Calcolo di uno scambiatore di calore

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Il calcolo di uno scambiatore di calore è un esercizio piuttosto semplice tutto sommato, in pratica si tratta di applicare una formula matematica con una serie di dati e di coefficienti, che la bibliografia ci rende abbastanza facilmente.

Ovviamente questo se ci limitiamo al calcolo della superficie di scambio necessaria per un certo tipo di lavoro termico.

Per l’effettivo dimensionamento di uno scambiatore di calore intervengono poi una serie di fattori

  • tipologia costruttiva
  • condizioni limite di progetto
  • flussi termici interni
  • turbolenze
  • ecc…

Questi fattori determinano il dimensionamento vero e proprio dello scambiatore, diventando così la vera e propria essenza della progettazione.

Non voglio in questa sede dilungarmi in un trattato complesso, ma volevo riassumere alcuni concetti fondamentali relativi al calore, alla sua trasmissione e al dimensionamento basilare di uno scambiatore di calore.

Di seguito alcuni estratti del documento che potete tranquillamente scaricare.

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LA TRASMISSIONE DEL CALORE

GENERALITÀ

Allorché si abbiano due corpi a differenti temperature, la temperatura del corpo più caldo diminuisce, mentre la temperatura di quello più freddo aumenta. La progressiva riduzione della differenza di temperatura deve essere ricondotta a uno scambio di energia, scambio che persiste finché esiste la differenza di tem-peratura, ovvero quando si raggiunge l’equilibrio termico. Quando il trasferi-mento di energia avviene solo a causa di una differenza di temperatura e non viene fatto nessun lavoro dalla oppure sulla sostanza, esso è trattato da una scienza che prende il nome di trasmissione del calore. La trasmissione del calo-re è in sostanza energia che viene trasmessa in conseguenza di una differenza(gradiente) di temperatura ∆T. Questo trasferimento di energia viene espresso come quantità di calore q tra-smessa nell’unità di tempo t; è un flusso di calore e prende il nome di flusso ter-mico Q = q/t e si misura in W, dal momento che 1 J/s equivale ad 1 W; Q è per-ciò una potenza termica. Il trasferimento di energia si realizza in tre modi:
• conduzione: quando il trasferimento di calore, prodotto dal gradiente di temperatura, avviene in un corpo solido oppure in un fluido in quiete;
• convezione: si tratta invece del trasferimento di calore che avviene tra una superficie ed un fluido in movimento dotati di temperature diverse;
• irraggiamento: tutte le superfici che si trovano ad una data temperatura emettono energia sotto forma di onde elettromagnetiche. Perciò, in assenza di un mezzo situato tra di esse, il calore tra le due superfici, a diversa temperatura viene trasferito per solo irraggiamento.
Quasi sempre queste forme di trasmissione coesistono.


QUANTITÀ DI CALORE

La quantità di calore, contenuto in un gas liquido, o in un corpo, in genere è:

q = cp• m •∆T

dove si indica con:

• q= la quantità di calore, in J
• cp= la capacità termica massica a pressione costante,in J/(kg •K)
• m= la massa del corpo, in kg∆T= la differenza di temperatura, in K

…………………………………………………….

PROGETTO DELLO SCAMBIATORE

Per progettare uno scambiatore bisogna correlare la quantità di calore trasmesso nell’unità di tempo Q con le temperature di ingresso e di uscita dei due fluidi l’area A della superficie totale richiesta per quel dato scambio termico.

Tramite l’equazione di bilancio energetico di sistemi aperti al fluido caldo (pedice c) e al fluido freddo (pedice f), caratterizzati dalla portata in massa m c ed mf si possono ottenere due di queste espressioni.
L’equazione del bilancio energetico, scritta in termini di flusso termico e tramite le entalpie in uscita ( pedice 2) e in ingresso ( pedice 1) dei due fluidi è:
Q = m ( h2 – h1)
Ricordando che, per un gas perfetto l’entalpia espressa in funzione della temperatura è:
h = c p • T

abbiamo una prima equazione relativa al fluido freddo, ovvero il flusso Q che entra nel fluido freddo, facendone aumentare la temperatura, è:
Q = mf • c pf • ( t f2 – t f1) (1)
essendo c pf la capacità termica massica del fluido freddo.
Ma la sottrazione del flusso termico Q, fa diminuire la temperatura del fluido caldo dal valore di ingresso t c1 al valore di uscita tc 2 e quindi l’equazione per il flusso caldo è:
Q = mc • c pc• ( t c1 – t c 2)
essendo c pc la capacità termica massica del fluido caldo.
Noto il gradiente termico, oppure calcolato in base alle equazioni di bilancio sopra citate, si procede al dimensionamento dell’area A della superficie di scambio, con un’equazione che lega il calore trasmesso nell’unità di tempo Q tra i due
fluidi con l’area A e la differenza media di temperatura ΔTm dei due fluidi.

