Calcolo di uno scambiatore di calore

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Il calcolo di uno scambiatore di calore è un esercizio piuttosto semplice tutto sommato, in pratica si tratta di applicare una formula matematica con una serie di dati e di coefficienti, che la bibliografia ci rende abbastanza facilmente.

Ovviamente questo se ci limitiamo al calcolo della superficie di scambio necessaria per un certo tipo di lavoro termico.

Per l’effettivo dimensionamento di uno scambiatore di calore intervengono poi una serie di fattori

  • tipologia costruttiva
  • condizioni limite di progetto
  • flussi termici interni
  • turbolenze
  • ecc…

Questi fattori determinano il dimensionamento vero e proprio dello scambiatore, diventando così la vera e propria essenza della progettazione.

Non voglio in questa sede dilungarmi in un trattato complesso, ma volevo riassumere alcuni concetti fondamentali relativi al calore, alla sua trasmissione e al dimensionamento basilare di uno scambiatore di calore.

Di seguito alcuni estratti del documento che potete tranquillamente scaricare.

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LA TRASMISSIONE DEL CALORE

GENERALITÀ

Allorché si abbiano due corpi a differenti temperature, la temperatura del corpo più caldo diminuisce, mentre la temperatura di quello più freddo aumenta. La progressiva riduzione della differenza di temperatura deve essere ricondotta a uno scambio di energia, scambio che persiste finché esiste la differenza di tem-peratura, ovvero quando si raggiunge l’equilibrio termico. Quando il trasferi-mento di energia avviene solo a causa di una differenza di temperatura e non viene fatto nessun lavoro dalla oppure sulla sostanza, esso è trattato da una scienza che prende il nome di trasmissione del calore. La trasmissione del calo-re è in sostanza energia che viene trasmessa in conseguenza di una differenza(gradiente) di temperatura ∆T. Questo trasferimento di energia viene espresso come quantità di calore q tra-smessa nell’unità di tempo t; è un flusso di calore e prende il nome di flusso ter-mico Q = q/t e si misura in W, dal momento che 1 J/s equivale ad 1 W; Q è per-ciò una potenza termica. Il trasferimento di energia si realizza in tre modi:
• conduzione: quando il trasferimento di calore, prodotto dal gradiente di temperatura, avviene in un corpo solido oppure in un fluido in quiete;
• convezione: si tratta invece del trasferimento di calore che avviene tra una superficie ed un fluido in movimento dotati di temperature diverse;
• irraggiamento: tutte le superfici che si trovano ad una data temperatura emettono energia sotto forma di onde elettromagnetiche. Perciò, in assenza di un mezzo situato tra di esse, il calore tra le due superfici, a diversa temperatura viene trasferito per solo irraggiamento.
Quasi sempre queste forme di trasmissione coesistono.


QUANTITÀ DI CALORE

La quantità di calore, contenuto in un gas liquido, o in un corpo, in genere è:

q = cp• m •∆T

dove si indica con:

• q= la quantità di calore, in J
• cp= la capacità termica massica a pressione costante,in J/(kg •K)
• m= la massa del corpo, in kg∆T= la differenza di temperatura, in K

…………………………………………………….

PROGETTO DELLO SCAMBIATORE

Per progettare uno scambiatore bisogna correlare la quantità di calore trasmesso nell’unità di tempo Q con le temperature di ingresso e di uscita dei due fluidi l’area A della superficie totale richiesta per quel dato scambio termico.

Tramite l’equazione di bilancio energetico di sistemi aperti al fluido caldo (pedice c) e al fluido freddo (pedice f), caratterizzati dalla portata in massa m c ed mf si possono ottenere due di queste espressioni.
L’equazione del bilancio energetico, scritta in termini di flusso termico e tramite le entalpie in uscita ( pedice 2) e in ingresso ( pedice 1) dei due fluidi è:
Q = m ( h2 – h1)
Ricordando che, per un gas perfetto l’entalpia espressa in funzione della temperatura è:
h = c p • T

