Calcolo di uno scambiatore di calore

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Il calcolo di uno scambiatore di calore è un esercizio piuttosto semplice tutto sommato, in pratica si tratta di applicare una formula matematica con una serie di dati e di coefficienti, che la bibliografia ci rende abbastanza facilmente.

Ovviamente questo se ci limitiamo al calcolo della superficie di scambio necessaria per un certo tipo di lavoro termico.

Per l’effettivo dimensionamento di uno scambiatore di calore intervengono poi una serie di fattori

  • tipologia costruttiva
  • condizioni limite di progetto
  • flussi termici interni
  • turbolenze
  • ecc…

Questi fattori determinano il dimensionamento vero e proprio dello scambiatore, diventando così la vera e propria essenza della progettazione.

Non voglio in questa sede dilungarmi in un trattato complesso, ma volevo riassumere alcuni concetti fondamentali relativi al calore, alla sua trasmissione e al dimensionamento basilare di uno scambiatore di calore.

Di seguito alcuni estratti del documento che potete tranquillamente scaricare.

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LA TRASMISSIONE DEL CALORE

GENERALITÀ

Allorché si abbiano due corpi a differenti temperature, la temperatura del corpo più caldo diminuisce, mentre la temperatura di quello più freddo aumenta. La progressiva riduzione della differenza di temperatura deve essere ricondotta a uno scambio di energia, scambio che persiste finché esiste la differenza di tem-peratura, ovvero quando si raggiunge l’equilibrio termico. Quando il trasferi-mento di energia avviene solo a causa di una differenza di temperatura e non viene fatto nessun lavoro dalla oppure sulla sostanza, esso è trattato da una scienza che prende il nome di trasmissione del calore. La trasmissione del calo-re è in sostanza energia che viene trasmessa in conseguenza di una differenza(gradiente) di temperatura ∆T. Questo trasferimento di energia viene espresso come quantità di calore q tra-smessa nell’unità di tempo t; è un flusso di calore e prende il nome di flusso ter-mico Q = q/t e si misura in W, dal momento che 1 J/s equivale ad 1 W; Q è per-ciò una potenza termica. Il trasferimento di energia si realizza in tre modi:
• conduzione: quando il trasferimento di calore, prodotto dal gradiente di temperatura, avviene in un corpo solido oppure in un fluido in quiete;
• convezione: si tratta invece del trasferimento di calore che avviene tra una superficie ed un fluido in movimento dotati di temperature diverse;
• irraggiamento: tutte le superfici che si trovano ad una data temperatura emettono energia sotto forma di onde elettromagnetiche. Perciò, in assenza di un mezzo situato tra di esse, il calore tra le due superfici, a diversa temperatura viene trasferito per solo irraggiamento.
Quasi sempre queste forme di trasmissione coesistono.


QUANTITÀ DI CALORE

La quantità di calore, contenuto in un gas liquido, o in un corpo, in genere è:

q = cp• m •∆T

dove si indica con:

• q= la quantità di calore, in J
• cp= la capacità termica massica a pressione costante,in J/(kg •K)
• m= la massa del corpo, in kg∆T= la differenza di temperatura, in K

…………………………………………………….

PROGETTO DELLO SCAMBIATORE

Per progettare uno scambiatore bisogna correlare la quantità di calore trasmesso nell’unità di tempo Q con le temperature di ingresso e di uscita dei due fluidi l’area A della superficie totale richiesta per quel dato scambio termico.

Tramite l’equazione di bilancio energetico di sistemi aperti al fluido caldo (pedice c) e al fluido freddo (pedice f), caratterizzati dalla portata in massa m c ed mf si possono ottenere due di queste espressioni.
L’equazione del bilancio energetico, scritta in termini di flusso termico e tramite le entalpie in uscita ( pedice 2) e in ingresso ( pedice 1) dei due fluidi è:
Q = m ( h2 – h1)
Ricordando che, per un gas perfetto l’entalpia espressa in funzione della temperatura è:
h = c p • T

abbiamo una prima equazione relativa al fluido freddo, ovvero il flusso Q che entra nel fluido freddo, facendone aumentare la temperatura, è:
Q = mf • c pf • ( t f2 – t f1) (1)
essendo c pf la capacità termica massica del fluido freddo.
Ma la sottrazione del flusso termico Q, fa diminuire la temperatura del fluido caldo dal valore di ingresso t c1 al valore di uscita tc 2 e quindi l’equazione per il flusso caldo è:
Q = mc • c pc• ( t c1 – t c 2)
essendo c pc la capacità termica massica del fluido caldo.
Noto il gradiente termico, oppure calcolato in base alle equazioni di bilancio sopra citate, si procede al dimensionamento dell’area A della superficie di scambio, con un’equazione che lega il calore trasmesso nell’unità di tempo Q tra i due
fluidi con l’area A e la differenza media di temperatura ΔTm dei due fluidi.

