimento, mentre nel caso del deltaT Evaporazione avevo usato
    DeltaT_eva=Tu_in-T_1
    T_1 refrigerante in ingresso al compressore
    Tu_in temp. dell’acqua da raffreddare in ingresso..

  37. Buongiorno Giuseppe,
    queste grandezze tipicamente indicano il salto termico tra la temperatura di evaporazione del gas frigorigeno e la temperatura in uscita dell’acqua raffredata nel caso dell’evaporatore.
    Per il condensatore la differenza tra la temperatura di condensazione del gas e la temperatura di ingresso dell’acqua di condensazione.

    Per surriscaldamento e sottoraffreddamento si intendono i valori che vengono fissati sotto alla temperatura di condensazione e sopra alla temperatura di evaporazione del gas, in sostanza guardando il ciclo termico, si surriscalda o sottoraffredda il fluido refrigerante.

  38. altra domanda: Ho letto da qualche parte che bisogna imporre un “Grado di sottoraffreddamento” e un “Grado di surriscaldamento”, ma non ho ben chiaro a cosa si riferisca =(

  39. Buon Giorno, complimenti per il sito!

    Sto creando un modello software che modellizzi il comportamento di una pompa di calore ad acqua di falda.
    Dalla scheda tecnica della pompa ricavo i dati in condizione di progetto per determinare il Coefficiente globale di scambio termico KA dove K [KW/m^2°C] e A [m^2], sia dell’evaporatore sia del condensatore.(da determinare con il metodo E-NTU)

    conosco il Flusso all’evaporatore e tutte le temperature ing/usc lato utenza e lato acqua, la potenza assorbita dal compressore. nella scheda tecnica, sotto questi dati riporta DeltaT_evaporatore=5°C
    DeltaT_condensatore=15°C
    Ecco, non mi è chiaro il significato di queste due grandezze. Ad esempio, il primo rappresenta il salto termico tra l’acqua dell’utenza in ingresso e la temperatura del refrigerante in ingresso al compressore?
    la ringrazio in anticipo per la risposta!!
    GIUSEPPE

  40. La ringrazio per la sua disponibilità.

    Posso rivolgermi a lei per un preventivo del prodotto da lei consigliato?

    Complimenti per il sito.
    Grazie ancora

  41. Buongiorno Alessia,
    sulla metallurgia non saprei aiutarla in modo specifico.
    Ha provato a verificare in rete facendo una ricerca sui materiali ASTM, so che è presente una discreta letteratura dalla quale abbiamo preso spunti per alcune valutazioni.

    http://www.astm.org/

  42. Buogiorno Sig.Biolchi

    Vorrei costruirmi un raffrescatore d’acqua utilizzando uno scambiatore saldobrasato fungendo da evaporatore dell’unità frigogena portandola ad una temperatura di circa 8/9 C°.Considerando che la temperatura dell’acqua di rete domestica è di circa 15/16 C°, una pressione di 2.5/3 bar, una portata di 300 litri ora ed utilizzando come fluido refrigerante il gas R-134a quale scambiatore mi consiglia?

  43. Alessia Franzetti dice:

    Gentile Biolchi,

    dovrei calcolare le dilatazioni termiche che si verificano all’interno di tubazioni in acciaio ASTM A106 GR.B contenenti olio diatermico a 300°C.
    Per i calcoli sto seguendo la norma UNI EN 13480-3 (tubazioni industriali metalliche)nella quale mi viene però richiesto lo stress ammissibile alla massima temperatura del metallo (fattore fh). Per farlo devo però ricavare il carico di rottura e il carico di snervamento dell’acciaio alla temperatura di esercizio, che nel mio caso corrisponde a 300°C. I valori presenti nelle norme sono però quelli ricavati a 20 °C, non esiste un grafico di riferimento o una formula che mi permetta di ricavare questi valori ad una temperatura diversa da quella ambiente.
    Confidando in un suo riscontro porgo cordiali saluti.

    Alessia Franzetti

  44. Buongiorno Attilio e/o Francesco,
    semplificando si può dire che vengono calcolati in base alla superficie di scambio necessaria per attuare il lavoro termico richiesto, pescando come lunghezza dai valori standard in commercio. Esemplificando, se in commercio esistono barre da 6 metri, cercheremo di progettare uno scambiatore che impieghi sottomultipli di questo valore, per avere meno scarto possibile.
    spero di aver chiarito.
    cordialmente, valter

  45. Salve prof.Biolchi
    sono uno studente di gestionale e sto preparando l’esame di fisica tecnica tra cui il dimensionamento degli scambiatori di calore a fascio tubiero…volevo sapere come si fa a calcolare la lunghezza dei tubi e il numero dei tubi dopo aver calcolato superficie di scambio termico, il coeff. globale U, numero di nusselt e di reynolds e trascurando lo spessore del tubo??

  46. Buonasera

    volevo sapere come si fa a calcolare la lunghezza dei tubi e il numero di tubi in uno scambiatore a fascie tubiero

    la ringrazio in anticipo

  47. La ringrazio per le informazioni e per la rapidità della risposta. Il prodotto che ci interesserebbe di più sarebbe il T PLATEB H 2500, con il numero ottimale di piastre da lei suggerito. Sarebbe possibile ricevere un preventivo anche di massima via mail? In caso contrario a chi potrei rivolgermi?
    Grazie di nuovo
    Buona giornata

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