abbiamo una prima equazione relativa al fluido freddo, ovvero il flusso Q che entra nel fluido freddo, facendone aumentare la temperatura, è:
Q = mf • c pf • ( t f2 – t f1) (1)
essendo c pf la capacità termica massica del fluido freddo.
Ma la sottrazione del flusso termico Q, fa diminuire la temperatura del fluido caldo dal valore di ingresso t c1 al valore di uscita tc 2 e quindi l’equazione per il flusso caldo è:
Q = mc • c pc• ( t c1 – t c 2)
essendo c pc la capacità termica massica del fluido caldo.
Noto il gradiente termico, oppure calcolato in base alle equazioni di bilancio sopra citate, si procede al dimensionamento dell’area A della superficie di scambio, con un’equazione che lega il calore trasmesso nell’unità di tempo Q tra i due
fluidi con l’area A e la differenza media di temperatura ΔTm dei due fluidi.

Q =U ·A ·ΔTm
Il legame tra il flusso termico Q ed il prodotto dell’area A per la differenza media di temperatura è espresso dal coefficiente globale di scambio U, che viene determinato empiricamente.

Calcolo di uno scambiatore di calore

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Scambiatori di calore

414 commenti su a “Calcolo di uno scambiatore di calore

  1. …mmmhh..forse capisco male io.
    Pensavo alla formula inversa di:
    potenzialità = coefficiente globale di scambio * superficie * salto termico
    all’inverso posso trovare il salto termico.

  2. Ok si.. ho usato la formula inversa e anche a me il ragionamento pare corretto.. Il problema e che il valore di NTU mi viene molto grande e di conseguenza anche l’efficienza mi viene 1.. A quel punto sapendo che quest’ultima è uguale a Q/Qmax e conoscendo Qmax posso calcolare la Tu del fluido caldo.. E’ giusto il ragionamento?
    Con i valori che imposto però mi viene un risultato sbagliato, al di sotto degli 0°C del fluido freddo..

    Grazie ancora..

  3. Innanzitutto grazie per la celere risposta..
    E si ha capito benissimo.. Quindi calcolo la potenza termica con la formula Q=mc(Tu-Te) e successivamente la stessa potenza termica sarà scambiata dal fluido freddo e di conseguenza posso ricavarmi la Tu del fluido freddo, esatto?
    Nel caso invece io non conoscessi la temperatura di uscita del fluido caldo e dovessi valutare se il mio scambiatore è in grado di farla raggiungere come devo fare? Si può fare o è un problema sovradimensionato?
    Perchè ho provato a usare il metodo e-NTU al contrario ma non riesco 🙂 perchè comunque io non devo dimensionare lo scambiatore (lunghezza, diametro e quindi l’area di scambio sono note) ma in base alle mie dimensioni capire se riesce effettivamente a raffreddare il fluido..

    Grazie..

  4. Buongiorno Emanuel,
    se non ho capito male il fluido caldo entra a 37°C e deve uscire a 33°C. Conoscendone la portata ed il calore specifico, può determinare la potenzialità termica.
    Una volta che ha questo valore, conosce la temperatura del fluido freddo in ingresso 0°C, per conoscere la temperatura in uscita le serve conoscere la portata di quest’ultimo ed il relativo calore specifico.
    Se ha fluido freddo a sufficienza può sicuramente completare il raffreddamento senza ulteriori transitori.

    spero di essere stato chiaro, diversamente mi contatti senza esitazioni.

    cordiali saluti,

    valter

  5. Buongiorno..
    sono uno studente di ing. biomedica e ho un problema con degli scambiatori.. Io dovrei utilizzare un semplice scambiatore in controcorrente per raffreddare un fluido da 37°C a 33°C, con un fluido refrigerante a 0°C.. Al di là delle specifiche dimensionali e dei materiali usati (che posso comunque indicarvi se necessario) ho come incognite le temperature di uscita sia del fluido caldo che si deve raffreddare che di quello freddo che si riscalderà.. Posso calcolarle? Ho solo quelle come incognite, perchè tutti gli altri parametri sono fissati..
    Inoltre se all’uscita dello scambiatore non dovessi raggiungere la temperatura target, posso calcolare il transitorio per raggiungerla successivamente?

    Grazie.. Cordiali saluti..