Q =U ·A ·ΔTm
Il legame tra il flusso termico Q ed il prodotto dell’area A per la differenza media di temperatura è espresso dal coefficiente globale di scambio U, che viene determinato empiricamente.

Calcolo di uno scambiatore di calore

Pubblicato in Energia Termica, Glossary, Scambiatori di calore

414 commenti su a “Calcolo di uno scambiatore di calore

  1. Pingback: Case in Legno
  2. Il dato ritengo che sia 920 w/k, ovvero scambia 920 Watt per ogni grado di temperatura.
    Per fare una verifica: in quanto tempo la caldaia le riporta a 60°C i 300 lt di acqua?
    Una volta stabilito questo valore:
    ( 300 lt * (60-50°C) ) / tempo = Kcal/h

  3. sono una laureanda in ingegneria chimica e avevo bisogno di una mano per un problema relativo al trasporto di calore per moto in condotti: dell’acqua a 20°C entra in un condotto di diametro D= 2,5cm. si vuole che all’uscita del condotto l’acqua arrivi a 60°C mantenendo moto laminare con Reynolds pari a 2000. sulla parete del condotto è imposto un flusso termico costate di 10 kW/m^2. si valuti la lunghezza del condotto considerando il moto completamente sviluppato.
    Grazie milleeee!!!!

  4. Grazie per avermi risposto, il mio dubbio e’ come utilizzare il dato della capacita’ di scambio (920 w/k), cioè riuscire a capire quanto riesce a scambiare il serpentino di carico.la sequenza temporale e’ questa: i 300 litri di acqua nel bollitore inizialmente a 60 gradi pian piano arrivano a 50, a questo punto la caldaia parte e riporta l’acqua a 60 gradi grazie al serpentino di carico descritto. Ma quanto riesce a scambiare in potenza?
    Saluti

  5. Buongiorno Claudio,
    solitamente si considera sul ricircolo un delta di 15/20°C.
    Definita la potenzialità 25 KW, dovrebbe andare più che bene un 1200/1500 lt/h
    cordiali saluti

  6. Salve
    Devo dimensionare il circolatore di carico per un boiler Acs ( Rotex 328/14/0 con Tubo corrugato di carico, accumulo 300lt ) collegato ad una caldaia a Pellet da 25kw.
    I dati che ritengo indicativi sono questi:
    Boiler
    Capacita’ di scambio. 920 w/k
    Superficie scambiatore di carico 1,9 mq
    Contenuto scambiatore 9,4litri

    Temperatura mandata caldaia 75 gradi e set acqua boiler 60/65.

    Mi puo’ indicare il metodo di calcolo da applicare.
    Saluti

  7. Ad esempio come varia questo fattore Ft e in base a cosa (numero di passaggi, sporcamento…???), se ci sono valori troppo piccoli che non sono accettabili in quanto il trasferimento del calore non è efficiente in quel tipo di scambiatore, ecc….grazie mille!

  8. Buongiorno Marco,
    le rispondo solo ora, ma spero di essere utile.
    In effetti posizionare uno scambiatore in aspirazione ad una pompe, può generare dei problemi di cavitazione.
    L’ideale per scongiurare ogni problema è realizzare l’impianto con un circuito pressurizzato, quindi con vaso di espansione chiuso e tutte le varie sicurezze.
    In questo caso una pressione di precarica dell’impianto, assicurerebbe il funzionamento della pompa.

  9. Buongiorno,
    volevo innanzi tutto ringraziarla per i preziosi ed utili consigli che mi ha dato qualche tempo fa, talmente preziosi che vorrei sottoporle un altro dubbio.
    Dovendo installare uno scambiatore, come si valutano le sue perdite di carico? mi spiego meglio, volendolo mettere sull’aspirazione di una pompa centrifuga, c’è la possibilità che crei perdite di carico e rischio di cavitazione nella pompa o semplicemente il fatto di essere sottobattente assicura che la pompa non avrà problemi?