Q =U ·A ·ΔTm
Il legame tra il flusso termico Q ed il prodotto dell’area A per la differenza media di temperatura è espresso dal coefficiente globale di scambio U, che viene determinato empiricamente.

Calcolo di uno scambiatore di calore

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Scambiatori di calore

414 commenti su a “Calcolo di uno scambiatore di calore

  1. Tommaso Serafini dice:

    grazie per la celere risposta.
    Sto facendo il dimensionamento prendendo la condizione più sfavorevole, che avviene in inverno inoltrato. L’impianto di riscaldamento (un sistema solare termico) deve riscaldare il fluido vettore, che poi cederà il suo calore all’acqua in pressione nello scambiatore facendola arrivare ad una temperatura di 120°C (la temperatura iniziale dell’acqua era di 60°C). La mia idea è quella di far avvenire il passaggio di fase del vapore che faccia compiere il salto termico di 60°C all’acqua in pressione.
    I dati che ho sono i 14 MWtermici da fornire e le temperature di andata e ritorno dall’utenza (rispettivamente 120 e 60 °C). In uno scambio acqua/acqua ciò implica portate molto importanti viste le temperature di produzione del calore che non sono molto elevate.
    Quali dovrebbero essere le precauzioni per poter lavorare con il passaggio di fase del vapore?

  2. Buongiorno Tommaso,
    grazie per averci contattati.
    In effetti il cambio di fase implica una notevole diminuzione di portata, causa il valore del calore latente di evaporazione/condensazione.
    Ora non so se lei intende applicarlo su entrambi i lati dello scambiatore, Immagino che i dati lato centrale siano fissi e possa variare quelli lato utenze.
    Consideri che diventa complicato trasportare un fluido come il vapore, in quanto subentrano problematiche legate a condense, scarichi ecc…
    per diminuire un po’ le portate, potrebbe aumentare i salti termici, consideri che negli impianti di teleriscaldamento solitamente si lavora con acqua surriscaldata.
    se posso esserle di aiuto, mi invii qualche dato ulteriore che provo a fare una analisi più mirata.

    Cordiali saluti,

    valter biolchi

  3. Tommaso Serafini dice:

    Buongiorno Sig Biolchi e buone feste, ho trovato per caso questo sito e lo trovo molto utile. Sono un tesista magistrale di ing. meccanica, sto progettando un impianto solare termico di teleriscaldamento (sono nella fase preliminare)che debba produrre una potenza termica di 14MWth . Valutando la portata d’acqua che deve attraversare lo scambiatore (acqua/acqua) mi vengono valori molto elevati. Se però all’interno dello scambiatore avvenisse un passaggio di fase (da un lato dello scambiatore) la portata sarebbe notevolmente più bassa essendo il salto entalpico molto importante. Tuttavia le vorrei chiedere se tale opzione le sembra fattibile e se non ci sono importanti controindicazioni.

  4. Buongiorno Nicola,
    mi fa una domanda da progettista di impianti.
    Onestamente non me la sento di risponderle in modo rapido.
    L’ideale sarebbe sentire un termotecnico, sottoponendo il progetto completo, in modo che possa valutare dispersioni e carichi termici in modo adeguato.
    Mi dispiace non poterle dare risposta migliore.

    cordiali saluti

    valter biolchi

  5. Nicola De Siano dice:

    Egregio Signor Walter,
    complimenti per il blog e per l’altruismo.
    Il mio problema è:
    valutare se una caldaia(già installata Sud Italia) di 90.000 Kcal
    sia stata sufficiente a riscaldare un Residence di 2760 m3,
    ed inoltre con un boiler di 1500 litri a riscaldare l’acqua calda sanitaria per 22 monolocali con bagno e cucina.
    Vorrei avere qualche strumento in più per valutare tutto questo.
    Grazie
    Distinti saluti.

  6. Buonasera Davide,
    il suo approccio è corretto.
    Può utilizzare l’app per iphone che abbiamo realizzato.

    Sulla seconda domanda, mi prende in castagna, non so darle una risposta, in quanto non sono in grado di fare questa similitudine.