  6. Buongiorno Luca,
    per questa applicazione può utilizzare senza problemi uno scambiatore a piastre.
    consideri che in funzione della temperatura elevata dell’olio diatermico, dovrà inevitabilmente utilizzare uno scambiatore di tipo saldato.
    le alternative sono fondamentalmente due:
    scambiatore completamente saldato ALL WELDED
    scambiatore saldobrasato per alta temperatura

    Il valore delle perdite di carico solitamente si aggira attorno a 0,5 bar
    Potrebbe essere un TCB 2500 con 60 o 80 piastre

    ps.: può utilizzare anche uno scambiatore a fascio tubiero adeguatamente dimensionato e realizzato per alta temperatura.

  7. Buongiorno Sig. Biolchi.
    Sto lavorando ad un progetto di ricerca all’interno del quale è prevista una sezione di scambio termico tra una linea ad acqua e una ad olio diatermico. L’olio diatermico (densità 870 kg/m3)deve entrare nello scambiatore a 240°C e 14 bar e uscire a 85°C, con una portata di 2909 kg/h (3,34 m3/h).
    Questo olio deve scaldare dell’acqua in arrivo a 70°C fino a 80°C per una tipica rete di utenze termiche a 1 bar.
    La potenza scambiata è allora circa 282 kW.

    Avrei bisogno di sapere il valore della perdita di carico lato olio per tale scambiatore.

    L’idea è quella di utilizzare uno scambiatore a piastre.
    Le chiederei quindi inoltre di confermarmi se tale scelta è davvero la più idonea e quale modello del vostro catalogo meglio si può adattare alle nostre esigenze.

  8. La ringrazio per la celerità della Sua risposta, provvederò quanto prima a richiedere maggiori informazioni sullo scambiatore in questione

  9. Buongiorno Benedetto,
    le confermo che Tempco ha sicuramente degli scambiatori di calore per queste esigenze.
    Attualmente la scelta si orienta sempre di più sulla soluzione con scambiatori di calore a piastre, che presentano dei vantaggi importanti:
    -minore ingombro
    -maggiore flessibilità (si possono ampliare e potenziare retrofit)
    -facilità di pulizia
    -spazio necessario per la pulizia identico a quello di installazione
    -maggiore efficienza termica

    mi faccia sapere se le servono ulteriori delucidazioni oppure ci contatti se le servisse una valutazione o un progetto specifico.

    cordiali saluti

    valter biolchi

  10. Buongiorno Massimo,
    per poter fare una valutazione servirebbero maggiori dettagli in merito alle sue necessità.
    Mi contatti senza problemi che vediamo di definire meglio i parametri di progetto dello scambiatore che le serve.

    Cordialmente

    valter biolchi

  11. Buongiorno Sig. Biolchi,
    mi sto occupando della progettazione di un impianto che utilizza uno scambiatore di calore acqua/acqua di mare con elevate portate (200000 l/h), è preferibile uno scambiatore a piastre in titanio o uno a fascio tubiero di cupronickel? quali sono i vantaggi nei due casi? ci sono prodotti tempco adatti a queste esigenze?
    La ringrazio in anticipo per la risposta,
    distinti saluti,
    benedetto

  12. Buongiorno, sono un tecnico che sta analizzando e seguendo una gara di progettazione e realizzazione per la fornitura di un impianto di lavaggio per parti ferrose proveiente da treni e funzionante ad acqua surriscaldata. Avrei bisogno di informzioni tecniche e soprattutto di una quotazione economica per la fornitura di uno scambiatore a serpentina da 1600 kw.
    Grazie

  13. Buona giornata a lei Lorenzo,
    in linea di principio, quando dimensioniamo degli scambiatori di calore a piastre, per una applicazione acqua/acqua, consideriamo un valore di perdite di carico da 0,5 a 0,8 bar, in quanto mantenere una buona velocità del fluido consente di ottenere diversi vantaggi:
    -migliore coefficiente di scambio termico
    -migliore scambio termico (di conseguenza)
    -maggiore effetto autopulente
    Questo in ambito industriale.