    Grazie infinite
    Cordiali saluti
    Marco

  10. Buongiorno, io avrei da rispondere a questo quesito: significato del fattore Ft nel calcolo del delta Tmedio di uno scambiatore a fascio tubiero.
    Il suo significato l’ho compreso, non è nulla di difficile, ma avreti bisogno di una risposta un po’ ampia, con informazioni a riguardo…qualcuno può aiutarmi? grazie….

  11. Salve,
    io non posso che ringraziarla per i consigli e il tempo che mi ha dedicato.
    A dir la verità avrei anche altre domande da porle, ma credo di aver già abusato abbastanza della sua disponibilità.

    Grazie per la sua cortesia
    Cordialmente
    Simone

  12. Buongiorno Simone,
    il suo ragionamento è tutto corretto, consideri che avviene sicuramente una cosa:
    lo scambiatore (evaporatore) risulta essere sovradimensionato per la potenzialità effettivamente richiesta.
    Di conseguenza l’approccio di temperatura varierà, avvicinando la temperatura di uscita dell’acqua alla temperatura di evaporazione.
    Agli effetti pratici, si avrà una regolazione della velocità di rotazione del compressore, per mantenere costante la temperatura in uscita dell’acqua.
    Ho provato a fare delle simulazioni con il programma di calcolo degli evaporatori a piastre, lasciando “girare tutto”, si arriverebbe ad una temperatura in uscita dell’acqua di 3°C (da software), alle condizioni di minima potenza.

  13. Buongiorno,
    la ringrazio per la sua disponibilità, mi scuso ma mi approfitto ancora del suo tempo.
    Per la mia analisi sono partito dai dati forniti dal costruttore (potenza frigo, potenza assorbita e portata di refrigerante) relativi ad un compressore scroll a velocità variabile della Siam, e da un profilo di carico di un edificio.
    Cercherò di spiegarmi meglio con degli esempi numerici:
    Ho dimensionato lo scambiatore a piastre per il carico massimo 36 kW, con le seguenti assunzioni per l’evaporatore: Te=2°C, Tc=40°C, SE=5°C, SC=5°C, Tin=12°C, Tout=7°C; ho pensato di usare una valvola termostatica e un ricevitore di liquido dopo il condensatore per mantenere costante SE e SC al variare del carico.
    Al di sotto del 40% del carico max devo necessariamente lavorare a portata d’acqua costante, ad esempio per una potenza frigo di 8,730 kW ottengo, fissando portata e Tin, i seguenti risultati: portata d’acqua=0,6861 kg/s, Tout=8,96°C; per determinarmi la Te ho ipotizzato un approccio costante di 5°C, quindi Te=3,96.
    Con questa Te sono in grado di calcolarmi portata di refrigerante e potenza assorbita dal compressore; in modo analogo vado a determinarmi mediante un processo iterativo la Tc e quindi il flusso da disperdere alle sonde.
    Quello che vorrei capire è se le ipotesi fatte sono sufficientemente attinenti alla realtà o se sia necessario realizzare un modello dello scambiatore per tener conto della variazione dei coeff. di convezione lato acqua e lato refrigerante e della diminuzione delle perdite di carico.
    Inoltre se l’approccio di temperatura non è costante non saprei come calcolarlo.
    Mi scuso per essermi dilungato così tanto, ma non riesco a trovare informazioni sufficientemente dettagliate per risolvere il mio problema, ogni suggerimento è molto più che gradito.

    Cordiali Saluti
    Simone

  14. Gent.mo Simone, grazie per averci contattati.
    riguardo i suoi dubbi, cerco di darle delle risposte di seguito:
    -con una variazione equivalente, in linea di massima si, consideri che in realtà ci saranno delle variazioni causate dalla diminuzione delle turbolenze e dei coefficienti di scambio termico all’interno degli scambiatori.
    -se ho capito bene la sua domanda, anche in questo caso direi di si, anche se andrà a scambiare meno quantità di calore e diminuirà il salto termico sull’acqua. Diciamo che senza considerare le variazioni di dati fisici dell’acqua al variare della temperatura, lo spostamento è abbastanza lineare.

    mi spiace non poterle dare risposte più precise, ma in effetti delle variazioni sussistono sicuramente.
    ci ricontatti per ulteriori chiarimenti.
    buona giornata