    Cordiali saluti,

    valter biolchi

  7. Buongiorno, ho eseguito il calcolo di un raffreddatore a serpentino e ora avrei bisogno di conoscere le perdite di carico che introduce sulla linea in cui è installato.
    Avevo pensato di considerare la sua lunghezza per quelle distribuite e due curve a 90° per quelle concentrate, più naturalmente imbocco e sbocco.
    E’ inoltre, secondo lei, possibile affrontare il problema con la similitudine elettrica cioè considerando il serpentino come un’induttanza di N spire che introduce una caduta di potenziale?

  8. Rimanendo su modelli della nostra gamma, opterei per uno scambiatore tipo 1700/80.
    Scambiatore con lunghezza termica elevata, in modo da favorire un buon recupero.
    Ho provato a dimensionarlo con una portata di circa 6,5 mc/h, l’acqua in ingresso si riscalderebbe fino a circa 30°C, impegando la potenza di 150 KW della caldaia.

    spero di aver capito tutto.

    Cordiali saluti,

    valter biolchi

  9. Buongiorno Shimon,
    Grazie per averci contattati.
    sicuramente la cosa è fattibile. Personalmente proverei con del tubo da 1/2″ in rame, sagomato tipo serpentino, aderente alla parete della stufa, verificando se si riesca a far circolare l’acqua per convezione.
    Si tratta a tutti gli effetti di una cosa parecchio empirica e fare valutazioni sui risultati è complicato.
    Il volume mi pare ben dimensionato.

    Cordiali saluti,

    valter biolchi

  10. Salve Sig.Biolchi, Le comunico i dati richiesti, l’acqua in entrata sul primario è 80°, ingresso secondario 10°.In attesa di una sua risposta in merito Le porgo distinti saluti

  11. Buona sera, c’è qualcuno che sa dirmi come estrapolare le equazioni citate direttamente dall’eq. di energia di Navier-Stokes, vorrei ottenere i risultati sopra descritti in termini proprio di divergenze di velocità e compagnia bella. Grazie per l’informazione.

  12. Buongiorno! Complimenti per il blog e per la preparazione dimostrata negli innumerevoli consigli. A tal proposito vorrei chiedere un parere riguardo ad un progetto casalingo-fai da te.
    Dispongo di una stufa a legna ad accumulo in maioliche e refrattario (tipo stufe tirolesi) che fornisce calore pressochè costante giorno e notte garantito da un’accensione ogni 12 ore.
    Una delle pareti (riscaldante!) di questa stufa è quasi appoggiata su un muro. Essendoci uno spazio di circa 8 cm tra stufa e parete vorrei far circolare in questa intercapedine una serpentina in rame da 1cm di diametro x 5m di lunghezza contenente acqua che verrebbe poi indirizzata (circolazione naturale) ad un boiler da XX litri (l’ideale sarebbe 60 L).
    La temperatura della parete della stufa in questione oscilla tra i 60° e gli 80° 24h su 24 (il costruttore austriaco dice che in “teoria” in condizioni ottimali dai suoi calcoli potrebbe raggiungere i 92° max).
    Vorrei un consiglio sulla fattibilità o meno del “folle” progetto (si può fare o è una sciocchezza?) e sull’eventuale dimensionamento della serpentina ovvero lunghezza, calibro e disposizione (se a contatto con la parete calda o a breve distanza o saldata su una piastra in rame a contatto sempre con la parete calda) e sapere se il volume d’acqua del boiler è congruo per ottenere h2o a 50°. Grazie per le perle di “sapienza” e per qualsiasi dritta possa fornirmi! Buon lavoro a tutti!

  13. Buonasera Dino,
    grazie per aver scritto sul blog.
    Se ho capito in modo corretto l’idea è buona.
    Mi servirebbe sapere la temperatura dell’acqua che utilizzerebbe per poter dimensionare uno scambiatore che faccia al caso suo.
    Mi può mandare qualche dato?
    grazie

    valter biolchi

  14. Buonasera Giacomo,
    grazie per i complimenti, ma soprattutto per averci contattati.
    le trasmetto via email un dimensionamento di massima, gli dia un occhio, quindi mi faccia sapere se può andare bene.