    In ambito civile, il valore di perdita di carico imposto è sensibilmente più basso, in considerazione del tipo di pompe utilizzate (circolatori).
    Consideri che un valore attendibile è pari a 0,2-0,3 bar.
    Spero di essere stato chiaro, diversamente non esiti a contattarmi per ulteriori chiarimenti.
    cordiali saluti,

    valter biolchi

  14. Buongiorno Sig. Biolchi.
    Le pongo il seguente quesito:
    Qual’è la perdita di carico massima ammessa sul primario e sul secondario in uno scambiatore di calore a piastre acqua-acqua?.
    E inoltre quali sono i valori di perdita di carico “ritenuti normali” nel calcolo degli scambiatori a piastre?.
    Sto verificando uno scambiatore a piastre che verrà interposto fra un generatore di calore a condensazione (con vaso di espansione chiuso) ed un impianto a termosifoni (con vaso di espansione aperto). Le prevalenze delle pompe sul primario e sul secondario dello scambiatore verranno determinate in funzione della perdita di carico dello scambiatore stesso e dei circuiti utilizzatori.
    Vorrei avere indicazioni al fine di poter determinare il costo di esercizio delle pompe e confrontarlo con il costo dello scambiatore.
    Grazie e cordiali saluti.

  15. Buongiorno Roberto.
    Potrebbe andare bene un TCP13 con 60 piastre almeno.
    In realtà bisognerebbe verificare se la potenzialità della caldaia le consente di mettere un accumulo più contenuto di quello attuale, altrimenti rischia di ritrovarsi senza acqua calda.

    Le invio una email con qualche dato.

    cordiali saluti,
    valter biolchi

  16. Gentilissimo Sig.Biolchi la ringrazio per la sollecita risposta e la informo che gli attacchi dello scambiatore esistente sono da 2 pollici.
    Attendo di conoscere le sue indicazioni per inserirle a capitolato.
    Grazie
    Roberto

  17. Buongiorno Roberto, grazie per averci scritto.
    la potrei indirizzare verso un TCP13 oppure un TCP22, ma sarebbe utile conoscere il diametro delle connessioni attuali.
    Mi comunichi questa informazione che le suggerisco il modello corretto.

    cordialmente la saluto,

    valter biolchi

  18. gentilissimo
    sono un tecnico che deve sostituire un vecchio scambiatore a piastre adibito all’acqua sanitaria. Questo scambiatore a piastre è un Uranos UJ122 con dimensioni h=1 m largh 30 cm spess.10 cm attualmente fornisce acqua calda a 50 utenze domestiche in un condominio ed ha un accumulo di 1000 litri. Secondo lei che tipo di scambiatore a piastre Tempco posso proporre per ridurre l’accumulo a 600 litri senza far mancare l’acqua calda alle utenze?
    Grazie in anticipo

  19. Buonasera Matteo,
    grazie per averci contattati.
    Le consiglierei senza ombra di dubbio uno scambiatore a piastre saldobrasato.
    Compatto, efficiente, economico.
    Le invio un dimensionamento di massima via email.

    Buon lavoro,

    valter biolchi

  20. Buona sera,
    sono un progettista, stavo progettando un sistema basato su collettori solari termici come ausilio a un sistema industriale più complesso per riscaldare dell’acqua che circola in un circuito di riscaldamento a bassa temperatura. Ho quindi un accumulo solare da 1.000 litri mediamente a 60 ° (temperatura mantenuta dai pannelli) da qui tramite una pompa P1 alimenterei uno scambiatore (che devo dimensionare). Sul secondario dello scambiatore ho circa 5000 l/ora di acqua a cui vorrei cedere circa 7-8 kW. Consideri che l’acqua da riscaldare arriva a circa 40°. Avrei bisogno di suggerimenti per lo scambiatore in particolare per dimensionarlo e sceglierlo (anche in base alla portata sul secondario in modo da limitare le perdite di carico). Grazie mille. Saluti.