  15. Salve,
    sono uno studente di ingegneria meccanica,alle prese con la tesi di laurea. Sostanzialmente devo valutare il possibile risparmio energetico, conseguibile dall’impiego della portata variabile(lato sonde, lato impianto e lato utenze), in impianti con pompa di calore geotermica reversibile.
    Avrei i seguenti dubbi:
    -Variando sia la portata d’acqua che la portata di refrigerante(R410A), è lecito assumere che le temperature di condensazione, evaporazione, ingresso ed uscita dell’acqua restino fisse e trascurare la variazione delle perdite di carico?
    -Nel momento in cui raggiungo la portata d’acqua minima nello scambiatore (ho considerato di fissarla al 40% della portata massima), e continuo a variare la portata di refrigerante, posso considerare un approccio di temperatura costante?

    Grazie infinite
    Cordialmente
    Simone

  16. Per acqua mare, vista la elevata concentrazione di cloruri, il titanio è il materiale corretto.
    Piastre in AISI 316 resisterebbero poche settimane o giorni.
    Negli scambiatori a fascio tubiero si utilizzano materiali tipo ammiragliato o cupro nickel, che però non sono stampabili a freddo, quindi incompatibili con il processo produttivo degli scambiatori a piastre.
    Tra l’altro gli scambiatori a piastre, su acqua mare, hanno il vantaggio di essere facilmente pulibili e mantenibili.

    Parlando invece di chiller, il mio primo dimensionamento prevedeva un salto termico lato acqua fredda di 5°C, in quanto è il salto tipico di lavoro dei chiller.
    E’ altresì evidente che se si lavora su un accumulo di acqua gelida consistente, si può lavorare con salti termici differenti, in quanto poi il chiller è asservito da circolatori propri che assicurano la corretta portata e salto termico agli evaporatori.
    Spero di essere stato chiaro a sufficienza.
    Nel caso non esiti a contattarmi nuovamente.

  17. Buongiorno e grazie infinite,
    Le chiedo ancora gentilmente se potesse mandarmi anche lo sheet con i dati costruttivi e dimensionali corrispondenti al modello di questo dimensionamento.
    Per completezza le chiedo se la soluzione a piastre di titanio è consigliabile trattandosi di acqua mare o per qualche altro motivo utile ad argomentare una proposta di questo tipo (economicità, ridotte dimensioni, efficienza, ecc).
    Ho visto che ci sono moltissimi tipi di scambiatore, non ho alcuna esperienza a riguardo ma mi trovo nelle condizioni di dover indicare una soluzione installativa motivandola il più possibile.
    Infine, nell’ultimo dimensionamento, la portata lato freddo impone un salto di temperatura consistente. Verificato che il chiller può sopportare l’heat duty complessivo (è un gruppo da 1000 kW frigoriferi, 260kW il compressore, che attualmente lavora al 54%), mi chiedevo, nella scelta del delta T lato freddo (e quindi della portata fredda), esiste una buona tecnica o è solo questione di scelta tra delta T, dimensioni dello scambiatore e portata? Lei mi indicò inizialmente 5°C mentre sull’ultimo dimensionamento arriva al circa 18°C, perchè volevo ridurre la portata dello spillamento dalla mandata del chiller, ma non vorrei che la soluzione fosse contraria alla buona tecnica.

    Di nuovo grazie infinite per la rara cortesia e la competenza di questo blog.

  18. 1) È la potenzialità termica espressa in KW che quel circuito idraulico può “asportare” dal processo al quale è asservito…per processo intendo qualsiasi tipo di impianto industriale o semplicemente ambiente da condizionare. Probabilmente quel circuito idraulico ha un chiller con quella potenzialità. Attenzione a considerare sempre il livello di temperatura al quale è espressa la potenzialità.