    Un cordiale saluto,
    valter biolchi

  15. Salve, sono un installatore, sto realizzando una centrale termica da 150 kw per una palestra, in essa sono stati installati 2 boiler,uno da 1000L e uno 2000L,visto l’elevato periodo di picco, circa 50min.,si è deciso di montare uno scambiatore a priastre per ridurre il salto termico provocato dall’ingresso di acqua a 10°nei boiler e per ridurre i tempi di compensazione. Potete aiutarmi ad individuare uno scambiatore a piastre dimensionato per far si che l’acqua in ingresso nei boiler non sia più di 10° ma anche leggermente superiore. Grazie

  16. Salve sig. Biolchi,

    Innanzitutto mi unisco anch’io ai complimenti per il modo in cui porta avanti l’interazione con gli utenti del blog.
    Sono uno studente laureando in ingegneria dei sistemi energetici presso l’università dell’aquila; una parte del mio lavoro di tesi consiste nello studiare tecnicamente ed economicamente un’applicazione cogenerativa per la quale avevo pensato di impiegare uno scambiatore a piastre lato utenza. Non avendo competenza nel dimensionare questi elementi, le chiedo un aiuto in proposito.
    Le caratteristiche del calore di recupero sono le seguenti:
    Fluido caldo: acqua glicolata 40%
    Portata: 15 m3/h
    Temperatura: 85°C
    Pressione: max 3 bar
    Il fluido da riscaldare è acqua glicolata nelle stesse condizioni, con una portata di 46 m3/s alla temperatura di 30°C circa

    Ringraziandola per la disponibilità, la saluto cordialmente.

  17. Buonasera Mattias,
    grazie per i complimenti e per rimanere in contatto con noi.

    In effetti accettando i limiti intrinsechi di uno scambiatore a piastre, l’applicazione potrebbe essere “testabile”.
    Se gentilmente mi invia qualche dato supplementare, vedo di farle un dimensionamento di massima.
    Cordialmente
    Valter

  18. Salve Sig. Valter,
    sono lo studente dell’univ. di Bologna che le ha chiesto aiuto per trovare uno scambiatore olio diatermico-aria per un impianto sperimentale di recupero termico con celle termovoltaiche. In effetti, se l’impianto avesse una taglia di un ordine di grandezza maggiore avremmo già risolto il problema con il link che mi ha proposto. Anche il più piccolo degli scambiatori nell’elenco del link di cui sopra credo sia esageratamente sovradimensionato. Per eventuali scale-up dell’impianto potrebbero essere un’ottima soluzione. Il fatto è che, ahimè, a in questa prima fase c’è la necessità di studiare il comportamento di un singolo modulo termovoltaico che ha dimensioni e potenze ridottissime. Se al posto di scambiatori a fascio tubiero si adottasse una soluzione con scambiatore a piastre? Anche se progettualmente non sono del tutto idonei al tipo di applicazione, credo che il vantaggio in termini di compattezza ed economicità possa essere rilevante. Potrebbe esserci la possibilità di qualche soluzione di questo tipo?
    Ringraziandola per la gentilissima disponibilità,
    Cordiali saluti.
    Mattias
    P.S. i miei più sinceri complimenti per la professionalità e disponibilità con cui porta avanti l’impegno di gestire questo blog. Ammirevole.

  19. Buongiorno Simone,
    le ho trasmesso via email un paio di dimensionamenti.
    Ho utilizzato R407c, non essendo indicato il tipo di freon.
    Per l’evaporatore, ho ipotizzato condizioni standard (7/12°C lato acqua).

    Provi a vedere se il tutto è chiaro.

    Buona giornata.
    Valter

  20. Buongiorno Sig. Biolchi,
    io deve farle un monumento. Ecco i miei dati: ho dimensionato il condensatore per un carico massimo di 37,5 kW ottenendo i seguenti risultati Tc= 39,9° Tin=30° Tout=35° Portata=6459kg/h kPa=33. Il carico minimo è 7 kW, se considero come limite 4kPa dovrei poter arrivare a 13kW ottenendo Tc=36,7° Tin=30° Tout=35° Portata=2239kg/h .
    Sotto i 13kW mantengo fissa la portata e vario il deltaT.
    La stessa cosa la faccio all’evaporatore con un carico che va da 30 a 5 kW con un SE=5.
    Grazie infinite.
    Buona giornata

    Sandri Simone

  21. Buonasera Simone,
    20 kPa è un limite di perdite di carico piuttosto basso, ma NON inaccettabile per uno scambiatore a piastre.
    Probabilmente il software che sta utilizzando, è stato “limitato” volutamente dal costruttore, per evitare problemi.
    Solitamente per default inseriamo un valore di perdite di carico di 50 kPa, ma in molti casi, quando le pompe sono semplici circolatori (ad esempio), tale valore può scendere tranquillamente a quanto da lei indicato.
    Sul software che utilizziamo internamente, possiamo inserire un valore di perdite di carico di 4 kPa. Consideri che con una velocità del fluido di 0,1 m/s nei canali, ho ancora un reynold di circa 300 (giusto per estremizzare).
    Se dovesse servirle, mi invii i dati che le faccio una verifica al volo.