  21. Buongiorno Giovanni,
    grazie per averci scritto.
    Una coibentazione sugli scambiatori, in termini di risparmio energetico è sempre conveniente.
    Consideri che in virtù della costruzione propria degli scambiatori a piastre, il vantaggio in termini di risparmio sulle dispersioni è piuttosto esiguo.
    Vale sempre quindi la pena valutare la tipologia ed il costo della coibentazione.
    Un cordiale saluto,
    valter biolchi

  22. giovanni rubino dice:

    Buon giorno Sig. Biolchi vorrei sapere, se uno scambiatore di calore a piastre venisse coperto con della lamiera zincata rivestita con del politilene di spessore 25 mm si otterrebbe del risparmio di calore o di acqua calda. Come di solito viene fatto con le tubazioni?

    grazie

  23. In effetti i valori di scambio per un fascio tubiero risultano piuttosto elevati.
    Le mando in ogni caso una email direttamente.

    Cordiali saluti,

    valter biolchi

  24. Tommaso Serafini dice:

    La ringrazio per la risposta,
    se possibile le vorrei chiedere un parere sui dati che ho ricavato dal dimensionamento di massima, che mi risultano un pò “strani”, ma non avendo esperienza nel dimensionamento di uno scambiatore non so valutarli.
    In particolare ho assunto un diametro di shell=1,5m diametro tubi est=2,54 cm, passo=3,17 cm disposizione triangolare e u=1,5 m/s. Risultano Ntubi=138 con due passaggi lato tubi, ht=16414 W/m/K (non è troppo elevato?) e hshell=6221 W/m/K (calcolato tramite il metodo di Kern). Il tutto mi fornisce U=3584 W/m2/K (valore che mi sembra un pò elevato considerando che circola solo acqua) per una A=102 m2

    Inoltre vorrei sapere se voi sareste in grado di rifornirmi di uno scambiatore di questo tipo (lo scambiatore fa parte di un impianto all’interno di un progetto europeo che potrebbe avere esito positivo).

  25. Buongiorno Tommaso, è un piacere ritrovarla.
    Esistono sicuramente scambiatori a fascio tubiero anche di questa potenzialità.
    Si tratta di apparecchi decisamente grandi, a volte si valuta se suddividere la portata (stiamo parlando di circa 500 mc/h primario), su due apparecchi in parallelo, che potrebbero essere meno costosi.
    In questi casi la valutazione va fatta tenendo in considerazione anche gli eventuali extra costi di piping e valvolame, che nel caso di due scambiatori raddoppiano, ma potrebbero presentare delle sorprese a livello di costi, in quanto quando si superano certe taglie i valori in gioco cambiano radicalmente (verso l’alto).
    A livello di velocità dei fluidi, le regole sono sempre le stesse, nel mantello si gioca con i setti in modo da mantenere dei valori adeguati.

    Un cordiale saluto e buon lavoro…

    ps.: esistono anche scambiatori a piastre che soddisfano queste capacità termiche, il problema sono le temperature.

  26. Tommaso Serafini dice:

    Buonasera sig. Biolchi, le ho già scritto qualche mese fa, ora le chiedo un parere perchè devo dimensionare uno scambiatore di calore che deve essere in grado di smaltire una potenza di picco di 18 MWth, con temperature lato caldo (di primo tentativo) Ti=170°C Tout=140°C e lato freddo ti=80°C e tout=130°C.
    Pensavo di dimensionare un classico scambiatore a fascio tubiero, poi non so se esistono di così grandi dimensioni o è necessario ripartire la potenza da smaltire su un certo numero di scambiatori: cosa ne pensa?
    inoltre le vorrei chiedere quali sono le velocità tipicamente assunte del fluido lato mantello.

    Grazie

  27. Buongiorno sig. Biolchi
    sono il responsabile tecnico di una piccola industria chimica,
    devo progettare un riscaldatore di acqua tramite vapore,
    il volume di acqua è al max 1000 lt/h, temp di partenza 15 °C finale 55 °C, il vapore necessario dovrebbe dovrebbe essere di c.ca 80 kg/h, con recupero condensato,
    considerando un serbatoio aperto a livello K (già disponibile)con un volume utile di c.ca 500 lt,
    quanto deve essere il dimensionamento della serpentina scambiatrice? e il materiale?