    2) Se lo scambiatore è asservito al 100% a questo circuito, deve essere così, altrimento non si riesce a trasferire tutta la potenzialità termica (solitamente sugli scambiatori si lascia un margine di sicurezza legato al fattore di sporcamento…fouling)

    3) Questa domanda richiede qualche spiegazione che può diventare lunga e noiosa.
    La faccio breve:
    in prima battuta bisogna stabilire oltre alla potenzialità, il livello di temperatura alla quale si fa riferimento, in quanto sarà legato alla temperatura di evaporazione del gas frigorigeno.
    Si definisce la temperatura di condensazione, legata alle condizioni ambientali (se intendiamo installare un gruppo frigorifero condensato ad aria)
    Quindi tramite i diagrammi di funzionamento dei compressori frigoriferi, si verifica quale è la taglia del compressore stesso adeguata allo svolgimento della duty termica, ricavando la potenza elettrica installata e quella assorbita alle condizioni di lavoro

  19. Buongiorno, entusiasta per la pronta ed esaustiva risposta…ci riprovo con tre dubbi
    1) qual’è la definizione corretta di potenza termica? mi spiego meglio, se un circuito idraulico di raffreddamento ha una potenza termina <80Kw, cosa significa di preciso?
    2)la potenza termica è correlata (o coincide?) con i kW/h complessivi che lo scambiatore deve asportare per raffreddare' (heat duty)
    3) dato l'heat duty di uno scambiatore, come posso risalire alla potenza (elettrica o meccanica) che il compressore del gruppo frigorifero deve erogare per smaltire quel calore dal fluido freddo che lo riceve??

    Grazie mille
    cordiali saluti
    Marco

  20. Buonasera,
    probabilmente si tratta di impianto di teleriscaldamento.
    immagino che abbia uno strumento per la misurazione dell’energia consumata.
    Questi strumenti si basano sul consumo di acqua, rapportato al salto termico.
    Non saprei se esiste “nello strumento” un sistema che le permetta di monitorare tale valore, per poter fare un controllo.

  21. Buonasera Marco,
    senza dubbio mi sentirei di consigliare uno scambiatore a piastre in titanio.
    Trattandosi di acqua da chiller, imporrei un salto termico di 5°C, tipico dei gruppi frigoriferi appunto.
    Consideri che la potenzialità termica che sta sottraendo è pari a 270.000 kcal/h, quindi il suo chiller deve disporre di questa potenzialità residua (almeno), altrimenti andrà in crisi.
    Le invio a mezzo email un dimensionamento di massima.
    Grazie per averci consultati.

  22. Buonasera, mi chiamo Marco.
    Dovrei fare un dimensionamento approssimativo di uno scambiatore di calore che dovrebbe abbattere di ca 10°C gradi una portata d’acqua di mare di 27 m3/h avendo a disposizione circa 10 m3/h di acqua a 7°C. Dovrei valutare che tipo di scambiatore posso pensare di utilizzare e di quali dimensioni, apprezzando nel contempo quale aumento di temperatura impongo all’acqua fredda, perchè la prelevo da un sistema di condizionamento che potrebbe risentirne in termini di prestazioni. Può aiutarmi?
    Grazie
    Saluti

  23. valerio regazzoni dice:

    buon giorno sono un privato,gradirei sapere come trasformare il cnsumo dell,acqua sanitaria conteggiatami in 82.5 mc a kw visualizzati sul contakw generale,faccio presente che noi paghiamo il consumo al kw colgo occasione per porgere i miei saluti valerio

  24. Buongiorno Alfonso,
    calcoli la superficie di scambio della serpentina, quindi applicando il coefficiente globale di scambio, può verificare a grandi linee la potenzialità scambiata…di conseguenza valutare la temperatura in uscita.

  25. Buongiorno Nicola,
    non saprei dirle se è regolare ed a norma…bisognerebbe analizzare la realizzazione dell’impianto.
    Vale la regola del buon senso, si assicuri di aver messo dei sistemi di sicurezza per sovratemperature e soprattutto per sovrapressione sul lato acqua.

  26. Salve, io dovrei fare un’analisi termica di un PV\T (riuscire a calcolare la temperatura in uscita dell’acqua dalla serpentina dietro il PV). Mi risulta molto complicato riuscire a trovare un modello che mi permetta di fare ciò. Mi potrebbe aiutare?

  27. buona sera sono Nicola
    vorrei una risposta alla mia domanda
    da molti anni sulla mia caldaia pessotti da 30000 cal
    a metano ho messo sullo scarico dei fumi uno scambiatre di calore con una ventola che alla temperatura di 40 gradi manda l aria calda in un
    locale la mia domanda seconde le norme e regolare
    grazie NICOLA

  28. Salve, sono un laureando in Ingegneria meccanica. Sto facendo una tesi sui pannelli ibridi e mi trovi a dover dimensionare uno scambiatore di calore a serpentino alettato ma non saprei da dove partire. Mi potrebbe sare dei consigli e delle linee guide in merito?
    La ringrezio.
    cordiali saluti

  29. Buongiorno e grazie per averci contattati.
    Dia uno sguardo all’articolo e troverà interessanti spunti per la sua esercitazione.
    Nelle pagine del blog, sono presenti notizie inerenti i coefficienti globali di scambio tipici, da utilizzare con i vari tipi di scambiatori di calore.