  22. Gentile Sig. Biolchi,
    mi scuso se la contatto nuovamente, ma sono assalito dai dubbi.
    In uno scambiatore a piastre qual’è il limite di portata e di perdita di carico per evitare il moto laminare? Non conosco la geometria delle piastre solamente le dimensioni generali cioè w=120mm b=2,24mm; b è la distanza tra piastra e piastra non l’effettiva larghezza del canale.
    Il dubbio nasce dal fatto che per perdite di carico inferiori a 20kPa il programma di selezione degli scambiatori che sto usando mi dice che la perdita di carico è troppo bassa; ho cercato di calcolare il numero di Re con quei dati (quindi in modo molto approssimativo) e per portate anche di 1200 kg/h ottengo Re=900 la perdita di carico è 1,47 kPa con 25 piastre.
    Penso che 20kPa sia la perdita consigliata per non avere dei coeff. di scambio troppo bassi. Però vorrei avere la certezza che non si riferisca ad un valore limite sotto il quale il moto diventa laminare.

    La ringrazio per qualsiasi utile consiglio potrà darmi

    Cordialmente

    Simone

  23. Buonasera Mattias,
    a livello di scambiatori di calore può fare riferimento a questo link.
    Si tratta di apparecchi che nascono per il recupero termico da fumi di combustione di motori endotermici.
    Esistono sia per produzione di acqua calda che olio diatermico.
    Il problema potrebbe essere dato dalle dimensioni molto contenute del vostro progetto (trattandosi di un pilota), ma lo si può analizzare.
    Per le perdite di carico, a livello di scambiatore, il problema è relativo, nel senso che si può impostare un valore di progetto da rispettare e dimensionare di conseguenza l’apparecchio.
    Mi faccia sapere se ha trovato qualche spunto utile.

    Cordiali saluti,
    Valter

  24. Gentile Sig. Biolchi,
    sono uno studente di ingegneria energetica dell’università di Bologna. Sto lavorando ad un impianto sperimentale che prevede di recuperare la potenza termica contenuta nei fumi di scarico di un impianto a biomassa e di convertire tale potenza termica in potenza elettrica tramite l’uso di celle termovoltaiche. Tali celle saranno lambite lato caldo da olio diatermico Agip Alaria 3 (http://www.martinisrl.it/schede/10002.pdf) e lato freddo da acqua. Il funzionamento ottimale delle celle termovoltaiche si raggiunge se tutto l’impianto è messo in pressione a 8 bar. Si sta ora lavorando al dimensionamento dello scambiatore di calore: esso dovrà permettere di portare l’olio diatermico alla temperatura di 230°C (ricordo che tutto il circuito olio deve essere in pressione a 8 bar) mediante l’uso di aria calda fornita da convogliatori di aria calda ( “phon industriali”: siamo ancora in fase sperimentale, così simuliamo i fumi caldi con l’aria dei phon) che forniscono temperature dell’aria in uscita variabili tra 50°C e 600°C.
    Si hanno a disposizione 4 phon ciascuno dei quali può elaborare un flusso volumetrico variabile tra 250 e 500 lit/min
    La portata ottimale di olio è stata calcolata in 3,33 lit/min e, a regime, l’olio entra nello scambiatore a 190°C e deve uscire a 230°C. La potenza scambiata nello scambiatore risulta pari a 4833,6 [W].
    Ora mi è stato assegnato il compito di trovare un eventuale fornitore dello scambiatore in questione di cui abbiamo bisogno. COME FARE???
    L’accoppiamento dei convogliatori con lo scambiatore non è un problema: abbiamo il supporto dei laboratori di metallurgia che possono aiutarci nelle modifiche.
    L’unico dato che mi manca è la prevalenza dei convogliatori. Se questi non riuscissero a vincere le perdite di carico nell’attraversamento dello scambiatore si prevede accoppiamento con opportuna soffiante sul lato di uscita aria fredda dello scambiatore (sempre a mezzo di specifiche modifiche).
    Crede di potermi aiutare?
    Ringraziandola anticipatamente,
    Distinti Saluti.
    Mattias

  25. Buongiorno Simone,
    solitamente con gli scambiatori a piastre si imposta di default una perdita di carico di 50 Kpa.
    Negli impianti idrotermosanitari, spesso le perdite di carico sono più contenute, per limitare la potenza elettrica dei circolatori (25-30 Kpa).