    Grazie

  28. Benissimo. La mia mail è bonfilu2 AT gmail.com.

    Ringraziandola di nuovo e complimentandomi per la rapidità delle risposte, le auguro una buona serata

  29. Buonasera Luca, grazie per i complimenti e per averci contattati.
    Direi che la serie di scambiatori che lei ha citato sono propriamente indicati per l’applicazione.
    Mi mandi una email, o una comunicazione dal sito, che le faccio avere i dati che le servono.

    cordiali saluti,

    valter biolchi

  30. Buonasera sig. Biolchi.
    Innanzitutto complimenti per il blog, per la professionalità e disponibilità dimostrata nelle risposte.
    Sono in cerca da giorni di un metodo per scambiare energia termica tra acqua e fumi di combustione che si adatti agli scopi che sto perseguendo. Il mio obiettivo primario è raffreddare una portata di fumi di 450 kg/h da 600 a 200°C il più velocemente possibile, scambiando con acqua per la quale non ho vincoli particolari sulla temperatura di uscita dallo scambiatore. Secondo lei qual’è la tipologia di scambiatore più adatta al mio scopo?
    Sul vostro sito web ho notato il modello a fascio tubiero T ST EXH, secondo lei fa al caso mio, e in tal caso è disponibile del materiale con specifiche più dettagliate sulla batteria di scambio termico (diametro e numero dei tubi ecc.) o comunque con annotazioni che possano permettermi di valutare il tempo di residenza dei fumi all’interno del fascio tubiero?
    Ringraziandola le auguro un buon fine settimana

  31. Buongiorno Sig. Biolchi,
    Perfettamente centrato l’argomento ed esaustiva la risposta. Era quello che speravo.

    la ringrazio anche per la sollecitudine

    Cordiali Saluti
    Luigi

  32. Buongiorno Luigi,
    grazie per averci contattati prima di tutto.
    il calcolo come lo ha effettuato è corretto (immagino che stiamo parlando di acqua…).
    I dati che lei ha inserito, sono relativi al primo avviamento?
    Una volta avviato l’impianto, l’acqua è in ricircolo? se come credo è così, il suo cliente lavorerà probabilmente con un salto termico di 10°C, che riporta alla potenza del bruciatore installato.
    In fase di avviamento il suo cliente avrà un tempo di attesa per mettere a regime l’impianto, variabile in funzione della quantità di acqua presente nell’impianto e dei carichi termici.

    Spero di essere stato chiaro e soprattutto di aver centrato l’argomento.

    cordiali saluti,

    valter biolchi

  33. Buongiorno,
    visto le risposte sempre chiare ed esaustive vorrei approfittare per avere una riprova del calcolo che ho effettuato.
    Scambiatore a tubi di fumo.
    Calcolo potenza termica del bruciatore:
    dai ingresso
    Portata acqua 50 m3/h
    T1=10 °C
    T2=75°C

    risultato Q=3770 kW

    il mio cliente ha messo un bruciatore da 600 kW e dice che funziona perfettamente.
    cosa sbaglio?
    Grazie in anticipo
    Luigi

  34. Buongiorno Alessandro e grazie per averci consultati.
    Direi che la sua proposta di reverse engineering è corretta.
    partendo dalla potenzialità del condensatore, ricavata dalla condensazione del vapore, essendo noto il salto termico lato acqua di torre (lo legge con dei termometri), può stabilire una portata verosimile.

    Un cordiale saluto,

    valter biolchi

  35. Buongiorno, sono alle prese con un problema in una centrale di potenza. Il circuito di raffreddamento del condensatore è a torre evaporativa ma la portata di ricircolo non è nota. Ritiene corretto, dato lo stato pulito o sporco che sia del condensatore, calcolare la portata di ricircolo mediante bilancio entalpico tra vapore condensante e acqua di raffreddamento conoscendo: – temperatura ingresso e uscita acqua di raffreddamento ; – vuoto al condensatore e temperatura del condensato. Consideri ceh successivamente questo valore di portata viene utilizzato per calcolare il coefficiente di scambio del condensatore, vero interesse dell’esercizio.
    La ringrazio per volermi rispondere

    Saluti

  36. Intanto la ringrazio per la risposta.
    Ad essere sinceri la natura di quel gas condensato è il dubbio che ci siamo posti anche io e il mio collega e stiamo provvedendo a farci dare una descrizione più precisa dal professore… Nel caso cercheremo di ricontattarla.
    Per il resto ci siamo direzionati all’incirca sulle sue stesse considerazioni sia a livello corrosionistico che di scelta del materiale.