    Cordiali saluti,

  30. Buongiorno a voi.
    Sono uno studente del corso di Chimica Industriale e devo fra poco effettuare l’esame di Impianti Chimici che prevedere un generale dimensionamento di uno scambiatore di calore.
    Se possibile,se non chiedo abbastanza, vorrei avere un chiarimento su come svolgere l’esercizio,su come impostarlo e i vari procedimenti.
    Vi ringrazio in anticipo

  31. dovrei determinare diametro e altezza di un Ko drum per separare tracce di liquido al gas al termodistruttore

    AnnaRita

  32. Buongiorno sono una processista alle prime armi e vorrei porle un quesito
    Devo dimensionare un KO Drum per separare una corrente gassosa da tracce di liquido. Conosco le portate, densità, temper e pressione. Qual’è il corretto procedimento per ricavarmi il diametro e l’altezza del separatore utili a una corretta separazione?
    Grazie. Anna

  33. La ringrazio per la pronta risposta,
    L’olio deve essere ad una temperatura di 95°C
    Distinti saluti.

  34. Gent.mo Sig. Brambilla,
    la ringrazio per averci contattati.
    Penso di aver capito che le serve definire la potenza elettrica delle resistenze.
    Ha anche il valore di temperatura finale alla quale deve portare l’olio? Se riesce ad averlo le do le indicazioni per la definizione delle resistenze.
    Cordiali saluti.

  35. Gentile Sig. Biolchi,
    Sono un progettista e mi viene chiesto di dimensionare uno scambiatore elettrico per olio,
    ho i valori di pressione portata temperatura iniziale di lavoro, carico superficiale per l’olio in questine 2.7 Wxcmq, vorrei sapere se mi può dare indicazione su come arrivare al dimensionamento delle resistenze.
    Distinti saluti

  36. Buongiorno,
    direi che raffreddare con chiller tutto il salto termico, implica un chiller di notevole potenza, ma in mancanza di altro…
    Capisco le remore ad utilizzare un unico salto, se si ha un chiller di capacità termica non sufficiente, si rischia di mandarlo in blocco rapidamente a causa di temperature di lavoro eccessivamente elevate.
    Una alternativa, potrebbe essere quella di usare acqua a perdere per fare un primo salto termico, quindi inserire il chiller per il secondo salto (chiaramente bisogna avere a disposizione l’acqua a perdere).
    Per la temperatura dell’acqua in ingresso, dipende dal progetto degli scambiatori tra ammina e acqua, dove dovrebbe essere indicato questo valore in ingresso.
    Più è bassa la temperatura dell’acqua di chiller più diventa piccolo lo scambiatore, ma al tempo stesso aumenta la taglia del chiller (e quindi la potenza elettrica assorbita). Personalmente, tenderei ad usare l’acqua di raffreddamento a 15°C (visto che l’ammina serve a 25°C), magari utilizzando degli scambiatori a piastre per massimizzare efficienza ed economia.
    spero di aver chiarito qualche dubbio.
    Diversamente chieda pure.

  37. Gentile sig. Biolchi, lei ha capito benissimo. Il progetto definitivo prevede un primo salto in free cooling e un secondo salto con i chiller. Il problema è che in attesa del montaggio delle torri di raffreddamento dobbiamo fare entrambi gli step con i chiller. In questo caso e solo provvisoriamente non sarebbe più conveniente fare un unico step da 55 a 25°C? qui in azienda ci sono pareri contrastanti. In ogni caso come posso risalire alla temperatura dell’acqua fredda che mi dia la sicurezza che permetta il salto termico dell’ammina? Io ho solo i dati che le ho fornito. Con questi posso calcolare la potenza termica richiesta e quindi il DT dell’acqua ma quale deve essere la T di ingresso dell’acqua fredda come ci arrivo? Sarà un quesito banale ma non sto riuscendo a risolverlo. Grazie