    Buona giornata.

  26. Buongiorno Sig. Biolchi,
    approfitto ancora una volta della sua disponibilità; in genere in uno scambiatore a piastre che perdita di carico viene considerata accettabile lato acqua?
    Consideri che il carico massimo che devo soddisfare è di 37,5 kW con un deltaT di 4° e un approccio di 5°.
    Non vorrei commettere scelte errate nella selezione dello scambiatore.
    La ringrazio per qualsiasi utile consiglio potrà darmi.
    Cordialmente
    Simone

  27. Gentilissimo Sig. Biolchi

    conferma il mio dubbio, la potenzialità in più servirà per il riscaldamento della palestra probabilmente.
    Ci penserò ancora un po’ e grazie per i riferimenti

    grazie comunque e cordiali saluti

    francesca

  28. Buonasera Francesca,
    premetto che non sono un esperto nel dimensionamento di sistemi di riscaldamento per piscine, in quanto solitamente opera in ambito industriale.
    Onestamente per 40 mq (ho immaginato 60 mc con una altezza media di 1,5 mt), pare anche a me piuttosto abbondante.
    Significa riscaldare tutta la piscina in fase di riempimento in circa 40/48 ore, ma anche avere poi una potenza esuberante per il mantenimento.
    Ho provato a dare un occhio in rete trovando indicazioni di potenzialità legate al volume della piscina
    Cordiali saluti.

  29. mi permetto di fare un’aggiunta: non sono eccessivi 35 kw per una piscina di 40 mq considerando che il centro è situato a Genova ?

    grazie ancora

    Francesca

  30. Grazie mille Sig. Biolchi

    è stato chiarissimo e approfitterei ancora della sua gentilezza, le spiego quale è il mio problema dovrei fare una certifcazione di un centro di riabilitazione contenente una piscina di cc 40 mq, suddividendo la zona della piscina da quella della palestra, il riscaldamento della piscina è autonomo con pompa di calore mentre per l’acqua tecnica della piscina, il riscaldamento della palestra (di cc 350 mq) e l’acs vi sono due generatori a condensazione in cascata di 35 kw ciascuno.
    Non so peraltro quanti kw associare all’acqua tecnica.
    Cercavo appunto ausilio nella considerazione relativa alla presenza dello scambiatore da 35 kw, non so in verità.
    Attendo una sua gentilissima risposta e la ringrazio anticipatamente.

    Francesca d’Ambrosio

  31. Buongiorno Francesca e prima di tutto grazie a lei per averci contattati.
    Il quesito non è stupido per nessun motivo, anzi mi ha dato uno spunto per un prossimo articolo.
    Sicuramente se lo scambiatore è progettato per “scambiare” appunto una potenzialità di 35 KW, a monte deve avere una caldaia di almeno 35 KW, parlando ovviamente di condizioni di funzionamento equivalenti.
    In teoria la caldaia potrebbe/dovrebbe avere un po di margine, ma non è detto, mi spiego meglio.
    Solitamente nel calcolare uno scambiatore per una qualsiasi duty termica ci si tengono dei margini, quindi nel suo caso la piscina magari richiedeva una potenzialità di 30 KW. Il progettista ha preso un piccolo margine tenendo conto di un minimo di sporcamento lato acqua piscina oppure semplicemente se si dovesse trovare a lavorare in condizioni termiche al limite.
    Di conseguenza la caldaia può avere la stessa potenzialità termica, senza che il sistema ne risenta.
    Nella pratica, le condizioni di riscaldamento iniziale di una piscina sono sempre più gravose rispetto a quelle di mantenimento, di conseguenza tutto il sistema, una volta a regime, funziona ad una potenzialità inferiore a quella richiesta in fase di partenza.
    Spero di essere stato di aiuto.

    Un cordiale saluto.