    La ringraziamo ancora per il suo supporto,
    e complimenti per quanto ha fatto fino ad ora!

    Buona serata

    Alessandro

  37. Buonasera Alessandro,
    interessante problema da risolvere, con un buon numero di incognite.

    Merita senza dubbio una risposta più approfondita di quella che le posso dare in queste poche righe.
    Prima di iniziare però le chiedo un chiarimento sul fluido caldo:

    Fluido caldo = gas condensato (saturo d’acqua + 10% CO2), Tin= 70°C, Tout= 30°C, P= 50 bar, Portata=10^6 m^3/giorno.

    cosa intende per fluido caldo=fluido condensato…
    immagino che lei debba raffreddare il gas e condensare l’acqua.
    il carico termico sarà quindi determinato dal calore sensibile per il raffreddamento del gas + il calore latente di condensazione dell’acqua + il calore sensibile di sottoraffreddamento dell’acqua.

    non ho verificato i suoi calcoli sulla duty termica, che dovrebbe comprendere questi tre valori, ma posso fare una verifica rapida settimana prossima.

    Per la seconda parte, solitamente su acqua mare si utilizza del cupro/nickel, per scongiurare la corrosione dovuta ai cloruri, che tra l’altro con queste temperature di parete diventa un fattore importante.

    Non sono un esperto in questo settore specifico, ma lo spessore andrebbe determinato in base a dei diagrammi di isocorrosione legati alla tipologia del materiale prescelto, quindi ragonando al contrario, verificare lo scambio termico.

    Con la mia estrazione di “piastrista”, solitamente non mi pongo il problema dello spessore, ma qui diventa determinante.

    spero di esserle stato di aiuto, almeno per una prima analisi.
    Mi faccia sapere se posso supportarla in altro modo,

    cordialmente la saluto,

    valter biolchi

  38. Buongiorno sig. Biolchi,

    sono uno studente di ing. dei materiali e mi è stato assegnato un progetto relativo ad uno scambiatore di calore a fascio tubiero equicorrente.
    Dovrei fare una stima molto approssimativa circa il flusso di calore da asportare per avere del gas saturo a una certa T e la quantità di acqua di mare richiesta affinché ciò si verifichi.

    Secondo i dati forniti dal professore:

    Fluido caldo = gas condensato (saturo d’acqua + 10% CO2), Tin= 70°C, Tout= 30°C, P= 50 bar, Portata=10^6 m^3/giorno.

    Fluido di raffreddamento = acqua di mare, Tmax_scarico=35°C, Tin (ipotizzata)= 15°C

    ***

    Sulla base di questi dati ho calcolato assieme al mio collega di studi (e spero sia corretto) un flusso di calore pari a = 6.51 * 10^10 J/giorno con una portata di acqua di mare di 8.13 * 10^5 Kg/giorno

    Inoltre dovremmo fare delle stime riguardo il Life Cycle Cost su una rosa di tre materiali per i tubi in cui passa il gas (ci sono stati assegnati Acciaio al carbonio C30, Acciaio inox duplex 2205 e Cupro-Nichel 70/30). Purtroppo però non sappiamo dove reperire informazioni circa i costi sia di progettazione di un impianto del genere che dei materiali usati.

    Sempre riguardo al dimensionamento, come posso stimare lo spessore dei tubi sulla base del calore che deve essere scambiato e del conducibilità dei materiali?

    La ringraziamo per l’eventuale risposta.
    Buona giornata.