  38. Buongiorno Francesca,
    penso di aver capito che le hanno dato una scheda indicante il range di potenzialità frigorifera, in funzione della temperatura dell’acqua fredda fornita.
    In effetti quando si comunica la potenzialità termica di un gruppo frigorifero, si deve specificare a quali condizioni la si dichiara appunto, in quanto lo stesso chiller ha una resa termica differente in funzione di due variabili importanti:
    temperatura dell’acqua fredda richiesta
    temperatura ambiente (in caso di condensazione ad aria)
    temperatura acqua di condensazione (in caso di condensazione ad acqua)

    Ora tornando al suo quesito, dovrebbe verificare a quale temperatura le serve l’acqua refrigerata per il raffreddamento dell’ammina (che immagino passi in uno scambiatore di calore), perchè lo scambiatore stesso dia le performance per le quali è progettato.

    Vedo che ha due salti, immagino che si sia pensato ad un sistema con un primo step in free cooling ed un secondo alimentato dal chiller, cosa molto intelligente che mi sento di condividere.

    Spero di essere stato chiaro diversamente mi contatti senza problemi.
    Un cordiale saluto

  39. Francesca Salamone dice:

    Gentile sig. Biolchi,
    avrei un quesito da sottoporle. Devo dimensionare un ciclo frigo per refrigerare dell’acqua glicolata che dovrà andare a raffreddare 100.000 kg/h di ammina da 50°C a 25°C con un doppio salto in serie di temperatura (da 50 a 35 e da 35 a 25°C). Mi hanno dato una scheda della potenza di raffreddamento del ciclo frigo in funzione della Leaving Water Temperature. Non ho ben chiaro il concetto di LWT e quale devo scegliere per il doppio salto di temperatura. Grazie. Francesca

  40. Buonasera Francesco,
    la sua disamina è corretta.
    Ho qualche dubbio sul valore del coefficiente globale di scambio assunto (900 W/mq*K), che mi pare elevato.
    DI seguito trova un link dove ci sono alcune indicazioni, come può vedere per un vessel incamiciato (quindi meglio di un tubo avvolto all’esterno), il valore va da 500 a 700.
    Grazie a lei per i complimenti e per averci consultati.
    coefficienti tipici

  41. Salve,
    innanzitutto vorrei farle i complimenti per la professionalità con la quale gestisce il blog!

    Vorrei chiederle un parere per quanto riguarda la progettazione di una serpentina avvolta attorno un serbatoio riempito con una soluzione da portare da una certa temperatura iniziale ad una T finale.
    All’interno della serpentina circola vapore saturo a 158°C. Ho Tenuto conto delle dispersioni termiche (anche se minime perchè il tank è completamente coibentato).
    Il calore che devo fornire alla soluzione è pari a Q=m_sol*c_sol*ΔT*Δt+Q_disperso.

    Il calore teoricamente cedibile dal mio vapore sfruttando interamente il calore di condensazione è pari a Q’=entalpia_vap*portata_Vapore; Q’ risulta maggiore di un 3% rispetto a Q. In tali condizioni sto perciò dicendo che temperatura di ingresso e uscita del vapore sono uguali e pari a 158°C.
    Calcolo la ΔTml (temperatura media logaritmica) e trovo la superficie scambiante necessaria come A=Q/(U*ΔTml).

    Il ragionamento è corretto o sto trascurando qualcosa?
    Il processo è critico in quanto la Tfinale della soluzione che ho impostato nei calcoli non può essere superata se non di 4-5° altrimenti avrei un deterioramento irreversibile della soluzione.C’è possibilità che ciò avvenga per come le ho descritto il processo?
    Inoltre aver assunto un valore della trasmittanza pari a 900W/(m²*K) è corretto?
    La ringrazio

  42. Buongiorno Veronica,
    grazie per averci interpellati ed essersi interessata al nostro blog.
    Sicuramente si tratta di uno scambiatore di calore vapore aria.
    Immagino che lavori con vapore a condensazione, quindi entrando in gioco il calore latente di condensazione, valutare la potenzialità di calore trasmessa all’aria è piuttosto semplice.
    Assumendo un valore medio di 600 kcal/kg di vapore condensato…1650 kg/h * 600 kcal/kg = 990.000 kcal/h (circa)
    Per un valore più accurato dovrebbe trovare il preciso calore latente di condensazione alle condizioni del vapore.
    Sicuramente l’aria ambiente subisce un riscaldamento causato dalla compressione, che però non so valutare.
    di seguito un estratto da un manuale relativo alla compressione dell’aria:

    I refrigeranti possono essere di 2 tipi:
    • intermedi (tra uno stadio e l’altro di compressione);
    • finali (all’uscita dell’ultimo stadio di compressione).
    Il raffreddamento può essere ad aria forzata, oppure ad acqua; in circuito
    chiuso, con acqua di torre, con acqua raffreddata da radiatori, oppure con
    acqua raffreddata da un chiller (sempre in circuito chiuso).
    Nel refrigerante, l’aria calda arriva con un elevato contenuto di umidità e scambia
    il calore con il fluido di raffreddamento per abbattere la sua temperatura.
    In un compressore monostadio a pistoni si può avere una temperatura alla mandata
    tra i 40 e 230 °C.
    In un compressore a vite o palette, ad iniezione d’olio, l’aria compressa può
    avere una temperatura tra 80 e 100 °C.
    La temperatura di mandata di un compressore dipende molto dal sistema di raffreddamento
    e dalla temperatura ambiente.
    Con il raffreddamento ad acqua si avranno sempre dei risultati finali migliori
    rispetto al raffreddamento ad aria:
    • con acqua di torre si può avere la temperatura dell’aria in mandata ridotta
    a 30÷32 °C;
    • con acqua prodotta da chiller si può avere una temperatura dell’aria di
    20 °C e anche minore.
    I sistemi raffreddati ad aria sono considerati più semplici.
    L’utente però deve tenere conto che nella sua sala compressori, si deve poter
    estrarre l’aria calda e immettere aria fresca esterna nuova in misura sufficiente
    sia per l’aspirazione dei compressori che per i vari sistemi di raffreddamento.
    Infatti un impianto composto da compressore ed essiccatore deve avere aria disponibile
    per il raffreddamento del:
    • compressore,
    • radiatore dell’olio (compressore ad iniezione d’olio),
    • refrigerante finale ed intermedio,
    • motore elettrico,
    • condensatore dell’eventuale essiccatore a ciclo frigorifero.
    Tutti i refrigeranti finali ed intermedi debbono essere tenuti in buona efficienza,
    puliti e generosamente dimensionati.
    Un buon raffreddamento permette, infatti, di far condensare una buona parte
    del vapore d’acqua e dell’olio, contenuti nell’aria compressa.
    Un refrigerante finale ben progettato può far condensare il 60% del vapore contenuto
    inizialmente nell’aria aspirata.

  43. Salve, sono una studentessa di Ing. gestionale e sono alle prese con un progetto universitario. Si tratta di un’analisi di materia ed energia applicata ad un processo di essiccazione del tabacco. L’aria immessa nell’essiccatore (aria compressa) viene riscaldata attraverso una batteria radiante a vapore..si tratta quindi di uno scambiatore di calore vapore aria? potreste aiutarmi a comprenderne meglio il funzionamento? gli unici dati in mio possesso sono il consumo di vapore pari a 1650 kg/h, la sua pressione pari a 6/8 bar e il consumo di aria compressa pari a 300Nl/1′..come faccio a calcolare la quantità di calore trasmessa dal vapore all’aria compressa? l’aria ambiente prelevata dal compressore e inviata alla batteria avrà già subito un aumento di temperatura dopo la compressione?spero possiate aiutarmi
    grazie infinite

  44. Gentile Marco, mi mette in difficoltà in quanto non ho esperienza diretta in questo tipo di applicazione.
    Sicuramente si parla di un coefficiente molto basso.
    Consideri che uno scambio aria/acqua similare si aggira intorno a 20…

  45. Buongiorno Mike,
    raffreddare acqua a 25-30°C con aria ambiente a 35-40°C, non è possibile con scambiatori aria/acqua a scambio indiretto, i classici dissipatori.
    Dovrebbe utilizzare un sistema a scambio diretto, che sfrutti anche il calore latente di evaporazione, ovvero una torre evaporativa.
    Tale sistema le consente di raffreddare un fluido basandosi sulla temperatura di bulbo umido, che alle nostre latitudini si aggira in estate sui 25°C.
    Consideri che la portata da lei indicata è veramente molto piccola, non esistono torri evaporative di questa taglia.
    Cordiali saluti.

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