  32. Gentile Sig. Biolchi

    Le pongo un quesito che probabilmente riterrà stupido se ho uno scambiatore per l’acqua di una piscina di 40 mq, di potenza 35 kw significa che la caldaia che produce a monte l’acqua primaria dovrà avere una potenza almeno pari a 35 kw? ma di quanto superiore ?
    grazie in anticipo

  33. Paolo Venturini dice:

    Buiongiorno Sig. Biolchi,

    non sono riuscito a ritrovare i dati della termocucina a legna e dello scambiatore a piastre (l’impianto risale a 6 anni fa).
    Se riesco a trovarli le riscrivero’.

    Intanto la saluto e la ringrazio per la sua gentilezza
    e la sua sorprendente DISPONIBILITA’ e assoluta competenza !!

    paolo v.

  34. Buongiorno Paolo,
    onestamente per poterle rispondere in modo adeguato, si dovrebbe conoscere il progetto termotecnico dell’impianto, ovvero capire per quale portata di acqua è stato dimensionato lo scambiatore.
    Conoscendo la potenzialità della caldaia, potrebbe ipotizzare una portata, valutando un salto termico tra ingresso/uscita dello scambiatore di 10/15°C, a pieno regime.

  35. Gentilissimo Antonio,
    pubblico il suo commento ringraziandola per averci scritto.
    Purtroppo non sono un esperto nello specifico di questa tipologia di impianti, quindi non saprei come aiutarla.
    Magari qualche nostro lettore potrà aiutarla.
    Un cordiale saluto.

  36. Buongiorno, ho recentemente acquistato una porzione di cascina di circa 200 mq posta su tre livelli e riscaldati a termosifoni tradizionali con una caldaia a condensazione (in cantina) funzionante a gpl e un accumulatore di acqua sanitaria di circa 200 litri.
    Il precedente proprietario di parlava di una spesa annua esagerata per il gpl (circa 6.500 euro).
    Al di la dei problemi di isolamento della cascina, mi chiedevo quanto costa mantenere calda l’acqua dell’accumulatore e poi se ha senso che esista, dato che siamo solo in due.
    Secondo il suo parere ha senso sostituire il tutto con una caldaia turbo senza accumulatore? Quali sarebbero gli inconvenienti? e nel caso non ce ne fossero mi premeva capire in quanto tempo potrei ammortizzare il costo della nuova caldaia con il risparmio del gpl consumato per mantenere sempre calda l’acqua dell’accumulatore.
    Spero di essere stato sufficientemente chiaro e la ringrazio fin d’ora per la gentile risposta

  37. paolo venturini dice:

    Gentile Sig. Biolchi,

    vorrei sapere a che velocita’ tenere le due pompe grundfos ups a tre velocita’ (1,2 o 3) che muovono l’acqua calda (per mezzo di uno scambiatore) dei termosifoni e di una termocucina a legna.

    grazie

    pv

  38. Nessun problema, ho interpretato il suo “sistema” (resistenza avvolta ad una piastre in alluminio con all’interno un tubo in acciaio), come se fosse uno scambiatore.
    Ho applicato le formule che trova qui sopra, ipotizzando un coefficiente globale di scambio piuttosto contenuto (mi sa che sono stato anche un po ottimista), valutando che in mezzo c’è alluminio, acciaio, sicuramente dell’aria (dovuta penso ai giochi di montaggio).
    Ho poi fatto un calcolo di uno scambiatore che facesse un servizio termico analogo, verificando la superficie necessaria…
    spero di essere stato chiaro.
    Cordialmente la saluto.

  39. Mille Grazie sig. Biolchi le chiedo gentilmente un’ultima cosa, le formule per arrivare a questo calcolo le posso trovare da qualche parte? e Se invece di partire da 18°C dell’acqua riuscissi a partire da 40°C che superficie dovrei avere? Grazie. Gianfranco.

  40. Gentile sig. Bolchi,
    temevo che fosse così, visto che non ho trovato molto riscontro nella letteratura tecnica, ma ho provato comunque a chiederglielo; la ringrazio ancora una volta per la disponibilità.
    Cordialmente

    Sandri Simone

  41. Buongiorno Gianfranco,
    dal punto di vista teorico, fornendo 1,5 KW di potenza elettrica, per riscaldare l’acqua da 18°C a 85°C, dovrebbe riscaldarne circa 18,5 kg/h.
    Il problema è a mio avviso che la superficie di scambio rappresentata dal tubo, è troppo piccola per poter scambiare tutta la potenza termica somministrata dalla resistenza.
    Ipotizzando un coefficiente di scambio di circa 250kcal/m2 h °C, servirebbe una superficie di scambio di 0,15/0,2 m2.
    Nel suo caso, se non fatto male i calcoli ne ha 0,0094 m2.
    Facendo dei calcoli grossolani, si potrebbe pensare che riesce a scaldarne la ventesima parte, salvo il fatto che poi subentrano altri fattori che limitano ulteriormente il coefficiente di scambio (moto laminare).