  39. Buongiorno Andrea,
    grazie per averci contattati.
    Calcolare la potenza termica prodotta è abbastanza semplice:
    verifichi la portata di acqua che fa circolare all’interno dello “scambiatore” nel camino.
    con un termometro misuri la temperatura dell’acqua in ingresso allo scambiatore e quella in uscita dallo scambiatore, con il camino in funzione ed a regime.
    Moltiplicando la differenza tra le due temperature (temp uscita – temp ingresso) per la portata in litri/ora, ottiene la potenzialità in Kcal/h.
    se le serve in KW, divide la potenza ottenuta per 860 (kcal/h / 860).

    spero di essere stato chiaro.

    un cordiale saluto,

    valter biolchi

  40. Buongiorno,

    ho un termocamino che produce aria calda, mi sono però autocostruito all’interno un portalegna in tubo di ferro saldato con spessore 2 mm, la superfice totale è di 12000 cm quadrati, all’interno del quale faccio passare acqua tramite una pompa.

    Per i primi 2 anni ho fatto funzionare l’impianto collegato al riscaldamento dell’appartamento, ottenendo buoni risultati, l’impianto riusciva a tenere la temperatura dell’acqua costate sui 50°, adesso però con l’adozione delle valvole termostatiche mi risulta troppo difficile conciliare le due cose, in quanto quando le termostatiche si chiudono il camino continua comunque a riscaldare l’acqua che va in sovratemperatura.

    Vorrei modificare l’impianto collegando al camino uno o due termoconvettori dedicati, scollegati dall’impianto dell’appartamento.

    La cosa so che è fattibile perchè funziona da 10 anni a casa dei miei genitori, alimentando un aerotermo da 2000W.

    Devo acquistare gli aerotermi per il mio appartamento e vorrei capire che potenza è necessaria per smaltire il calore prodotto dallo scambiatore che ho dentro il camino.

    Quindi, e possibile calcolare la potenza termica prodotta dallo scambiatore che ho costruito una volta avvolto da un fuoco di legna ?

    L’impianto che voglio costruire è aperto, quindi è previsto contenitore aperto per l’accumulo dell’acqua.

    Ringrazio in anticipo per qualsiasi aiuto o consiglio.

  41. Buonasera Michele,
    mi mette in difficoltà, in quanto non ho esperienza in questo genere di applicazioni.
    Spero che qualcuno dei nostri lettori sia in grado di darle supporto.

    cordiali saluti e grazie per il complimenti,

    valter biolchi

  42. Buonasera,
    complimenti per l’interessantissimo sito.
    questo è il mio quesito
    stufa a legna posta in un angolo che irradia e scalda la parete posteriore fino a 50°-60°C.
    Domanda: vorrei dimensionare un pannello in ferro tipo “canne d’organo” per scaldare l’aria più fredda dal pavimento e farla uscire calda dopo l’attraversamento delle canne. E’ fattibile? che dimensione (sezione, altezza, spessore) dovranno avere le canne? a che altezza da terra dovranno essere poste?

    grazie in anticipo per la vostra risposta

  43. Ok ottimo.
    Direi che in questo modo la soluzione è funzionale ed efficiente.
    Sicuramente sfruttando il calore latente di condensazione del fluido primario, le portate diminuiscono.
    Controidicazioni non ce ne sono, anzi.
    Faccia attenzione alla selezione dello scambiatore, potrebbe sfruttare anche il sottoraffreddamento del liquido, visto che parte da una temperatura di 60°C sul secondario.

  44. Tommaso Serafini dice:

    Mi sono spiegato male:
    l’acqua viene inviata all’utenza in pressione e a 120°C è in forma liquida. Perchè arrivi a 120°C (partendo da 60°C) l’idea è quella di farle attraversare uno scambiatore dove evolve un fluido (vapore acqueo) che subisce un passaggio di fase.

  45. In pratica, se ho ben capito, utilizza un fluido vettore, e vorrebbe anzichè riscaldare l’acqua da 60 a 120°C, farla evaporare, utilizzando quindi vapore saturo?
    Se il vapore viene utilizzato in sottocentrali nelle immediate vicinanze della centrale, la cosa è piuttosto semplice, viceversa, se deve distribuire vapore a diverse sottocentrali dislocate geograficamente, la cosa diventa complicata, sia per il trasporto/distribuzione del vapore, che per il corretto recupero delle condense. Mi sentirei di sconsigliare questa soluzione (a mio modesto parere).

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