  42. Gent.mo Simone, è un piacere rivederla qui sul blog.
    Purtroppo questa volta non sono in grado di darle delle informazioni, in quanto questi valori non sono valori “sensibili” alle finalità delle nostre applicazioni, quindi anche sperimentalmente non li abbiamo mai registrati.

    Cordiali saluti a lei
    Valter Biolchi

  43. Buongiorno Sig. Biolchi, sto sviluppando per la mia azienda (settore alimentare) un “piccolo” generatore di vapore. Più che un “generatore” è un pre-riscaldatore di acqua. Mi spiego meglio: lo scopo è quello di portare l’acqua di rete (solitamene 18°C) a 85°C. L’acqua attraversa una piastra in alluminio con avvolta a spirale una resistenza elettrica di 1,5 Kw. Il tubo è in Aisi304 di 10mm spessore 1mm è “all’interno” di questa piastra per 30 cm. Quanta acqua “riscaldata” riesco a produrre alla tempertura di 85°C in un ora? Ringrzio in anticipo e complimenti per la sua “semplicità” nel spiegare cose molto tecniche.

  44. Gentile sig. Bolchi,
    approfitto nuovamente della sua disponibilità; vorrei valutare la possibilità di lavorare con uno scambiatore a piastre a portata variabile lato acqua oltre che lato refrigerante. Per il momento mi sono limitato a far variare la portata dal 100% al 40%, valore al di sotto del quale il moto diventa laminare. Ora mi è stato chiesto di valutare la possibilità di far lavorare lo scambiatore con moto laminare, quindi al di sotto del 40%.
    So che le correlazioni tra Re e Nu dipendono anche dalla geometria delle piastre come pure il numero di Re critico. Ho trovato delle correlazioni generiche per il moto laminare e turbolento ma non per la zona di transizione. Mi chiedevo quindi se potesse fornirmi qualche informazione in merito.
    Ringraziandola per la disponibilità, porgo

    cordiali saluti

    Sandri Simone

  45. Buongiorno Daria,
    Mi mette veramente in difficoltà in quanto le domande che mi pone, sono al di fuori del mio campo di applicazione (lavoriamo in ambito industriale), quindi non ho esperienza, ma purtroppo nemmeno le risorse per poterle dare delle indicazioni attendibili.
    Potrebbe provare a cercare sui vari manuali dal perito termotecnico, dove credo siano dati piuttosto comuni.
    Mi dispiace.

    Un cordiale saluto,

  46. Aggiungo una richiesta: come posso tener conto del fatto che alcuni radiatori sono stati tolti definitivamente durante le recenti ristrutturazioni degli appartamenti?

  47. Gentilissimo sig. Biolchi, vorrei sottoporle un mio problema.

    Sto cercando di calcolare una tabella millesimale del calore per il condominio in cui vivo.

    Leggendo in rete, ho capito di aver bisogno della POTENZA TERMICA di ogni singolo radiatore presente in ciascuno dei sei appartamenti del palazzo.
    In esso sono presenti alcuni scaldasalviette in alluminio e radiatori in ghisa a 3/4 colonne di diverse dimensioni. In un sito, in particolare ho trovato la seguente formula:
    Q = (314 x S) + (C x V)
    dove Q è la potenza termica del radiatore, S è la superficie convenzionale e V è il volume, 314 è la costante sperimentale e C è il coefficiente convettivo, che dipende dal tipo di materiale (ghisa, acciaio o alluminio) e dal tipo di radiatore (piastra, elementi più o meno alettati, scaldasalviette, ecc.).
    Il calcolo dell’energia dissipata nell’ambiente è proporzionale alla potenza termica dei radiatori e ad un coefficiente K che tiene conto della distanza dell’unità immobiliare dalla caldaia.

    Ora le mie richieste.

    Dove posso trovare i valori per C? E quelli per K?

    La ringrazio anticipatamente per la sua risposta.
    Cordiali saluti,
    Daria

  48. Buongiorno Simone,
    gentilmente può chiarirmi nello specifico, a quale tipo di rendimento si riferisce? globale termico?
    e soprattutto a quale tipo di scambiatore.
    Grazie e buona giornata,

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